Telecamere alla porta

pubblicato da Ticinosette #24 - 13.6.14

Una speciale tecnologia video stabilirà le reti. Un aiuto in più per l'arbitro, da sempre giudice supremo, o una minaccia alla sua autorità? ...

Qualcuno ricorderà le interminabili sceneggiate televisive sui "goal fantasma" e i conseguenti interminabili "movioloni" resi famosi dal popolare conduttore italiano Aldo Biscardi. Ebbene, da quest'anno è probabile che ci saranno molti meno "processi" al pallone. Infatti ai prossimi Campionati del mondo di calcio in Brasile verranno installate per la prima volta quattordici telecamere, sette per porta, che decreteranno la rete in modo inequivocabile. Esagerazione? Necessità? Che ne pensano gli arbitri, da sempre indiscussi ma anche fallibili giudici di gara? Ne parliamo con Carlo Bertolini, ex arbitro internazionale, oggi capo dei fischietti d'élite rossocrociati, e con due giornalisti sportivi, Marzio Mellini (La Regione) e Enrico Carpani (Rsi).

La fallibilità dell'arbitro
Delle reti non valide ma convalidate da un arbitro se ne parla da un bel po'. Appassionati e addetti ai lavori ricorderanno, ad esempio, la non-rete concessa nella finale dei Mondiali del 1966 tra Germania e Inghilterra. Poi ci sono state le "reti fantasma" nel 2003, quelle ai Mondiali del 2010 in Sud Africa tra Germania e Inghilterra, e poi ancora a Euro 2012 tra Ucraina e Inghilterra e via dicendo. Com'è possibile? Lo abbiamo chiesto a Carlo Bertolini, capo dei fischietti d'élite svizzeri.

"L'arbitro è chiamato a decidere sulla base delle proprie constatazioni. Tenendo presente che questi prende 160-180 decisioni per partita, e che innumerevoli sono le contestazioni dei giocatori, degli allenatori e del pubblico, risulta evidente che l'obiettivo 'zero errori' risulta irrealistico e questo perlopiù se messo sotto l'attenta e precisa analisi delle immagini televisive. Un certo numero di errori va, volenti o nolenti, messo in cantiere e la speranza di noi tutti è quella che l'eventuale errore non risulti poi essere decisivo!" osserva.

Eppure è capitato con infinite polemiche da una parte o dall'altra. Finora la moviola in campo è tabù per tutta una serie di ragioni pratiche e di tempi di gioco. Da quasi un ventennio, invece, i direttori di gara indossano un radio ricevitore sonoro che, attivato dai guardialinee, permette loro di sapere, anche quando sono di spalle ai colleghi, se la palla è uscita dal terreno di gioco. "Il suo scopo è di richiamare, nel più breve spazio temporale possibile, l'attenzione dell'arbitro, perlopiù nel caso di segnalazioni di fuorigioco" commenta Bertolini. Personalmente, dice, "sono favorevole a tutto ciò che ci permetta in maniera inequivocabile di prendere la decisione 'giusta'".

Sì dalla Fifa, no dalla Uefa
La novità si chiama "Goal Line Technology" (Glt), o tecnologia sulla linea di porta. I test nel dicembre 2012 in Giappone e alla Coppa delle Confederazioni nell'estate 2013, pare abbiano dato risultati entusiasmanti. Ora tocca ai Mondiali 2014: lo ha deciso nell'ottobre del 2013 la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa). Siamo sicuri che scorrerà ancora parecchio inchiostro in merito, ma ci chiediamo: siamo a una svolta? E perché soltanto ora nel calcio, quando in altri sport (ad esempio il tennis) lo si fa da tempo?

"Forse perché soltanto il calcio poteva permetterselo, nonostante quegli errori storici che seppur 'pesantissimi' non ne hanno evidentemente minato né la credibilità né tantomeno il fascino" commenta Enrico Carpani, responsabile dell'informazione sportiva Rsi. Per Marzio Mellini, capo servizio a "La Regione", il vero motivo è "l'ostruzionismo della Fifa e di Sepp Blatter (lo svizzero presidente della Fifa, ndr.), tradizionalmente contrari all'uso della tecnologia in una disciplina che vorrebbero mantenere legata a regole e schemi ormai un po' superati. In nome di una convinzione anch'essa ormai superata".

