Ritorno a Berlino

pubblicato da TicinoSette #30 - 24.7.15

Giuseppe* chiede venia agli studenti delle scuole medie a cui ha insegnato per un po'. Un'occasione per riflettere ancora sul sistema educativo...

Rivedere un amico quattordici anni dopo non è cosa di tutti i giorni. Ritornare in una città come Berlino nemmeno. Allora c'era ancora il marco tedesco, il centro culturale occupato “Tacheless” sulla Oranienburger Strasse, nel Mitte. Oggi è vuoto, in attesa di demolizione, preda della speculazione edilizia. Anche Berlino, in un certo senso, sta diventando uguale a Lugano (meno vero il contrario). Qui c'è sempre il franco svizzero, ma il centro culturale “Il Molino” rischia di sgomberare per l'ennesima volta...

Aprile 2001
L'Olanda aveva autorizzato i matrimoni gay, in Jugoslavia un commando arresta Milosevic nella sua villa, i Depeche Mode pubblicano “Dream On”. Ah, già, c'erano ancora le torri gemelle a New York. Nevicava, è il clima continentale, dicono. C'era l'aeroporto Tempelhof, famoso per il famoso ponte aereo per Berlino. Poi cadde in disuso e non si sapeva più che farne, ma oggi è un grande parco per lo svago. In Ticino c'è sempre uno scalo che perde soldi.

Nel 2001 non c'era la Merkel, ma Schröder. In Ticino c'era la Masoni. Abitavo a Schöneberg, a sud ovest della città, poco lontano da dove, venticinque anni prima, vissero Bowie e Iggy Pop. Una volta il quartiere era una città a sé stante, poi venne inglobata nella “grande Berlino” e divenne settore di occupazione americana. La “grande Lugano” non esisteva e il Ticino non è ancora una grande città. Vivevo da un berlinese poco loquace, poco tollerante, perché s'era rovinato i timpani con la musica techno.

Studiavo sulla Kolonnenstrasse, dove conobbi Paolo, della provincia di Treviso, finito quassù, come me, per le vicende della vita. Mi chiamava il “poeta minore”, lui invece era il viveur (o il vitellone di turno). Frequentammo parchi, bar, club assurdi, Biergarten, stazioni, sotterranee, strade, marciapiedi, negozi, tedeschi e tanti stranieri. Diventammo grandi amici. Eravamo molto più giovani, avevamo venticinque anni e una vera città tutta da scoprire.

Maggio 2015
Il volo è turbolento. La compagna non ama volare e questa volta nemmeno io. È notte, il tassista turco è sgarbato perché alloggiamo solo a qualche chilometro. Prime due Berliner Pilsner. L'indomani è Kreuzberg. Tira vento fresco mentre scendiamo da Warschauer Strasse, superando la East Side Gallery e lo Spree. La sera rivedrò Paolo, ora che è sposato con una berlinese e ha due figli. Ci abbracciamo in mezzo all'incrocio, illuminato dalle insegne colorate degli spacci mediorientali. Abbiamo improvvisato, mi dice, come una rima baciata, come ai vecchi tempi.

Andiamo al Konrad Tönz, storico bar con sola musica '50-'70, una delle più piccole sale da ballo d'Europa. In molti bar di Berlino si può fumare, in Ticino no. Il costo della vita è incredibilmente moderato, in Ticino no. Mi diranno che così hanno fatto restare la gente in città, in Ticino mi pare sia il contrario. Arriva un'amica dal Ticino che è di casa, poi un suo amico di Cannobio, che guarda caso conosce Paolo. Andremo da Giovanni e da Mimmo, saliti dalla Basilicata per rifarsi una vita. Andremo in una tipica Stube tedesca, crauti, stinco lesso e una Schöfferhofer Weizen. Faremo il giro di “second hand” di qualità, chissà perché inesistenti in Ticino. Carmen la spagnola vive a Berlino dal 1985, facciamo un brunch al Gorky Park, poi a Mauerpark e al karaoke domenicale che è uno splendore di umanità. Gireremo la metropoli in bicicletta, in Ticino è impossibile, a Lugano è un suicidio.

Dal Landwehrkanal al Tiergarten, dal Volkspark di Friedrichshain all'Holtzmarkt sullo Spree, che non è una baraccopoli di legno ma è un progetto di recupero ecologico della sponda del fiume. Dopo un Currywurst ci attende l'impensabile, un ritorno “latino”: treno bloccato a Ostkreuz, niente S-Bahn, due inglesi panicano, panichiamo anche noi. Scendiamo a Treptower Park, neanche un taxi e rischiamo il volo. Un buon berlinese ci aiuta e ci consiglia, finché assaltiamo un tassì con due spagnoli, ma il turco è più inflessibile di un tedesco, non sgarra sui sessanta all'ora mentre gli altri tassisti ci superano. È surreale! Arriviamo in tempo, corriamo, tolgo l'anello ma non devo, però suona il cercametalli, finché all'imbarco c'è... una fila pazzesca! Tutto per nulla. Il bagaglio a mano? Ovviamente nella stiva.

Reazioni:
Mi riferisco al suo articolo apparso su TV 7 ( ritorno a Berlino) Le faccio notare che esiste un second hand shop di qualità in Ticino, più precisamente a Lugano in via Cattedrale! Sono la titolare del negozio ( che esiste da ben oltre 45 anni). La pioniera è stata mia mamma ed io faccio questo mestiere da 28 anni! Vendiamo principalmente abbigliamento di seconda mano e da 7 anni, ho pure aperto un'altro seconda mano a Viganello di mobili ed oggettistica di seconda mano e di qualità! Dunque, come vede, i second hand di qualità esistono pure in Ticino! Mi scusi se mi sono permessa di scriverle, ma, anche se Lugano non sia paragonabile a Berlino, nel nostro piccolo ci sono persone che ci provano ed hanno vedute un po' più grandi! Comunque, complimenti per il suo articolo, molto bello! Cordiali saluti, M. (e-mail del 9.8.2015).