Integrazione e pregiudizio

pubblicato da TicinoSette #25 - 22 giugno 2012

Difficile pretendere l'integrazione degli stranieri quando in Ticino manca la cultura del diverso e dell'accoglienza...

Siamo tutti vittime di pregiudizi etnici, vuoi per l'apparenza o per la provenienza. Specialmente se si vive in un paese che non è il nostro. Ma c'è chi lo è di più, perché donna e dell'Europa dell'est, come Olga, così chiameremo questa madre 40enne, avvenente e sposata con un ticinese, per tutelare il suo desiderio di anonimato. Parla bene italiano e da anni risiede nel cantone, eppure da anni subisce i pregiudizi di uomini e donne ticinesi. La sua unica "colpa"? Tratti somatici e apparenza dell'Europa orientale. Una storia di ordinaria "disintegrazione" di cui in Ticino nessuno conosce l'ampiezza.

Olga, ci puoi raccontare quando hai iniziato a subire questi pregiudizi?
"Da subito, da quando mi sono sposata e sono diventata madre. Essendo un'artista, mio marito mi diceva di non dire mai che era il mio mestiere, oppure dovevo specificare sempre che tipo di arte faccio concretamente, cioè l'arte multimediale".

Altrimenti?
"La gente pensava subito alla classica 'ballerina' di night-club. Non mi credevano e dicevano 'ah, sei artista veramente?', o peggio 'hai fatto la notte?'. Insomma, ancora oggi sembra che devo giustificare la mia presenza qui in Ticino".

Puoi farci qualche esempio?
"Era autunno, aspettavo il bus sul mezzogiorno. Faceva freddo ed ero molto vestita, quindi non in modo provocante o sexy, ma si fermavano uomini in auto chiedendo se avessi tempo! Mi capitava anche quando uscivo in città da sola, sempre di giorno. Mi chiedevano direttamente 'quant'è?' oppure mi seguivano chiedendomi se volessi "fare un giretto" o "passare un momento" con loro!"

Come hai reagito?
"All'inizio ero molto sorpresa. Dicevo gentilmente di no, ma a volte insistevano. Poi ho iniziato a rimanerci veramente molto male, tanto da cominciare a dirmi che c'era qualcosa che non andava in me, nonostante mi comportassi e mi vestissi in modo normale, come sempre. Iniziavo persino a vergognarmi delle mie origini".

E quindi?
"Ho voluto parlarne con uno psicologo, ma lui mi ha detto tranquillamente che io ero a posto. E che siccome venivo da una grande città, non dovevo aspettarmi troppo dalla realtà ticinese".

E ci sei riuscita?
"Purtroppo sì! Mi sono abituata e ormai non mi aspetto più niente di speciale. Ormai esco molto meno da sola e degli uomini non mi fido molto. Ho poche amiche e quasi tutte sono straniere".

Come ti spieghi questo atteggiamento?
"Penso che in generale qui c'è un problema di comunicazione e quindi di seduzione. Ad esempio, sono una persona curiosa e parlo con tutti, ma molti uomini scambiano subito questa mia apertura con il volermi coinvolgere sentimentalmente. Pensano subito che io voglia qualcosa in più, ma non voglio proprio niente! La lettura delle intenzioni è completamente sbagliata. Non penso che sia una questione di razzismo".

E di cosa allora?
"Di ignoranza. La gente di qui non gira molto i paesi dell'Europa dell'est o le grandi città. Quindi pensa che da questi paesi ti puoi aspettare solo un certo tipo di persone. Alcuni anni fa, davanti a mio marito, gli dicevano 'che carina! Dove l'hai trovata?', come se fossi un animale o una mucca da esposizione! Ero mortificata! Forse è il provincialismo che c'è, perché nelle grandi città nessuno farebbe questa confusione".

Molte delle prostitute in Ticino proviene dai paesi dell'est. Come commenti questo fatto?
"Sì, penso che questo contribuisca ad alimentare il pregiudizio, anche se si fa finta che non esista".