Se da parte dell'Unione europea delle federazioni calcistiche (Uefa) c'è ancora una certa chiusura alla tecnologia in campo, tanto che il suo presidente Michel Platini ha detto che "onestamente preferisco investire più soldi nel settore giovanile e nelle infrastrutture che nella tecnologia", dopo il "gol fantasma" del 2010 lo stesso Blatter invece dichiarò che "se fossi stato ancora presidente della Fifa per i mondiali 2014, avrei evitato il ripetersi di episodi simili. E oggi abbiamo due sistemi esatti per evitare queste situazioni".

Telecamere infallibili?
I due sistemi a cui alludeva Blatter sono l'inglese Hawk-Eye Innovations, di proprietà della Sony e basato sul riconoscimento ottico con le telecamere (già in uso nel tennis e nel cricket). Il secondo è del Fraunhofer-Institut für Integrierte Schaltungen (IIS), chiamato "GoalRef" e sfrutta dei microchip all'interno del pallone. Ma all'allettante appalto lanciato dalla Fifa parteciparono altre due aziende tedesche: Cairos Technologies Ag (sfrutta dei campi magnetici) e GoalControl GmbH (14 telecamere ad alta velocità). Alla fine quest'ultima ha vinto la gara.

In pratica ogni porta è dotata di sette occhi elettronici, capaci di ricostruire l'immagine del pallone in tre dimensioni, con uno scarto di precisione di cinque millimetri, inoltre ci sarà una regia e l'arbitro avrà uno speciale orologio che lo avvertirà della rete. "Con questa novità si chiede una risposta chiara e netta: 'la palla, interamente, ha superato la linea di porta tra i pali e sotto la traversa'?" spiega Bertolini. Il sistema GoalControl, simile a Hawk-Eye, è apparso più semplice e meno costoso, anche se si stimano 200'000 euro per la sua installazione in ogni stadio brasiliano e 3'000 euro a partita per la sua operatività. "La nostra innovazione (...) consiste nell'utilizzo di porte, palloni e reti standard e quindi non servono modifiche" ha detto il fondatore dell'azienda Dirk Broichhausen.

Eppure c'è già chi nutre dubbi. Il giornalista scientifico britannico Nic Fleming sostiene che vi sarebbero comunque dei margini di errore. Da un lato, scrive, perché la Fifa "rifiuta di pubblicare i risultati dei test" effettuati? Dall'altro la manipolazione delle immagini, oggi come oggi, è sempre dietro l'angolo e secondo Fleming "l'introduzione della tecnologia sulla linea di porta rischia di perpetrare un inganno di massa ai telespettatori".

"La perfetta convinzione"
Ma per l'arbitro, da sempre unico e imprescindibile giudice di gara le cui decisioni, giuste o sbagliate, non sono mai state cambiate, GoalControl sarà più un alleato o più un intralcio alla sua autorità? È noto ad esempio lo scetticismo del ticinese Massimo Busacca, designatore arbitrale per la Fifa. "È giusto che Busacca difenda il territorio degli arbitri dei quali è il capo, tuttavia il calcio non si può più permettere che certi risultati siano falsati da sviste facilmente evitabili ai giorni nostri" sostiene Mellini. L'operato dell'arbitro, aggiunge, "non viene declassato, bensì assistito in decisioni che, a volte, sfuggono al suo giudizio. Laddove arriva lui, non ci sono discussioni e il suo giudizio va accettato. Quando però non 'vede' è opportuno che qualcuno (o qualcosa) gli giunga in soccorso".

Anche per Carpani, che preferisce non commentare l'affidabilità della novità, "l'arbitro non sarà sminuito dalla tecnologia, soltanto se saprà dimostrare di farne buon uso: altrimenti, appunto, il rischio di farsene travolgere o quanto meno condizionare potrebbe essere reale". E che ne pensa la categoria dei fischietti? "In generale l'opinione degli arbitri confrontati con il calcio professionistico è quella di apertura a nuove 'tecnologie', sempre che queste possano fare chiarezza e facilitare il compito, e non di certo creare nuove ed ulteriori discussioni senza poter giungere ad una perfetta convinzione" dice Bertolini.

Insomma, vedremo, ma qualche considerazione ci sorge spontanea. La prima è che le "reti fantasma" sono rarissime, eppure si vuole lo stesso maggiore sicurezza: gli interessi calcistici trascendono l'esito di una partita, ora anche la fiducia nell'essere umano? La seconda - più generica - è che ci pare una scelta coerente con l'odierna e schizofrenica "società del controllo" dove tutto è monitorato: ormai anche nello sport, inteso come gioco in senso lato, al posto della spontaneità e della spensieratezza prevalgono sempre più regole e autorevolezza?

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