AAA Scrittori cercasi

pubblicato da Ticino Sette #38 - 20.9.13

"Se si estinguono gli scrittori (...), chi mai scriverà del dolore, della bellezza, della paura della vita e della morte? I bloggers? Gli stessi pirati che scaricano i libri che vogliono leggere ma senza pagare?". (Leonardo Padura) ...

Parto dal recente contributo del collega Marco Alloni (Ticinosette n.33), incentrato sui meccanismi prevalentemente commerciali che oggi dominano il mondo dell'editoria, per arrivare ad un'altra emergenza della produzione culturale: la logica del "tutto gratuito" di internet. Non si può parlare di libri e di editori senza accennare a chi i libri (o qualsiasi opera autorale) li scrive, ossia gli autori e gli scrittori. Non c'è, in questo caso, contenente senza contenuto, non soltanto copertine curate e grafiche accattivanti, poiché senza l'inventore delle storie da stampare, l'artista delle parole da impaginare, cosa resterebbe?

"Cultura in saldo"
Chi ha figli giovani, o chi i giovani li frequenta, potrà facilmente osservare questo nuovo sviluppo storico dell'umanità. L'abusatissima "rivoluzione digitale" non è altro, in realtà, che un'evoluzione culturale, non essendoci in società vere e proprie rotture. Ogni fenomeno è figlio di una stessa cultura. Lo straordinario progresso tecnologico quale internet - ma lungi da me ogni determinismo - ne è forse il prodotto più influente e, ahi noi, maledettamente pernicioso. Internet (e con esso il suo amato/odiato supporto, il computer) non è più soltanto un mezzo, come lo era la falce nel campo o il tornio in fabbrica, ma è diventato il fine, lo scopo stesso dell'agire. Non facciamo più una cosa grazie ad internet, internet è quella cosa. Le giovani generazioni non ne discutono, l'hanno acquisito: tutto si scarica, si duplica, si copia, si riproduce clandestinamente all'infinito, nell'ombra di leggi nate vecchie, perché è a gratis (o quasi).

I proprietari artistici e commerciali, in cambio, non ricevono nulla o quasi più nulla per queste riproduzioni abusive. Internet ha potenziato persino le idee dei filosofi tedeschi degli anni Cinquanta sulla "industria culturale": ieri il consumo della cultura come inerzia intellettuale, minimo sforzo, oggi persino la gratuità. C'è chi vi legge svalutazione, peggioramento, impoverimento. Non stupiamoci: la gratuità dei contenuti, sempre ed ovunque, non poteva non contribuire alla diffusione dell'idea implicita, e quindi alla modifica della domanda che oggi, e forse anche domani, è prevalentemente giovanile.

Chi scriverà i libri?
"Beneficenza", "mecenatismo" culturale, o "assistenzialismo" per cinici e pigri approfittatori, una grande "svendita" per avari pirati ignoranti: quello che volete, ma a quale scopo? La "cultura in saldo" è figlia di una generazione precedente che, invece, la cultura l'ha difesa, valorizzata e, talvolta, pagata anche cara. Ma su questo pare nessuno, al momento, abbia voglia di innescare nuovi conflitti tra generazioni. Intanto il libro, fino a poco tempo fa sopravvissuto all'abbuffata digitale, è stato divorato: e-book, Kindle, ecc., sono tutte diavolerie alternative perfettamente legali. Riprendo l'anziano scrittore e giornalista cubano, Leonardo Padura, intervenuto di recente nel dibattito. (1)

Alla fiera del libro di Buenos Aires, discute con uno studente universitario e scrive: (il giovane, ndr) "mi spiegò con veemenza la sua filosofia generazionale, fondata sul fatto che non si può e non si deve avere introiti con la conoscenza o con la fruizione della cultura. Che non era etico. E che pertanto si sentiva nel diritto di prendere quello che aveva bisogno da dove avrebbe voluto (e si riferiva, chiaramente, a internet, ...)". Ma questi giovani "rubano" solo da internet o ruberebbero anche un libro in una libreria? Osserva Padura: "questa maniera di pensare e agire della generazione nata o cresciuta con internet, e i suoi concetti sulla diffusione della cultura artistica e del sapere, è pericolosa e drammaticamente estesa. Ma non nella marginalità sociale, piuttosto nel settore che consuma arte e conoscenza, ossia negli intellettuali di oggi e di domani". Chiede Padura al giovane: e se lo scrittore smette di scrivere perché non guadagna più e deve cambiare lavoro? Al ragazzo parve... una buona cosa! "Ma quando gli ho chiesto chi si occuperebbe allora di scrivere questi libri che oggi si piratano, lui rimase senza risposta". Un silenzio non di una generazione, ma di tutta una società.

Note: (1) El Paìs, 27.7.2013, p. 19.
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