Orti. Terreni fertili

pubblicato da TicinoSette #31 - 3 agosto 2012

E c'è chi lo fa anche in ufficio. Attenzione dunque, perché la vanga e la zappetta sono tornate...

C'era una volta l'orto comunale. Qui da noi s'è fatto un po' raro, ma sta tornando piacevolmente di moda. Sarà per la crisi economica, per l'onda verde che rifiuta l'aglio importato dalla Cina, chissà. Anchi chi vive in un palazzo, cioè la maggior parte dei ticinesi, può desiderare un piccolo appezzamento per coltivare zucchine e San marzano. E c'è chi lo fa anche in ufficio. Attenzione dunque, perché la vanga e la zappetta sono tornate! Alla faccia di chi spende un sacco di soldi nei "grandi" ortaggi dei grandi magazzini, o interi mesi nelle sudice palestre fitness invece di sudare nel podere sottocasa.

Fare l'orto è tendenza
Coltivare le proprie zucchine è "in", comprare quelle spagnole è "out". Certo, l'inverno anche a noi tocca recarci negli sterili supermercati, dove le verdure sembrano di plastica e il pomodoro non sa più di pomodoro, ma di passata e conservanti. Ma persino negli Stati Uniti, stentavo a crederci, l'orto fa tendenza è c'è chi propone quello aziendale. Grosse ditte dell'informatica e dell'automobile offrono ai loro dipendenti la possibilità sui tetti o nei cortili, perché hanno capito che è terapeutico e che poi il collaboratore produce meglio e di più. Le nostre aziende invece... Mi piace immaginare un'infermiera che nella pausa pranzo, sul tetto del nosocomio, si china a raccogliere lattuga fresca, o ad un funzionario statale che nel cortile, prima di entrare in ufficio, annaffia porri e carote. Fatto sta che l'orto, si ricredano gli scettici, ormai è di moda in moltissime città, nei balconi o sui terrazzi: lo chiamano "urban farming" (coltivazione urbana). Persino la scienza lo conferma: fare l'orto e prendersi cura di fiori e piante allunga la vita, soprattutto a quelli di mezza età, dice uno studio dell'ateneo svedese di Uppsala. Vedrete che l'orto di Michelle Obama, delle stelle di Hollywood o della regina d'Inghilterra vi farà un baffo!

L'orto in comune
Pensate, nella Lugano della finanza non c'è più posto: i 180 orti comunali, soprattutto a Viganello e Breganzona, sono sempre tutti affittati. Dubito che tra i richiedenti vi siano dei colletti bianchi o delle giovani rampanti avvocatesse, ma potrei ricredermi. Permane un mistero invece a Morbio Inferiore: dall'anno scorso non si hanno più notizie del terreno che era adibito a tale scopo, trenta metri quadri a soli dieci franchi al mese. Persino il borghese comune di Ascona, forse dietro l'impulso dei molti abitanti tedeschi e svizzero tedeschi, notoriamente più ambientalisti, vuole spendere 140 mila franchi per degli orti comunali. Motivo, scrive il municipio, è una "attività socialmente interessante". L'hanno chiesto ad esempio anche a Caslano l'anno scorso, perché "contribuisce alla valorizzazione dell'ambiente urbano" (un po' di verde nel grigio cemento), "facilita lo sviluppo delle relazioni fra gli abitanti" (vuoi mettere le sfilate di verze e coste?) e, da non sottovalutare, promuove "l'attività fisica all'aperto" (zappettare e sarchiare tonifica glutei, gambe e braccia). Le richieste, e questo è il bello, giungono da vari schieramenti politici. L'orto è stato sdoganato: non è più di sinistra!

A portata di mano
Di solito cerchiamo dei pomodori nei soliti luoghi. A volte guardiamo l'etichetta (andrebbe stampata a caratteri cubitali) della provenienza e leggiamo "Marocco". Il povero pomodoro è stato costretto a farsi ore di camion e nave sotto refrigerazione, ha attraversato il Mediterraneo e poi tutta l'Italia per arrivare da un grossista fino al reparto verdure di periferia. Quando è nel tuo piatto è lì che ti guarda smorto e cadaverico. Vuoi mettere la Rosa di Berna che hai piantato e curato, maturata al tuo sole dal verde al rosso, quasi intimidita? Che sia corto o storto, nell'orto c'è sempre qualcosa da fare e da imparare: "toh, una femminella ascellare da togliere", "oh, le lumache son ghiotte di lattuga", ecc. Mai come al ristorante, soprattutto quando, incredibile ma vero, ti servono per ben tre volte di seguito un'insalata con dei pezzi di vetro. Dunque, prima regola: avere un piccolo podere (per chi non lo sapesse, fatto di terra sporca venduta persino nei negozi). Seconda: chi troppo pianta, raccoglie male (serve distanza tra le piante e il terreno s'impoverisce). Terza: "stesso mare ma non stessa spiaggia" (evitare di ripiantare lo stesso prodotto nella stessa terra l'anno seguente). Allora i bambini sapranno che gli ortaggi non nascono nelle cassette di plastica, ma da stupendi fiori colorati, come il bel viola di melanzana o il giallo intenso del cetriolo.