Docenti, santi o cittadini?

pubblicato da Ticinosette #43 - 27.10.2017
Il caso del docente di Barbengo che, lo scorso settembre, dopo la votazione cantonale “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia”, ha detto la sua sulla sua pagina privata di Facebook, ha sollevato l'ennesimo polverone sulla categoria. Insomma, chi svolge una funzione pubblica può esprimersi liberamente da privato cittadino come sancisce la Costituzione? A volte sembrerebbe di no.

Chi scrive può testimoniare una discussione tra docenti avvenuta all'aperitivo. “Se un genitore mi vede brillo al bar o che ballo ad una festa, subito pensa male!” ha detto uno. “Cerco di farmi vedere il meno possibile in giro per non sentirmi giudicato!” ha commentato un altro. Ma può una società liberale e democratica tollerare questo? Il contribuente con cognizione di causa ha tutto il diritto di criticare un dipendente pubblico che svolge male il suo lavoro. Ma anche quello che fa o che dice nella sua vita privata? Be', in Ticino in teoria sì (vedi in basso).

Gli stili di vita individuali, e persino il pensiero o il modo di esprimersi, sembrano ancora sottostare alla “morale pubblica”, soprattutto nella più grande piazza che c'è, il web. Ma se un docente alza il gomito un sabato sera, saranno fatti suoi o è condannabile per questo? Se un poliziotto fuori servizio non rispetta il limite di velocità, quanto è riprovevole il suo gesto? Se un prete non si dimostra corretto con tutti i suoi fedeli, va messo al rogo? E un medico è forse sempre esempio di salutismo? La realtà, come sappiamo, è un'altra.

Società troppo pretenziosa?
Tornando ai docenti, “in effetti c’è stato un calo di prestigio a un certo punto nel passato”, ha detto a “Cooperazione” il capo ufficio Scuole comunali del cantone Rezio Sisini. Se questo è vero, il genitore dovrebbe essere ancor più alleato dell'insegnante nell'interesse del figlio/allievo, invece di dargli addosso. E lo stesso varrebbe per poliziotti, medici, preti ecc.

“La scuola è stata lasciata sola a far tutto, salvo poi il rimproverarle di non fare nulla. E’ la contraddizione malata di una società irragionevole e bulimica di pretese” tuona lo psicoterapeuta italiano Roberto Cafiso. Probabilmente, sostengono molti esperti come lui, c'è una malsana abitudine di delegare agli altri le proprie responsabilità. E c'è anche una questione di rappresentazioni o percezioni sociali di certe professioni pubbliche.

Anche i media, pur facendo il loro dovere quando riportano casi di maltrattamenti o di pedofilia, contribuiscono involontariamente ad una visione negativa. Si potrebbe allora dire molto anche su quanto i docenti, o altre categorie pubbliche, si “autocensurano” o si “imbavagliano” da soli, ma la contraddizione di cui parla Cafiso è sempre più evidente. Quanto potremmo dire sulla qualità di genitore di molti cittadini?

Un esempio inglese
Nel settembre 2009 il “General Teaching Council” (GTC) inglese voleva introdurre un nuovo e più severo “codice di condotta” per gli insegnanti, atto a rafforzare il loro tradizionale ruolo quali “pilastri della società”, riporta il “Daily Mail”. “Dovrebbero agire come modelli di ruolo per gli alunni, sia all'interno che all'esterno della classe” si legge. Per esempio i cittadini avrebbero potuto segnalare al GTC quei docenti che disonoravano la professione. Ci fu una sollevazione. Più di 10mila insegnanti firmarono una petizione che criticava una “intromissione nella vita privata”, il divieto di “basilari diritti umani”, tra cui quello di “ubriacarsi al pub nel fine settimana”. Dopo una strenua consultazione del codice non se ne fece nulla.

Sette virtù pubbliche/private
1. Pio funzionario. La legge sugli impiegati statali (“Lord”) dice che deve “mostrarsi degno della stima e della fiducia” e “tenere un contegno corretto e dignitoso, sia nello svolgimento della funzione stessa, sia nella vita privata”.

2. Poliziotto esemplare. Oltre alla “Lord”, il codice deontologico cantonale dice che deve avere “sia in servizio che nella vita privata un comportamento esemplare”, ed evitare atteggiamenti che “possano far dubitare della sua onestà e della sua affidabilità“.

3. Degno politico. Per la legge è ineleggibile colui che nella vita privata o professionale commette “crimini o delitti” contrari alla “dignità della carica”.

4. Avvocato fidato. Il codice professionale dell'Ordine cantonale dice che il legale “si astiene da ogni attività contraria alla dignità professionale e alla fiducia in lui riposta”.

5. Ferroviere prudente. Per il contratto collettivo tutti i collaboratori “dimostrano di essere responsabili delle proprie azioni tenendo un comportamento prudente anche durante il tempo libero”.

6. Prete equilibrato. Una direttiva della Conferenza dei vescovi svizzeri prescrive un “equilibrio personale”, il “saper curare anche se stessi” e l'apprendimento di una “sana igiene psichica”.

7. Medico prestigioso. Il codice deontologico della Federazione svizzera dei medici vieta “qualsiasi atto extra professionale punibile (…) e che può ledere il prestigio e la dignità della professione”.