L'essere cellulare

pubblicato da Ticino Sette #42 - 18.10.13

Dai fanatici dell'ultimo modello iPhone ai momenti della vita che si perdono perché filtrati sempre dal telefono cosiddetto "intelligente". Possiamo veramente dire lo stesso di noi?.

25 anni, svizzero, ha vissuto due giorni davanti al negozio Apple della Bahnhofstrasse in attesa di acquistare il nuovo iPhone. 44 anni, giapponese, quando è stato messo in vendita il nuovo modello ha dichiarato che senza Apple la sua vita non ha senso. 15 anni, australiano, ha bivaccato per 80 ore a Sydney per lo stesso motivo, affermando che tutto questo è fantastico e che è stata una delle sensazioni più belle che abbia mai provato. Sono casi veri, capitati gli anni scorsi, come ne sono sicuramente accaduti lo scorso settembre, con l'uscita mondiale del nuovo iPhone 5S (o 5C, poco importa). Mi chiedo: questa gente è pazza? Oppure c'è dell'altro?

Rituali di solitudine
L'ha detto di recente ("Corriere della Sera", 21.9.13, vedi anche qui)lo scrittore Roberto Ferrucci: quelli sono matti da legare. Concordo. L'efficacia del marketing Apple è palese, ma non voglio sapere cosa se ne faccia la casalinga di Voghera di uno scanner ottico delle impronte digitali. Piuttosto, cosa spinge migliaia di persone nel mondo, di ogni età e strato sociale, a bivaccare la notte davanti al negozio, con seggiole e bibite energetiche, per essere tra i primi ad acquistarlo? Follia (consumistica), ma non solo: propendo per la solitudine e la noia. Sembrerebbe, questo del nuovo iPhone, un rituale collettivo e condiviso per lo stesso oggetto del desiderio, e quindi inclusivo. In realtà mi pare l'espressione di una dipendenza, sapientemente orchestrata dal produttore.

Il telefonino non è più soltanto un telefono, come lo inventò Meucci il quale, poveraccio lui, morì in povertà, mica miliardario come Steve Jobs! Sono altri tempi, tempi di grande solitudine, di noia e di rassegnazione: il cellulare ci illude di sentirci meno soli di quanto lo siamo già. Un trucchetto psicologico: geniali e cinici inventori hanno sfruttato, arricchendosi a dismisura, il crescente sentirsi soli nella società. E hanno cambiato, per sempre, il nostro modo di vivere e di comunicare: indietro, credo, non si torna. Soli come non mai, quindi reperibili ovunque, veramente o virtualmente, poco importa, ma raggiungibili, contattabili, rintracciabili, presenti, esistenti, altrimenti detto, vivi! Anche a costo di lavare pubblicamente i panni sporchi nelle reti sociali, purché qualcuno ci ascolti e ci dia retta.

Protesi che distanzia
Charlene deGuzman è una giovane autrice californiana. Consiglio la visione, come hanno già fatto 24 milioni di persone, del suo ironico ma intelligente filmato "I Forgot My Phone". Tutto si svolge in una giornata in cui lei, senza cellulare, si rende conto della dipendenza da telefonino degli altri. Riassumo i vari momenti. Svegliarsi il mattino, abbracciati al proprio partner, il tepore del sole, ma lui (o lei) sta già consultando il telefonino: relazione con chi? Una gita nei boschi, la bellezza della natura, l'aria buona, ma lui sta litigando al telefono con qualcuno. Tavolata di amiche, si parla, dici la tua, ma nessuna ti ascolta veramente, tutte già assorbite dal telefonino. Spiaggia, mare, farai un bagno, incroci una coppia che si bacia per fotografarsi in questo luogo: chi, tra voi, se lo godrà di più?

Una bambina dondola su un'altalena, un'altra invece vi è soltanto seduta sopra, immobile, che consulta il telefonino: chi è la vera bambina? Al parco festeggi con un'amica, le versi da bere ma lei, invece di brindare con te, si fotografa col calice alzato: costa sta condividendo? L'umorista a teatro è molto bravo, fa ridere tutti, salvo il tizio tra il pubblico che lo sta filmando col cellulare. Al bowling con gli amici fai strike ed esulti di gioia verso di loro, ma nessuno partecipa, tutti stanno consultando il loro coso. Concerto dal vivo, il cantante è bravo, emoziona, tranne quelli che lo stanno filmando con la fotocamera: a cosa stanno assistendo? Compleanno di un amico con altri amici, nel buio gli porti la torta con le candeline da spegnere, ti inginocchi davanti a lui, gli fanno foto, si fanno foto, ma il festeggiato, invece di soffiare sulla torta, la fotografa e si fotografa. Arriva sera, sei a letto col tuo partner, spegni la luce e lo abbracci, rimane una luce accesa, quella del suo telefonino che sta consultando.
Post Scriptum: anch'io posseggo uno "smart phone".


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