Emo... zionamoci un po'

pubblicato da La Regione Ticino
"Boulevard" #194 - 13 settembre 2008

Di cosa scriviamo: di una moda giovanile (speriamo) passeggera. Per chi lo scriviamo: per chi si deprime a sedici anni...

Saranno quei ciuffi spiattellati sulla faccia, quei cappellini da Baseball e Vans ai piedi. Sarà quell'ostinazione verso il nero o rosa fosforescente, quelle brache strette, matita agli occhi e unghie impiastrate. Saranno quelle faccine depresse di chi invece dovrebbe sprizzare gioia e vitalità, a quell'età. Stiamo parlando della cosiddetta moda "emo" che, a quanto pare, non piace mica a tutti. Scriviamo di quegli adolescenti che trascinano le loro esili e stanche membra da una piazza all'altra del cantone.

Ma non staremo qui, oggi, a dissertare sull'origine di questa moda "metrosexual" d'importazione Yankee. Diciamo solo che, come ogni moda, quella "emo" non è nulla di nuovo: un po' di sottocultura Hardcore, Dark, Skate, ecc., e qualche bandella da studio che cavalca l'onda, come i tedeschi Tokio Hotel. E come ogni moda, riunisce chi non è capace di esprimere la propria personalità senzâ doversi conformare a qualcosa o a qualcuno. L'inglese "The Times" vi ha dedicato due pagine d'inchiesta, senza concludere granché. Lo stesso ha fatto due anni fa il "Corriere della sera". Dunque di "emo" si parla e si scrive, come qui oggi tentiamo di fare.

Per cosa sta "emo"? Non è chiaro: emozionale, emotivo, emostatico, emofiliaco, oppure storpiatura dal romanaccio "e 'mò?" (e adesso?). Propendiamo per quest'ultima opzione: ossia la perdizione di molti adolescenti del terzo millennio. Non a caso, c'è chi l'ha descritto come l'ennesimo "fallimento pedagogico" della famiglia e della scuola. Dunque, si diceva, non piacciono mica tanto, ben consci che ogni moda esiste anche per provocare. Abbiamo fatto un giro in internet per rendercene conto. Il portale "blogticino.ch", riportava, fino a poco tempo fa, alcuni commenti (si presume) di coetanei.

"Psiconauta" ha scritto che, quella "emo", "è solo una moda senza ideali e senza radici". "Eulogy" sul sito "universomusica. com", ritiene che "prima l'emo valeva almeno qualcosa, cioè c'era un messaggio dietro, senza vestirsi da buffoni e indossare facce tristi. Ma è roba da veri sfigati (…), quando vado a Belli e vedo i gruppetti emo di 10 persone tutte uguali (e sono uguali!!)… bè, dico che un bel fucile e una mano amica che prema il grilletto, è quello che ci vuole". Altri bloggers anonimi affermano che "sono solo una nuova deviazione stilistica dei finocchi!".

Oppure che sono "degli omo mimetizzati da str…!". Ohibò! Gli "emo" sarebbero anche "omo"? Chissà, ma in internet gira un filmato dove due "emo-boys" nostrani s'infilano la lingua in bocca. Risposta di "Mr. Freddie": "non sarei così drastico, ma anche a me non è che piacciono molto!". Più pacato "David Ellefson", secondo cui "è tutta una moda passeggera e come tutte le mode passeggere per fortuna sparirà…".

Anche questa moda è fatta di codici e gesti. Così c'è chi, dopo aver visto un servizio sul tema alla tv, dice che "mi è salita la depressione e ho una voglia irrefrenabile di tagliuzzarmi qualunque parte del corpo". Già, perché se di "emo" si parla, allora di "sangue" si tratta. Una nostra giovane fonte ben informata, ci riferisce di "emo" ticinesi al liceo che, per emozionarsi un po', si passano la lama di una forbice sull'avambraccio, con l'intento di sanguinare o, quantomeno, sentire dolore. La nostra fonte informa anche di una "emogirl" giunta a scuola con un topolino, al quale bucava le orecchie con uno spillo! Diciamocelo: l'autolesionismo è ben altra cosa (roba da psichiatri, per intenderci), mentre questa "emo-girl" rischia di attirare anche le ire degli animalisti. Non a caso, forse, un altro blogger dice che "fanno pena, talmente sono ipocriti".

Stando alla nostra fonte, alcuni di loro sono vegetariani o vegani, per mantenere un look "sofferente" ed emaciato. Pare pure che parlino spesso di morte e suicidio. Chi scrive ne ha visto uno, giorni fa, prendere a pugni un armadietto dei bagagli alla stazione di Locarno. Dolore? Sangue? Frustrazione di essere solo un "emo" come tanti altri? Consoliamoci almeno per una cosa: il look "emo" è di certo meno caro di altri.

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