Little J. C.



"Il blues è sensuale per le donne"



RFT, luglio 2009

Il Chicago blues fatto in Svizzera. Jean Claude Bovard, in arte "Little JC", 43enne di Friborgo, l'ho incontrato di ritorno a Piazza Blues 2009 a Bellinzona, dopo l'esperienza positiva del 1994. Tre dischi all'attivo e dal 2000 una carriera in Europa come "one man band". Un musicista che ama la vita semplice...

Little JC, cosa si prova a ritornare a Piazza Blues?
Be', è un privilegio, un riconoscimento del mio percorso che continua, fa molto piacere di essere ancora ingaggiato qui a Bellinzona.
Cosa è cambiato dall'ultima volta?
La mia età? (ride) Sono passati 15 anni, ero venuto col mio gruppo, ora suono da solo, è una sfida maggiore e ho più tempo per lavorarci sopra.
Come è infatti suonare da solo?
Spesso è un bisogno, una necessità. Non è nemmeno sempre facile trovare dei buoni musicisti e spesso non c'è nemmeno il budget per pagare un gruppo intero. Ma alla base è una questione di necessità.
Come hai trovato il pubblico di Bellinzona?
Non male, hanno risposto bene. Certo non è evidente aprire le danze prima delle grandi leggende del Blues, è un pubblico di conoscitori penso, e questo fa spesso la differenza.
Cosa vuol dire per uno svizzero fare il blues, per uno come te che ha iniziato da bambino?
Rispetto al back-ground culturale e musicale dei nostri genitori, eravamo degli orfani. Quello che sprigiona il blues corrispondeva alla mia sensibilità. Non avrei potuto fare altra musica.
Come mai il Chicago blues?
Rappresenta uno degli stili fondatori come il Delta Blues, che influenza maggiormente le persone che iniziano a suonare.
Little J.C., fare il musicista funziona con le donne?
Con le donne? Be', posso dirti che ho un bel ricordo dell'ultima volta qui a Bellinzona (ride). Sì, penso che le donne amano il blues, c'è qualcosa di erotico, di sensuale. Può aiutare un po', penso. Ma, voglio dire, tutte le persone un po' in vista interessano alle donne, e non è sempre positivo, siccome nell'aspetto interiore c'è sempre qualcosa di più importante.
Cosa rispondi a chi dice che è facile suonare il blues?
Dico solo che siamo persone che ci esprimiamo in modo diverso, senza intellettualizzare troppo, come fanno ad esempio i jazzisti.
Allora viva il blues?
Sì, viva il blues, è grande, semplice e fa del bene. E viva il Ticino, saluti a tutti, viva le castagne e il vino buono! (ride)