Lezione di civiltà

pubblicato da Ticino Sette #1 - 3.1.14

Quando le cosiddette società primitive, commentando il nostro mondo moderno, ci insegnano il rispetto della natura e della vita...

Nel bel documentario "Le premier monde", girato nel 2010 dai francesi Thierry Demaizière e Albain Teurlai e facilmente reperibile nella rete, si svolge un lavoro antropologico un po' diverso dal solito. L'uomo bianco si reca sì in una regione discosta e remota dell'Amazzonia, presso una tribù di indigeni, confinati nella giungla dalla deforestazione selvaggia provocata dalla nostra fame di bistecche (secondo Greenpeace sono 20 mila i metri quadrati di selva che spariscono ogni anno dal 2000!).

Ma anziché osservare in silenzio e con distacco il più oggettivo possibile i loro usi e costumi, viene mostrato loro il peggio e il meglio della nostra cultura (e di altre parti del mondo), allo scopo di provocare reazioni e commenti. Questi indigeni adulti parlano brasiliano, oggi come oggi hanno talvolta accesso ai media e a internet quando si recano in città, tuttavia il risultato è a volte sorprendente, ma soprattutto è una straordinaria lezione di civiltà. Rimette in discussione non solo la nostra suddivisione (puramente economica) tra primo, secondo e terzo mondo, ma anche il concetto stesso di antropocentrismo (l'uomo al centro dell'universo). Eccone i passaggi più significativi.

Uccidere la Luna
Bambini, giovani adulti e anziani, maschi e seminudi, agghindati e dipinti coi loro tradizionali costumi e colori tribali, osservano le immagini da un computer portatile. Lo sbarco sulla Luna di due astronauti statunitensi che conficcano la bandiera a stelle e strisce. I reporter domandano: avete mai visto questo? Gli indigeni rispondono di no, ma che ne hanno già sentito parlare Poi vengono invitati a reagire. "Ma perché siete andati lassù? Cosa siete andati a cercare? Qual è l'interesse per gli umani di andare sulla Luna?" chiede uno di loro. Un altro afferma: "questo ci inquieta, la Luna è stata creata per stare lontano dalla Terra, per non toccarla, esiste per illuminarci la notte. Una volta non c'erano così tante eclissi, l'avete disturbata! Qui abbiamo notato dei cambiamenti: abbiamo sempre più caldo, c'è meno aria fresca di un tempo. Con la vostra tecnologia ucciderete la Luna!".

L'albero soffre
Ecco i tipici giardini alla francese presso Versailles, creati dal celebre paesaggista André Le Nôtre, abbelliti con prospettive e potature circolari. Abituati alla loro foresta selvaggia e difficilmente domabile, un indigeno dice: "non è bene quello che fate alle vostre piante! Le fate male, tagliandole così. Per noi le piante hanno uno spirito e non abbiamo il diritto di trattarle in quel modo. Tagliare un albero è farlo soffrire!". Un altro dice: "quando dobbiamo sradicarle per fare una piantagione di manioca, noi soffriamo!".

Perché uccidere?
Scene di guerra, carri armati che sparano, palazzi in fiamme, persone morte riverse per strada. Si spiega loro che, noi bianchi, facciamo così la guerra. Domanda: coi vostri archi e le vostre frecce cosa ne pensate? "Quando noi uccidiamo un animale, non lo facciamo volentieri! Immaginate allora un umano! Perché uccidete? Per mangiare? A meno che non faccia parte dei vostri costumi..." commenta uno. Si replica che anche loro, gli indigeni, facevano la guerra con altre tribù. Uno risponde: "sì, ma non è la stessa cosa! Voi bianchi fate la guerra per prendere qualcosa su questa Terra, noi no!". Un terzo commenta: "è vero che i nostri antenati si combattevano, ci rubavano un bambino o una donna e poi noi li attaccavamo con archi e frecce per rubare loro un bambino o una donna, ma senza uccidere tutta la comunità o senza distruggere tutto con le bombe come fate voi! Era una forma di 'scambio': tu mi rubi, io ti rubo".

