Frédéric Maire


"Piango per un film
che mi tocca"


RFT, 15 agosto 2009

Un collega neocastellano, classe 1961, ma decisamente cinefilo e anche regista. L'ho incontrato in un caldissimo sabato pomeriggio al suo ultimo anno quale direttore del Festival internazionale del film di Locarno (lo era dal 2005), ma anche nel momento di maggiore tensione della kermesse: alla conferenza stampa dei palmares decisi dalla giuria (Pardo d'oro al film "She, a chinese" della cinese Xiaolu Guo). Un direttore corpulento ma sensibile e (non lo ammette), anche un po' commosso...

Se la sente di commentare le decisioni della giuria?
Penso che ha fatto un buon lavoro, ma comunque non sono io che devo criticare o meno i giurati. Rispetto le loro scelte e sono molto felice della scelta del Pardo d'oro a un film cinese, poi è una donna, una regista importante e il film è già stato selezionato per Toronto, e questo sta diventando un po' un classico, dopo Locarno, Toronto.
Dopo l'annuncio, il presidente della giuria, Jean Marie Blanchard, si è un po' stupito che non ci fossero domande da parte della stampa!
Mah, ha solo avuto una reazione un po' strana, ma lo posso capire, perchè ad altri festival, come Cannes o Venezia, la conferenza stampa dei giurati finisce con una mitragliata di domande, qui ce n'è stata solo una! Non so perchè, forse c'è un po' di pigrizia, forse è lo stato d'animo di Locarno. (ride, ndr)
Quest'anno molti Manga ma non sembra molto pubblico?
No, in realtà siamo in aumento rispetto all'anno scorso, ma è difficile calcolare. Da due anni c'è un controllo sistematico con il codice a barre (sulle tessere e i biglietti, ndr). C'è stata una sola serata che è andata male, quella dei Manga, ma lo sapevamo! Però abbiamo avuto coraggio e se n'è parlato molto e si dirà che Locarno è stato precursore.
Sull'atteso film ticinese ("La valle delle ombre" di Mihály Gyoerik), un tutto esaurito, ma come ha visto la piazza?
Ho visto una piazza molto attenta, la gente è rimasta fino in fondo, anche se magari certi spettatori erano un po' smarriti, perchè il film è costruito su vari racconti. Io sono contento, è bello per il Ticino far vedere che riesce a fare un film così.
E' la sua ultima edizione: ora potrà finalmente evitare le annose discussioni sulla mancanza di star e di un vero tappeto rosso?
Io non ho mai avuto a che fare con queste discussioni, non ho mai voluto entrare in questi dibattiti! Quindi non è che sono contento, io spero di poter andare dove si difende il cinema e basta!
Lascia un festival in quali condizioni finanziarie?
Lo diciamo da tanto tempo Marco Solari (presidente del festival, ndr) ed io: il festival ha bisogno di più soldi. Coi soldi di oggi può continuare ma non può crescere, ed un festival di questo tipo che non cresce, alla fine muore!
Il suo successore sarà Olivier Père e alcuni dicono che ci saranno rivoluzioni, scelte più coraggiose. E' d'accordo?
(sospira, ndr) Guardi, lavoriamo sullo stesso materiale, difendiamo lo stesso cinema anche se non abbiamo esattamente gli stessi gusti. Penso che c'è una vera similitudine, nessuna rivoluzione, qualche cambiamento ed è giusto, un nuovo direttore, 10 anni più giovane di me e speriamo bene, se no che ci viene a fare qua? (ride, ndr).
Verserà qualche lacrimuccia?
Non lo so! Vediamo, magari stasera, ma non è tanto il mio stile. Piuttosto piango quando vedo un film che mi tocca e mi commuove, ma non tanto davanti a migliaia di persone. Sarà comunque commovente di dire addio, o ciao, boh! Non lo so, però sono contento di quello che è successo e di continuare una nuova avventura! (dirigere la Cinemateca svizzera a Losanna, ndr)