Con le donne ticinesi hai lo stesso problema?
"Sì, a loro non piace uscire con una come me. Come se si sentissero a disagio, c'è un'ostilità in generale. Forse siamo una "concorrenza" per loro, magari perché sono senza un uomo e pensano che glieli rubiamo? (ride, ndr.). Forse hanno un altro temperamento e sanno meno sedurre. Ad esempio, nel mio paese, che è molto cattolico, le donne si truccano ogni giorno, ma qui sembra solo a carnevale!".

Pensi che cambierà qualcosa?
"Sono passati quasi vent'anni ma tutto è peggiorato. Forse da quando qui si è cominciato ad accettare i bordelli o la professione di prostituta, per molti è diventato quasi "legale" rivolgersi così a qualsiasi donna. Mi auguro che con le nuove generazioni questo atteggiamento cambi".

Cosa ti senti dire, infine, a chi si comporta così? (domanda non pubblicata: ndr)
"Che se vuole comprare un paio di calzini, può andare in un negozio e non a cercarli per strada!".

Tra ignoranza e sessismo
I pregiudizi sono figli dell'ignoranza e, dicono gli psicologi, anche dello scontento generale, dell'aggressività e dell'arroganza. Sono valutazioni negative, generalizzate e sistematiche su persone o gruppi sociali, in questo caso per motivi etnici. E il Ticino, come la Svizzera, benché multietnico, è impregnato di tutto ciò: nelle sue valli discoste e nelle sue cittadine provinciali lo scambio tra culture ed etnie non è all'ordine del giorno. Pochi riconoscono questa "precarietà civile e culturale" secondo lo studioso Angelo Stella, fatta di lacune "prontamente colmate dagli stereotipi e dai pregiudizi" denuncia il linguista Ottavio Lurati. (1) Tra questi, lo stereotipo tutto maschile della donna dell'est "più facile" di altre, in parte alimentato dalle molte meretrici rumene ed ucraine attive in Ticino. "Abbiamo già ricevuto lamentele di donne straniere che venivano trattate come prostitute" dice Monica Marcionetti, dell'antenna May Day di Sos Ticino. "Solo perché il loro aspetto fisico e la lingua le qualificavano come provenienti da quei paesi".

Donne vittime e carnefici
Proprio come Olga, le donne straniere sono discriminate tramite "esternazioni verbali" e "a sfondo sessuale", perché "la loro (presunta) provenienza straniera è visibile al primo colpo d'occhio", ricorda la Commissione federale contro il razzismo. (2) Se poi sono sole, nella nostra cultura "una donna che non è legata ad un uomo è una donna accessibile a tutti gli uomini". (3) Ma le donne, oltre che vittime, sono anche carnefici: come quelle che hanno pestato in un bar una ragazza ucraina, solo perché bella e addocchiata dai loro uomini, o come quella che ha diffamato una russa su Facebook solo perché era legata ad un uomo indigeno per cui lavorava. Gli esperti confermano la cosiddetta "competizione intrasessuale": "avversarie che si combattono per un reale o potenziale partner", essenzialmente sul piano dell'avvenenza fisica, "spesso usando il pettegolezzo per sminuire l'apparenza e la reputazione di altre donne". (4)

L'indifferenza da colmare
Per motivi più politici che economici, l'apertura e l'accoglienza da parte degli svizzeri diventano un tema politico solo nel 1992 e legislativo solo dal 2008. Ma rimane la rassegnazione: emarginate o diffamate "la legge non prevede alcun mezzo legale", mentre "nei settori del diritto civile, spicca la mancanza di un divieto generale di discriminazione". (5) Il codice penale? Punisce la discriminazione razziale, ma "non serve certo per combattere fenomeni del tipo di quello evocato", riconosce Mario Branda, nuovo presidente della Commissione cantonale per l'integrazione degli stranieri. Un cantone dove questa commissione solo da poco è stata liberata da "conflitti di interesse" e "marcate posizioni partitiche", (6) dove non si sa nemmeno quanto sia diffuso il problema. "Il Ticino, ma anche la Svizzera, fino ad ora non ha mai fatto un monitoraggio serio sui casi di discriminazione" conferma Francesco Mismirigo, delegato cantonale all'integrazione. Lo farà "entro breve", dice, tra il 2014 e il 2017. Per la legge federale, l'integrazione implica un "atteggiamento di apertura" degli svizzeri, mentre cantone e comuni devono tener conto delle "esigenze particolari" delle donne. (7) Il caso di Olga dimostra che quanto fatto finora è servito a poco.



