Paure in rete

pubblicato da Ticinosette #43 - 24.10.14

Quali sono le fobie che le persone confessano di più nella grande rete globale? L'abbiamo testato col motore di ricerca Google, scoprendo che...

L'anno scorso l'autore spagnolo Juan José Millás scrisse un articolo tanto ironico quanto spietato a cui ora mi ispiro. Ho acceso il computer, mi sono collegato a Google e ho digitato "ho paura di...". Ho fatto questa prova un anno fa e l'ho rifatta di recente. Ho ottenuto in ordine i seguenti risultati: "ho paura di essere incinta", "ho paura di morire", "ho paura di tutto", "ho paura di avere un tumore". Non so se con altri idiomi otterremmo lo stesso esito, e nemmeno so come mai siano proprio queste paure le prime a comparire sullo schermo. Il risultato, potete verificarlo, cambia spesso, così come la quantità di esiti. Il perché qui non ci interessa.

La maternità crea ansia
Con "ho paura di essere incinta" Google ha trovato circa 350 mila risultati. Noi uomini non possiamo capire, ma sorprende un po' che sia proprio questa la prima fobia nel terzo millennio. Sono donne giovani a cui non è stato forse spiegato a sufficienza cosa sia la maternità, cosa comporti e, soprattutto, come la si può evitare? Se l'Italia, dicono le statistiche, sta conoscendo un aumento di "ragazze madri", questo sarebbe dovuto in maggioranza alle donne straniere. Inoltre l'Italia figura tra i paesi europei in cui la maternità è più tardiva che altrove. L'affermazione nasconde dunque altre letture. Queste donne vorrebbero essere incinte ma non lo sono ancora? Oppure già lo sono e temono per loro stesse e il nascituro, ammesso che lo vogliano? Confesso che mi sento un po' demoralizzato. Gli antichi egizi già quattro millenni fa scoprirono i primi anticoncezionali, eppure...

Sembra che ciò sia il frutto ignobile non solo dell'ignoranza nella nostra società così "informata", ma anche della tendenza a reprimere tutto ciò che è naturale, compreso il dolore e la gioia del parto. Cercare risposte nel caos della rete è certo segno dei tempi, ma spesso nasconde soltanto solitudine e abbandono e, appunto, tanta ignoranza mai colmata da genitori ed educatori. In un film si diceva che ad un grande potere corrisponde una grande responsabilità, perciò è normale che faccia paura. Ma se questo grande potere è il più grande di tutti, cioè il dare la vita, ed è prerogativa femminile, di quale responsabilità stiamo parlando? Temere la creazione della vita non equivale forse a temere la sua fine?

La morte che spaventa
Proprio la morte è la seconda preoccupazione più comune, stando ai 320mila e rotti risultati sciorinati dalla rete. Potremmo anche scartare le prime migliaia, ma nessuna sorpresa in una società in cui la spiritualità è in caduta libera e il materialismo impazza. Qual è lo scopo di esteriorizzare questo disagio lontano da tutto e da tutti? Non avrebbe più senso dirlo in faccia a qualcuno? E chi sarà mai questo migliaio di fifoni registrati da Google o da Yahoo? Prima di internet si dichiarava di temere la morte nel segreto di un confessionale, nello studio dello psicanalista, al bar, ecc., mica in questo oceano digitale indefinibile.

Se chi dice alla rete di temere la morte è una persona in salute, forse gli converrebbe davvero uno psicanalista. Se invece è ammalato o soffre di un male incurabile, gli sarebbe più utile trovare la forza e la motivazione per continuare tra i suoi cari e nella bellezza del mondo, invece di compiangersi. Tra il dire e il fare ce ne passa, certo, ma ti rende forse diverso, migliore o peggiore di altri cercare in rete chi ha paura di morire come te? E se questi timorosi fossero invece persone che la morte se la vanno a cercare di proposito, maltrattandosi coscientemente e scavandosi la fossa da soli? Oltre che codardi sarebbero anche stupidi.

Tutto fa paura
La categoria peggiore di questo esercito di vili è proprio quella che "ho paura di tutto": oltre sette milioni i risultati mostrati. Possiamo anche rispettare il fobico, l'ansiotico e il paranoico, ma non v'è scemenza più grande di affermare che si ha paura di tutto. Preoccuparsi per tutto non ha senso, perché è impossibile, essendo quel "tutto" imponderabile e quindi inesistente. Affermare di temere "tutto" implica non conoscere niente, quindi non avere un cervello, ovvero non essere mai nati, non esistere. Significa non concepire tutte quelle risorse di cui l'umano è ricco, dall'incredibile forza d'animo alla reattività dell'istinto, per natura, in quanto mammiferi. Vuol dire ignorare la prodezza e la temerarietà sia mitologica sia contemporanea della nostra discutibile ma pur sempre millenaria cultura. A questi milioni di pappemolli, spaventati anche dai colori e dagli odori, dalla luce e dall'armonia, dico: così non caverete mai un ragno dal buco, anche perché, va da sè, sicuramente siete anche... aracnofobici!

Paura del cancro
Con "ho paura di avere un tumore" ecco comparire oltre 500 mila risultati. Mi pare l'ansia forse più sensata e comprensibile di tutte. Chi ha (o ha avuto) un parente o un conoscente che vive (o ha vissuto) questo dramma, lo sa molto bene. Chi lo ha scritto (e lo scrive) nella rete cerca conforto e comprensione da chi è nella stessa situazione. Tuttavia non mi è chiara la lettura: o l'affermazione è dubitativa (non so se ho il cancro) o è esclamativa (ce l'ho). Nel primo caso suggerisco a questa persona di recarsi a fare degli esami e delle analisi serie, affinché lo sappia con certezza. Nel secondo non potrei che provare comprensione per questa sventura di cui conosciamo ormai le cause di insorgenza, ma si può ridurre il rischio di incorrervi e non dimenticherei di dire che in certi casi il tumore è guaribile.

Le altre paure
Ho accennato all'inizio che, un anno fa, c'erano altre paure in classifica. Tra queste, "ho paura di perdere il mio ragazzo" (oggi oltre 200mila esiti): potrebbe trattarsi di giovani donne o omosessuali maschi in crisi di autostima, particolarmente sensibili, insicuri, ecc. Il fatto che questo timore oggi non figuri più nell'elenco vorrebbe dire che la capacità delle persone di gestire la coppia sia migliorata? O che tutti si autostimino di più? Oppure che, al contrario, le cose vanno peggio di prima e che vi sia maggiore solitudine e meno relazioni sentimentali? Un'altra gettonata fobia era "ho paura di fare l'amore" (oggi quasi 500 mila esiti) e, da qualche settimana "ho paura di essere gay" (oltre 400 mila risultati). La comparsa di questo ultimo timore non mi rallegra affatto. Bene se gli ansiosi dell'accoppiamento fisico ed emotivo sono diminuiti, altrimenti possiamo ahi noi ipotizzare una cosa sola, e cioè che sta vincendo lei, la paura. Tanto vale allora la spietatezza provocatoria e triste di Millás, quando scrive: "ma lo sai cos'è la paura, figlio di un cane? (...) Tu non hai nessuna idea di cos'è, te lo dico ciecamente". Insomma, hai mai avuto davvero paura? Di perdere il lavoro, di non poter mangiare, di non poter uscire di casa, di venire ucciso, ecc.? Io e Millás crediamo di no. E voi?