Sala prove. Studio sonoro

pubblicato da Ticinosette #46 - 13.11.2015

Pare che negli Stati Uniti sia il garage di papà o lo scantinato di casa. Pare che nella vicina Italia sia quasi impossibile trovarne....

Pare che negli Stati Uniti sia il garage di papà o lo scantinato di casa. Pare che nella vicina Italia sia quasi impossibile trovarne. Resta che ogni gruppo musicale, ogni appassionato che si rispetti, deve esercitarsi in un “locale prove” o “sala prove” per creare, ripetere, allenarsi e persino esibirsi davanti ad un piccolo pubblico. Questi luoghi esistono in tutto il cantone, sono molto diversi uno dall'altro e sono soprattutto privati.

Minuscoli scantinati
Per trovare una sala prove serve spesso il passaparola. Accedervi a volte è una vera Via Crucis (ci sono a volte delle liste di attesa!). Cito qualche aneddoto personale. Ricordo quando andai a chiedere nella zona industriale del mio distretto se ci fosse uno scantinato, un bunker, un “buco” per ripetere e suonare. Il proprietario di un'azienda mi guardò diffidente, come se la mia richiesta fosse la più assurda di questo mondo. A volte ai privati interessa solo incassare soldi, non capendo nulla di musica, tant'è che ci offrirono di ripetere all'interno di uno skate-park (sic!). L'impressione è che il musicista (bravo, pessimo, noto o sconosciuto) non venga considerato come un qualsiasi altro creativo, ma come uno che fa “rumore”. Be', prima sala prove: uno scantinato di un bar frequentato soprattutto da giovani metallari, messo a disposizione dal gerente del ritrovo. Era possibile farlo perché nell'immobile c'erano solo uffici. Il locale doveva misurare sì e no quindici metri quadrati. Non c'erano né bagni né acqua corrente, ma delle regole di orario e pulizia. Dopo qualche mese fummo tutti cacciati a causa di alcuni adolescenti irrispettosi.

Magazzini decadenti
Seconda sala prove: una delle baracche all'esterno di un'industria abbandonata. Lo spazio era molto più grande, quindi potemmo finalmente arredarlo con del mobilio usato, c'erano i servizi, non molto igienici, ma vi portammo anche un frigorifero. Ah, quanti assoli, rullate, slaps, arpeggi, colpi di tasti, distorsioni e feedback acustici? E quante risate e sudate in estate? Ci restammo qualche anno, malgrado il tetto bucato, qualche topolino che rosicchiava i cavi elettrici e dei furti da parte di alcuni vandali. Siccome le baracche non erano acusticamente isolate il nostro hobby non era mai veramente libero: si ripeteva quando non suonava nessun altro gruppo. Creammo tante canzoni ed improvvisammo a volte con musicisti di ogni tipo e di ogni età, ma c'erano due problemi. Il primo: l'anziano vicino, l'unico, sosteneva che i nostri accordi lo disturbassero più del fiume, del treno o dell'autostrada che scorreva vicino a casa sua. Il secondo: l'affitto proibitivo. Purtroppo c'è chi lucra sulle spalle di chi vuole esercitarsi con la musica, a suon di contratti capestro e di disdette legali, manco si trattasse di affittare appartamenti.

Solaio aziendale
La terza sala prove fu il solaio di un'azienda agricola. Si doveva attraversare il villaggio, poi campi e serre e superare uno stretto ponticello per arrivarci. Una stretta scala conduceva al secondo piano del grande capannone. Lo condividevamo con un altro gruppo musicale, così dimezzavamo le spese dell'affitto. Restammo sbalorditi dalla pessima acustica dovuta al soffitto di metallo posto in diagonale, ma soprattutto dal freddo che c'era in inverno. In compenso c'era l'acqua corrente ed un bagno decente. Poi il solito problema: un vicino, benché abitasse a duecento metri sulla trafficata strada cantonale, riteneva che facessimo troppo baccano, così il comune scrisse al proprietario dell'azienda e ci sfrattò. Per ripetere in Ticino servono dunque soldi e luoghi fuori dall'abitato: mi sembrano due condizioni che escludono i musicisti dal centro città. Non sarebbe meglio se ogni comprensorio investisse in alcune sale prove pubbliche, risanando luoghi in disuso o disabitati, attingendo ai fondi per le politiche giovanili e culturali? Non si smorzerebbe così la spirale di certi affitti assurdi (e magari abusivi) richiesti dai privati a cui, spesso, di questo hobby non interessa nulla? Non si darebbe così la possibilità a tutti non solo di avvicinarsi alla musica, ma anche di suonare in spazi minimamente adeguati? Sembra musica del futuro.