Farmacia. Antro del rimedio

pubblicato da Ticino Sette #43 - 25.10.13

E il farmacista, come ogni "tecnico" della salute, tende a sfruttare ogni nostra piccola preoccupazione, anche per un'insignificante puntura d'insetto...

Dopo il taglio estivo dell'erba di un campo, qualcosa mi punse dietro al ginocchio, provocandomi un considerevole gonfiore, dolore e prurito. Siccome il problema non passava, decisi di andare in farmacia a chiedere aiuto. Una delle due giovani (e, devo ammettere, carine...) assistenti mi chiese cosa mi avesse morsicato: un ragno, un'ape, uno scorpione, un troll? Boh! Sicché lei uscì da dietro il bancone, venne verso di me, si chinò, sollevò un po' un pantalone e mi mostrò quella che era la puntura di un'ape, sopra la caviglia, ricevuta qualche giorno prima...

Clienti di ogni tipo
A parte certe intraprendenti assistenti di farmacia, che avranno sicuramente i loro seguaci, confesso di non amare molto questi luoghi, per la semplice ragione ragione che ci si reca quando bene non si sta. Eppure c'è chi le frequenta assiduamente, non di rado quotidianamente. Non avevo idea del movimento che c'è persino in quelle di paese, figuriamoci in città! L'attore e regista Carlo Verdone ha dichiarato che oggi, per conoscere vizi e difetti delle persone, lui si posiziona in un angolino tranquillo della sua farmacia - magari per farsi controllare la pressione - e in silenzio osserva e ascolta.

Qualcuno di voi avrà visto "Magnolia", un bel film di qualche anno fa: be', chissà quante psicopatiche da Prozac e Dexedrina ci sono in giro, come quella magistralmente interpretata da Julianne Moore? In paese ho visto clienti bizzarri, di solito anziani, di solito donne, spesso a piedi, col passo un po' "strascicato", l'aria sofferente, acciaccati (anche se magari non è vero, ma conta l'apparenza), camuffati, in abbigliamento casalingo, col viso serio e borbottante. Poi li ho visti uscire, non dico pimpanti o fischiettanti, ma spesso più sollevati, col sacchettino di plastica verde o bianco ricolmo di "magiche" scatolette.

È pur sempre bottega
Pare che la predominanza del bianco in questi luoghi (dall'arredamento all'abbigliamento del personale) serva a trasmettere un senso di igiene, di saggezza e persino di lealtà. Una strategia di marketing, insomma. Se ci sono, per carità, persone che stanno male e a cui la farmacia può anche salvare la vita, ce ne sono altre che ci vanno come se facessero la spesa al reparto alimentari. A quanto mi risulta, in Ticino abbiamo quasi... 200 farmacie! Il dato, ricavabile dal sito delle autorità cantonali, equivale alla... maggiore densità di tutta la Svizzera! Il Ticino è diventato una Las Vegas del farmaco? I medici prescrivono una quantità eccessiva di medicamenti? Oppure siamo, semplicemente, un popolo cagionevole ed ipocondriaco?

La pomata che avanza
Vendere farmaci funziona perché è un commercio simbolicamente molto forte che riguarda la nostra salute, ciò che abbiamo di più prezioso. E il farmacista, come ogni "tecnico" della salute, tende a considerare seriamente ogni nostra piccola preoccupazione, anche se si stratta di un'insignificante puntura d'insetto. E torno al mio aneddoto estivo. Una volta spiegato il problema al farmacista, lui mi risponde testualmente: "ah, guardi, è meglio non sottovalutare queste cose, altrimenti rischia di andare al pronto soccorso o fare uno shock anafilattico!". Se voleva spaventarmi, ci stava riuscendo in pieno. "Addirittura?" commentai. "Eh, sì!". Essendo lui l'esperto, mi fidai: chiesi dei generici, ma non c'erano, allora comprai dapprima una pomatina da applicare per qualche giorno e poi delle pastiglie, caso mai che... Pagai il conto, col terrore che niente avrebbe funzionato e che mi avrebbero dovuto amputare la gamba. Risultato: dopo soli due giorni di pomata, tutto era tornato a posto, ma il tubetto è ancora mezzo pieno, le pasticche non le ho nemmeno aperte e, peggio ancora, non ho mai saputo che cosa mi ha morsicato!

Reazioni:
"(...) scrivo riguardo l'articolo sulle farmacie apparso sull'ultima edizione del Ticino 7. Un articolo scritto male, dal contenuto infantile, e soprattutto che mette in cattiva luce tutta la categoria. Mi domando se il giornalista che ha scritto l'articolo sa cos'è una farmacia. (...) aveva chiesto il permesso di fare delle foto per un articolo sulla salute, ma qui di salute non se ne parla. Mi sento molto offesa che la mia farmacia sia associata ad un articolo così stupido! Distinti saluti."
(M. F., email alla redazione 29.10.13)
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