Brigitte tra le luci di Locarno

rubrica "Prixaupublic" pubblicata da La Regione - 12.8.2017
Mentre sei a casa diluvia e grandina e ti scoccia un po' non esserci. Pensi ai giardini in città vecchia diventati paludi e torbiere, ma qualcuno ci sarà lo stesso, come te anni fa, sotto un ombrellone a chiacchierare aspettando che spiova. Il fiume d'acqua almeno avrà reso più visibili i ceppi al “Mobilgarden”, nei quali sei già inciampato rischiando di farti male. Ti sei reso conto della natura dello sponsor? Forse c'è qualcosa che non quadra.

In coda al Fevi ti sembra di stare al check-in di un aeroporto, di solito facevi il furbo passando tra la ringhiera e la terrazza, scuotendo i ligi svizzero tedeschi, ma stavolta c'è un vaso enorme, potresti provarci, ma che figura faresti se ti si incastrasse il bacino? All'interno ti vendichi, quando è buio guizzi sulle comode poltrone imbottite dei giurati, tanto non ci sono mai, però sul bordo c'è appoggiato il cappello di un signore a cui chiedi se può spostarlo, e lui petulante: “assolutamente no!”. Muore di invidia, vorrebbe fare come te...

Siccome non hai più vent'anni vai in Rotonda “solo per mangiare qualcosa...”, come dicono molti. Per te pizzoccheri, per gli altri rösti&cervelats. Ti accorgi che i gazebo stavolta sono concentrici, non è più il “Suk” caotico di un tempo. Hai un appuntamento alla terrazza del Palacinema dove alla postazione del DJ non hai mai visto un DJ, la musica però è sempre tamarra. Per il Diego ci sono troppi film francesi e dal mondo non c'è più nulla da aspettarsi.

Vieni a sapere di qualche party in giro, al Negromante, ai “Pardi di domani”, la festa “Twin Peaks” ma... non hai l'invito! Poco male, perché al primo ci saranno solo noiosi chiacchieroni, al secondo diluvierà, al terzo ti sarebbe toccato scavalcare e, ricordati, non hai più vent'anni! Sei ancora al Fevi per un film svizzero tedesco, il regista crede di essere al Zürich film festival perché parla solo in tütsch, dal Chiatrian nemmeno trenta secondi di traduzione. Più tardi sentirai un cinefilo ticinese giustamente arrabbiato.

La notte in Rotonda quasi litighi con un millennial troppo pieno di birra, perché tu sei soltanto troppo affamato. Quello della piadina te la fa pagare come un menù a mezzogiorno al ristorante e, presuntuoso, ti dice: “vedrai che torni!”. Si sbaglia di brutto.

Sei al Pardobar quando dei volti noti e affamati si arrampicano su per via Motta: ah, è metà parlamento ticinese che si reca al buffet alla Magistrale. È pagato anche coi tuoi soldi ma non sei invitato. Il vero festival per te è un altro, è Brigitte, signora romanda sessantenne alla sua prima edizione, dopo anni passati in Siria e Sudan per la Croce Rossa. In un buon italiano dice che il film “Chien” l'ha scandalizzata, poi vuole sapere che sta succedendo coi nostri populisti, che fine hanno fatto la democrazia e l'indignazione giovanile. Belle domande a cui provi a rispondere. Sì, è proprio questo il bel pubblico del festival!