foto Flavia Leuenberger



Spogliatoi. Stanze a nudo

pubblicato da TicinoSette #2 13 gennaio 2012

I forzati del boudoir lo sanno bene: c’è sempre la stessa inconfondibile puzza negli spogliatoi delle palestre e delle piscine cantonali. Un’indignazione gridata anche sul web...

I forzati del boudoir lo sanno bene: c’è sempre la stessa inconfondibile puzza, l’avete mai notato? Così tocca spogliarsi, se va bene, quando non c’è nessuno ed è quasi come a casa. Se va male è l’inferno per pudici, complessati e sottodotati di ogni tipo. Tutti “biotti” (o quasi) come mamma c’ha fatti insomma, e nessun altro stato umano ci urta quanto la nudità. Se è vero che c’è spogliatoio e spogliatoio, è anche vero che sin dai tempi della scuola ci hanno obbligati a finire inmutande, prima e dopo lo sport, tra il puzzo di sudore e la muffa delle docce. E gli spogliatoi del terzo millennio, a credere chi li frequenta, non sono poi cambiati granché. Chi si sfila prima “il sopra” e chi prima “il sotto”. Mica semplice... Anzi, la “sindrome da spogliatoio” esiste eccome: c’è chi in cinque secondi è già lì che sgambetta e si stira, il timido invece è ancora fermo alla fibbia della cintura e l’angosciata ai bottoni della giacca. Il peggio è che la maggior parte di quelli che si stanno impunemente spogliando davanti ai tuoi occhi manco li conosci. Ammettilo che sei sempre stato un complessato, che “hai sempre le stesse calzette”, ti diceva uno. No, ne hai tante dello stesso tipo, ribattevi prontamente tu. E poi salta fuori il nuovo completo da tennis firmato, la tutina da palestra, il training per il ballo con le nuove scarpe “gomma bianca sagomata anti-strisciata”, sempre di marca. E il fermaglio dei capelli, mi raccomando, in tinta con la maglietta troppo attillata che, da dietro, disegna il reggiseno taglia media. Sii fiero invece della tuta comprata ai saldi, perché a noi (e siamo in tanti) le due ore imposte di pallavolo non sono mai piaciute. Così, da sportivo a malincuore e da perfetto imbecille la indossi e ti senti ridicolo. Tanto l’aria sportiva non ce l’hai mai avuta...

Parola agli indignati
Lo spogliatoio finisce persino in televisione, che è poi la stessa cosa, oggi come oggi. Perché fatiscente oppure progettato da un insensibile. Così pare che a vedere quello della palestra delle Scuole medie di Viganello ci si vergogni di essere svizzeri. Scoppia la rivolta degli allievi e di altri utenti indignati: miserevoli “prefabbricati, la puzza, riscaldamento spento, le docce dello spogliatoio femminile” e l’acqua calda che tarda, si sfogano nel blog della televisione pubblica. Ma non solo: pare che le condizioni al Centro professionale commerciale di Lugano siano “penose”. Persino il rinomato Centro sportivo federale di Tenero ha un problema d’inverno: non è logico che la piscina sia all’interno... ma gli spogliatoi all’esterno. No, non è logico. “Altra genialata di questo centro” dichiara un indignato: gli asciugacapelli, messi in corridoio da un architetto eccentrico con la fissa dell’open-space. “Per non parlare degli spogliatoi” al Liceo 1 di Lugano, scrive un’utente: il festival della muffa e dei capelli. Già, come alle Medie di Vira Gambarogno, luogo per quelli duri di stomaco: “Le docce fanno veramente schifo, se poi aveste abbastanza fegato di alzare una griglia di scarico dell’acqua...”. Quanti sono questi temerari? Conviene dunque calzare delle ciabatte ragazzi, mi raccomando!

Le stanze dei segreti
L’odissea della saponetta, il paradiso dei debosciati, ahi noi. La giustizia è entrata anche negli spogliatoi. Quasi mai per i giornalisti sportivi, i più divertenti e ossessionati dalla metafora della Umkleidekabine. “È ora di affrontare il problema di uno spogliatoio diventato sempre più ingestibile” scrivono. Metafora che trascende questo luogo di cameratismo e che diventa un’entità indefinita dotata di umori e commenti, con le sue “voci di spogliatoio” quasi sempre sbagliate. Ma pazienza. Un po’ più serio, va detto, il problema dei “topi da spogliatoio” che escono allo scoperto soprattutto in estate. Nel 2010, ne hanno beccati tre in un campo sportivo a Lugano e ben otto a Bellinzona, dopo una razzia di borsellini e cellulari... ma “senza scasso”, si precisa. Da dove saranno mai entrati? Dalla porta (quasi) mai chiusa: infatti, chi gestisce declina, sempre, ogni responsabilità. Sorpresa invece in uno spogliatoio devastato pochi mesi fa in provincia di Varese da una banda di baby calciatori: c’erano le telecamere. Ma lo spogliatoio è anche luogo di dubbi per le giovani ragazze tormentate: “A voi non è mai capitato di essere gelose che il vostro ragazzo si facesse la doccia nudo nello spogliatoio di calcio e tutti lo vedono?” si chiede una fidanzata preoccupata in un blog femminile. Alle lettrici l’ardua sentenza, mentre alla giovane dico: pensa al tuo di spogliatoio. Magari proprio quello del solarium che frequenti, col pavimento in legno, sotto il quale un furbo ci ha piazzato una micro-telecamera per filmare “dal basso” e mettere il tutto in Internet per soddisfare l’irrefrenabile bisogno di molti. Ma questa è solo cronaca di un altro lontano paese, vero?