L'invasione dei Babbo Natale

pubblicato da Ticinosette #52 - 24.12.2015

E così lo incontri per strada, in città, seduto in piazza, in terrazza, in sella alla sua Harley...

“Stasera vedrai qualcosa accadrà, qualcosa di magico succederà. Babbo Natale è qua, Babbo Natale è là! Il Natale arriva in città!” canta Cristina d'Avena, la beniamina di tantissimi cartoni animati. Succede infatti che lui non sia più confinato sulla sua slitta trainata dalle sue renne, ma sia ovunque e dove meno te lo aspetti. E così lo incontri per strada, in città, seduto in piazza, in terrazza, in sella alla sua Harley, a teatro e chissà quante altre sorprese può riservare ai bambini.

È il “Babbo Natale 2.0”, quello dell'era digitale, delle reti sociali, della parità dei sessi (a noi pare di aver intravisto anche “Mamma Natale”, ma forse ci siamo sbagliati...), quello che si sdoppia, si moltiplica, che manda in giro i suoi cloni mentre lui, quello vero, se ne sta furbescamente al calduccio, nel suo rifugio segreto davanti al camino acceso. Forse è collegato tramite satellite coi suoi moltissimi sosia e aiutanti, affinché possa tenere tutto sotto controllo e assicurarsi che, prima di tutto, il suo marketing funzioni sempre, che il suo “brand” sia inconfondibile, e poi che i doni arrivino a destinazione. Siamo sicuri che ci stia riuscendo perfettamente, anche stavolta.

Non ce n'è solo uno
Sicché si percorreva in un sabato di dicembre le vie del centro, alla ricerca di pochi ma intelligenti doni per amici e parenti, quando in una nota piazza c'imbattemmo in una rumorosa tavolata di Babbi Natale, tutti seduti in cerchio su delle sedie di plastica. Chi col cappuccio e chi senza, chi barbuto e chi sbarbato, chi dalla voce profonda e mascolina, e chi col tono più acuto. Oibò! Ma che succede? Sogniamo o siam desti? Pensavamo che ce ne fosse solo uno, uno per tutti, anche se in vari paesi lo chiamano diversamente e dipende un po' dal folclore. Da San Nicola a Santa Claus, da Kerstman a Sinterklaas, fino al moderno discendente del dio Odino e di Wodan... Ma noi ci trovavamo a casa nostra, in Ticino, in Svizzera, mica in Islanda, dove il folclore prevede ben 13 barbuti di rosso vestiti, siccome la tradizione natalizia del dono, lassù, è legata a 13 folletti diversi e dai nomi impronunciabili come Stekkjastaur...

La fortuna di vederlo
Nell'Ottocento l'illustratore statunitense Thomas Nast ebbe un gran colpo di fortuna, dato che era riuscito a raffigurare Babbo Natale e quindi doveva per forza averlo visto da qualche parte. È grazie a Nast che l'immagine moderna di Santa Claus è nata. Ah, questi americani, sempre una spanna in avanti! Come quel furbetto scrittore di New York che in quegli anni scrisse una bella poesia, “Una visita di San Nicola”, e lo disegnò come un elfo rotondetto molto simile al nostro Santa Claus. Anche lui doveva per forza averlo visto. Be', noi ne abbiamo visti in città, o almeno così crediamo. Per esempio c'era quello che se ne stava tra l'ombra e la luce verde di un negozio, seduto su una comoda sedia di metallo e ci fece l'occhiolino, come ad invitarci a fotografarlo. Ci voltammo e poi ne comparve un altro, col braccio alzato e le dita in segno di vittoria, anzi, di pace. E poi un altro ancora e un altro ancora...

Rintracciarlo col radar
Non volevamo credere ai nostri occhi. C'era quello che indossava degli occhiali da sole (sicuramente non era abituato a una stagione così soleggiata) e un altro degli occhiali da vista (forse perché trovare il nostro piccolo centro città non era facile). Ma che stile, che gusto, pensammo, questo “Babbo Natale 2.0”! Globale e connesso al mondo, indifferente allo spazio e al tempo, sempre indaffarato, di fretta, tanto che molto spesso è in anticipo. Ah, non ci sono proprio più le stagioni di una volta, direbbe qualcuno. E chissà se arrivavano dal Polo Nord o dalla Lapponia? La questione è talmente importante, il mistero ancora così fitto, che l'aeronautica di alcuni paesi ha pensato bene di provare a rintracciare ogni anno la sua posizione tramite dei radar. Ma ci sono anche dei siti internet che tentano di monitorarne il percorso. Non ci credete? Verificate coi bambini nella rete. Anche se poi lui, probabilmente, è sempre troppo furbo per farsi sorprendere...