Attenti al lupo!

pubblicato da Ticinosette #39 - 23.9.2016

Dopo la scoperta di tre nuovi lupetti in Ticino questa estate, si riaccendono le polemiche tra difensori e oppositori del mitico predatore.


È almeno dal 2001 che il lupo scorrazza nella Svizzera italiana provenendo dalle Alpi italiane e francesi, precisa il gruppo di ricerca elvetico “Kora”. È notizia di fine agosto, hanno confermato le autorità ticinesi, la presenza di tre lupetti in Val Morobbia, i quali “portano dunque il totale a 21 lupi” nel territorio. Ma benché il lupo in Svizzera sia una specie protetta dal 1986, ecco che le polemiche si riaccendono puntualmente.

La notizia è “inquietante” per l'Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori (AtsenzaGP) – sezione Ticino. Nel 2015 in Svizzera, si legge, 46 capi di animali da pascolo sono stati uccisi dai lupi. E ci si chiede: perché proteggere il lupo se non è più a rischio di estinzione? Il lupo, sostengono i suoi avversari, non farebbe che ridurre il popolamento di Alpi, monti e villaggi, il numero di aziende agricole che producono ottimi prodotti, la gestione del territorio, la qualità di vita degli animali da reddito, ecc. Infine il lupo ridurrebbe il quantitativo di selvaggina a disposizione dei cacciatori.

Recinzioni e cani
Queste argomentazioni non sono condivise per esempio da Pro Natura, per cui basterebbe proteggere meglio le greggi, recintando i pascoli, facendole sorvegliare dai pastori o impiegando dei “cani di protezione”. Quest'ultima soluzione ha però già dimostrato i suoi limiti lo scorso luglio nel canton Vallese: un lupo ha attaccato cinque pecore i cui resti sono poi stati mangiati dai “cani di protezione”. Inoltre nel 2014 in Valle Leventina alcuni turisti e forestali erano stati intimoriti da questi imponenti cani.

Pro Natura precisa che il lupo “può essere abbattuto soltanto in casi eccezionali” (fino al 2012 si contano otto abbattimenti autorizzati, ma anche 3 illegali) ma che questa soluzione estrema “non risolve il problema”: i lupi sono cauti, è complicato e costoso abbatterli e non sempre funziona. Secondo Pro Natura “senza adeguate misure di protezione, questi predatori continueranno ad arrecare danni”.

Tuttavia se recintare gli alpeggi non è sempre possibile a causa della morfologia del terreno, gli allevatori hanno l'obbligo di avere dei “cani da protezione”: solo così possono essere risarciti in caso di attacco, ha detto nel 2014 un'allevatrice. Sorgono allora alcune domande spontanee. Quindi tutti gli allevatori hanno dei “cani di protezione”? Oppure semplicemente da troppo tempo, afferma l'associazione “Protezione delle greggi”, “in Svizzera si è posta troppo poca attenzione alla qualità del lavoro del pastore”?