Jacko universale
Davanti alle immagini del calciatore francese Zinédine Zidane, nessuno di loro reagisce, nessuno lo conosce. Poi ecco il cantante Michael Jackson mentre realizza uno dei suoi famosi passi di danza. Domanda: sapete chi è? "Michael Jackson!" risponde sorprendentemente uno dei giovani. Come fa a saperlo? "L'ho visto una volta in tv in città" afferma. Viene chiesto quanti di loro lo conoscono. Eccetto i membri anziani del gruppo, dei quali uno dice "non ne ho mai sentito parlare!", la maggior parte alza la mano! Il reporter spiega loro che, di Jacko, si dice che sia stata la prima stella planetaria e che chiunque nel mondo sa chi è. In effetti...

Terroristi stregoni
Il secondo aereo dirottato colpisce la seconda delle due torri gemelle a New York, si sentono le grida di panico di alcuni cittadini. I volti degli indigeni si fanno scuri, denotano stupore e sconcerto. Gli si spiega cosa è successo quell'11 settembre del 2001 e, mentre una delle due torri crolla su sé stessa, un anziano dice: "sono come i cattivi stregoni da noi! Queste persone non hanno pietà per nessuno, non hanno cuore, non sanno nemmeno chi uccidono!".

La sacralità degli anziani
Viene mostrato un ospizio per anziani e spiegato che, molto spesso, nel nostro mondo le persone molto anziane vengono lasciate in queste strutture, lontano dalle loro famiglie e dai loro figli. Domanda: che cosa fate voi dei vostri anziani? Uno di loro afferma: "per noi i nostri vecchi sono sacri, ci occupiamo molto di loro, non li abbandoniamo mai, sono i nostri antenati, li accompagniamo e li curiamo fino alla fine, perché qui non ci sono luoghi per i vecchi, la famiglia pensa a loro fino alla fine!". Uno dei giovani commenta: "dobbiamo ricordarci di tutto quello che hanno fatto per noi, dalla nascita fino alla vita adulta. Queste immagini mi rendono triste, questo non accadrebbe mai da noi!".

Il rapporto con le donne
Esplode l'ilarità generale quando appaiono un uomo e una donna che si baciano nel centro di Parigi. È la famosa fotografia "Le Baiser de l'Hôtel de Ville" di Robert Doisneau del 1950. Viene spiegato che, in Francia, quando si vuole dire a una donna che la si ama, la si bacia sulla bocca. Domanda: voi come fate con le donne? "Da noi non ci si bacia mai sulla bocca! Ci parliamo, impariamo a conoscerci e poi si vede se funziona" commenta un anziano. Come fate per far capire a una donna che l'amate? "L'abbracciamo, l'accarezziamo, se si lascia fare va bene, se no ci respinge" dice un altro anziano.

Scorrono poi delle immagini di alcune donne che indossano il Burqa: si spiega che in alcune parti del mondo si fa così. Ancora una volta scoppiano a ridere e uno di loro dice: "i loro mariti devono essere molto gelosi! Non hanno troppo caldo?". L'immagine che segue è una donna col Niqab. Domanda: dato che le vostre donne vivono nude, come commentate? "Ma come si lavano? Devono restare così anche dentro le loro case? Hanno il diritto di toglierli i vestiti o no?" si domanda uno. "Dopo tutto, è la loro cultura!" commenta un altro (intanto gli altri ridono).

La sacralità del canto
La famosa soprano Maria Callas sta cantando l'opera "Norma" del Bellini. Gli indigeni guardano e ascoltano in silenzio, c'è meraviglia nei loro volti, finché uno degli adulti commenta: "abbiamo molto rispetto per i cantanti che, come lei, hanno il coraggio di cantare da soli di fronte agli altri. Quando il pubblico ascolta, sente questa solitudine". Uno dei giovani dice: "questa musica non è la nostra cultura, non sappiamo cosa significa, noi possiamo solo guardare e ascoltare, ma ci tocca!". "Lo trovo sconvolgente, senza capirla, si sente che c'è qualcosa di sacro!" commenta uno degli anziani.

Quale futuro?
Si commenta quanto loro siano belli coi loro costumi e colori tribali. Viene chiesto se, vedendo le immagini di quel mondo, non temono di venirne ingoiati? "Certo che siamo inquieti! Se vi abbiamo permesso di filmarci, era per mostrare ai bianchi chi siamo" dice un anziano. Uno dei giovani conclude così: "siamo molto angosciati per il futuro dei nostri bambini. Quale sarà la loro vita? Sentiamo la pressione dell'uomo bianco che sale attorno a noi e alla nostra foresta. Ma che lo vogliate o no, noi resisteremo e ci batteremo affinché non ci rubiate la nostra terra!".
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