Note: (1) "Lingua e letteratura italiana in Svizzera", Ed. Casagrande (1989), pag. 24, pag. 171.
(2) "Episodi di razzismo trattati nell'attività di consulenza", Commissione federale contro il razzismo (2010).
(3) C. Dallera, V. Ducret, "Migration féminine, au-delà des stéréotypes" (2004). www.2e-observatoire.com
(4) A. P. Buunk e altri, "Intrasexual competition within organizations" in Evolutionary Psychology in the Business Sciences (Ed. Springer 2011), pp. 58-59.
(5) ibid. 2 (2008).
(6) Rendiconto del Dipartimento delle istituzioni (2011), pag. 44.
(7) Legge federale sugli stranieri, art. 4 cpv 3; art. 53 cpv 4.


Reazioni:

1 - "Nell'ultimo numero di TicinoSette viene pubblicato un articolo di Marco Jeitziner intitolato "Integrazione e pregiudizio". Si racconta la storia di Olga (nome inventato dal redattore, chissà se solo quello...) la quale é una donna di 40 anni dell'Est Europa che racconta la sua vita, o meglio il suo incubo in Ticino.
Olga infatti racconta che spesso quando gira tranquillamente in città di giorno, magari mentre aspetta l'autobus e vestita di tutto punto, viene fermata da automobilisti che le chiedono quanto prende per una "prestazione"... A volte succedeva anche che, nonostante un primo rifiuto, alcuni insistevano, convinti che essendo dell'est doveva per forza essere una prostituta.
La donna, che ha anche dei bambini, racconta di essere andata da uno psicologo, il quale le ha confermato che la colpa non é sua ma dei ticinesi, da cui non c'é da aspettarsi molto in termini di relazioni umane. Il problema non é comunque solo con gli uomini ma anche con le donne, che vedono il lei e le altre straniere una "concorrenza", in quanto le ticinesi sono meno capaci di sedurre.
In poche parole, nonostante in Ticino ci siano diversi postriboli dove la prostituzione é legale e sicura ci sono automobilisti che di giorno, magari in pieno centro, fermano passanti vestite come delle normalissime madri di famiglia per chiedere la marchetta. E, nonostante un terzo della popolazione in Ticino sia straniera e i 54mila frontalieri che varcano quotidianamente il confine, sappiamo che a farlo sono i ticinesi. Ma per favore... MS"

2 - Grazia M. "ma per favore si! probabilmente il problema ce l 'ha la signora o dev' essere davvero appariscente per suscitare tali "fantasie" ma come sempre lo stolto guarda il dito e non la luna e si limita a rimarcare che non possano essere i ticinesi giusto perchè un terzo della popolazione è straniera e ci sono 54000 frontalieri...ma uscirete mai da questo tunnel perverso? gli uomini sono uomini che siano ticinesi stranieri o frontalieri non è che il passaporto elvetico renda immuni da qualsiasi comportamento scorretto !"

3 - Yago Y.: "In questo caso non ne farei una questione di seduzione ma di apparente disponibilità. La seduzione è tutt'altra cosa"

4 - Katia C.-R.: "Ma ci faccia il piacere, lei e lo psicologo! Certo che andare da uno psicologo perché ti fermano per strada non é una cretinata! Ahahahahahaha"

5 - Clay B. -"FORSE SULLE DONNE TICINESI NON HANNO TUTTI I TORTI".


Post originali qui

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