Il prof si scusa

pubblicato da TicinoSette #25 - 19.6.15

Giuseppe* chiede venia agli studenti delle scuole medie a cui ha insegnato per un po'. Un'occasione per riflettere ancora sul sistema educativo...

Cari studenti delle medie del terzo millennio, sono stato il vostro supplente di italiano. È stata un'esperienza breve ma umanamente molto intensa. Il prossimo settembre inizierà un nuovo anno scolastico, forse non ci vedremo mai più, ma mi sento di dovervi delle scuse. Sì, proprio come ha fatto in marzo Lizanne Foster, un'insegnante canadese delle superiori, a cui mi ispiro liberamente. Nonostante gli sforzi, i docenti – e figuriamoci un umile supplente - difficilmente riescono a convincere i politici a cambiare il sistema educativo, ad investire maggiormente sulla vostra istruzione perché ciò andrebbe a vantaggio di tutti. Finché i vostri bisogni educativi non verranno prima di altri, vogliate accettare le mie scuse.

A Giuseppe spiace che...
Mi spiace che dobbiate recarvi a scuola alle otto di mattina, quando la neuroscienza dice che il vostro cervello non funziona bene prima delle dieci. Mi spiace che dobbiate (dovreste) chiedere il permesso per fare la pipì in bagno o per bere dell'acqua, anche se avete dei diritti fondamentali. Mi spiace che ogni giorno siate costretti a stare seduti per ore, benché la scienza dica che non fa bene né alle capacità cognitive, né alla salute.

Mi spiace che siate divisi per età, come se c'entri qualcosa con la maturità o l'intelligenza. Mi scuso se la “scuola inclusiva” ticinese, un unicum svizzero, in realtà non aiuti tutti. Mi spiace che quelli di voi che fanno più fatica, e che dovrebbero seguire altri tipi di scuole, non ottengano il giusto sostegno perché costa troppo. Mi spiace che dobbiate studiare cose che non vi interessano nella cosiddetta “era della conoscenza”, che dobbiate competere tra voi per “passare l'anno” quando da sempre è la collaborazione che conta, ma ciò a scuola significa “imbrogliare”, “suggerire”, “copiare”.

Mi spiace che vi capiti di usare tecnologie obsolete nell'era digitale. Mi scuso se, mi dicono dei docenti più autorevoli di me, “l'insegnamento personalizzato” e il progetto “La scuola che verrà” è un'utopia, perché costerebbe troppo. Mi scuso perché siete obbligati a far parte di un'economia basata ancora sull'estrazione delle risorse naturali, perché ci sarà sempre meno lavoro e sempre più disoccupati, perché la Terra, che non sta già bene, prima o poi ci obbligherà a reimpostare tutto. Mi fa arrabbiare che nessuno vi sta preparando a questo.

Giuseppe vorrebbe che...
Vorrei che i docenti siano più umili, che quelli anziani e stanchi insegnino meno, che i docenti svogliati o incompetenti non mettano piede in un'aula, che le classi siano meno numerose, che gli uomini tornino ad insegnare dalle medie in giù. Vorrei che realizziate quanto siete fortunati, che capiate cosa vuol dire limite, regola, rispetto, merito, ecc., ma se non è così non è soltanto colpa mia o vostra. Vorrei che vi si insegni già alle elementari come si usa internet e cos'è un telefonino, e quali sono i pro e i contro.

Vorrei che riusciate a concentrarvi per più di venti minuti alla volta, a non perdere l'abilità di scrivere a mano, a conservare le vostre capacità manuali e logico-spaziali, a non ridurvi al “copia/incolla” e allo “scorri su/giù” tipico dei computer. Vorrei che la vostra innata curiosità non venga soffocata dal conformismo scolastico e sociale a cui siete abituati, che la vostra spontaneità (o incoscienza) non sia solo una foto di voi su “Instagram”. Vorrei non sentire domande stupide, ma che riusciate a darvi delle risposte da soli, collegando i pensieri e ragionando.

Vorrei che non vi sentiate obbligati di stare a scuola solo perché siete minorenni o perché a casa magari non c'è nessuno. Vorrei che l'apprendimento non sia solo quello che c'è in un esame, che la pubblica educazione sia prioritaria come in Finlandia, che gli obiettivi vengano aggiornati ogni tot anni. Vorrei che il Ticino sia in cima ai cantoni per la spesa educativa pro capite totale1 o per la spesa di formazione per ogni allievo2. Vorrei che i politici si convincano nei fatti che il futuro dipende dal tipo di sistema educativo. Vorrei che il vostro modo di pensare creativo e innovativo non venga snobbato e sprecato dal sistema, ma utilizzato per risolvere i problemi del mondo. Vorrei che... Con simpatia, il vostro ex supplente, Giuseppe.

*nome di fantasia.