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Metà guaritori
bocciata agli esami

 

Difficili gli esami scritti per fare il terapista. Perché sono diventati obbligatori. La metà degli ex guaritori, infatti, per poter fatturare alle casse malati, sottovaluta gli esami di base più importanti...

RFT, 16 novembre 2009

Ha fatto bene il cantone a mettere ordine nel sottobosco di guaritori e "guru" delle terapie complementari. Gli esami cantonali per potersi definire un terapista complementare e poter così fatturare le proprie prestazioni agli assicuratori malattia, obbligatori dal 2005, sono presi sottogamba da molti candidati ogni semestre.

Fino al 2007, circa tre quarti dei candidati superava gli esami, ma dalla primavera del 2008 i dati fanno riflettere: su 51 iscritti ai corsi, solo 22 hanno superato gli esami. Nella primavera di quest'anno, solo 25 su 43. Addirittura, per circa una 15ina di loro, è già la terza volta o più che ripete questi esami. Sono i dati forniti dalla Scuola superiore medico tecnica di Lugano che gestisce la formazione. Dati confidenziali a quanto pare: per ottenerli, bisogna passare dalla scuola, dal direttore e poi dal medico cantonale.

Eppure sono dati pubblici. Da quando almeno 5 terapie complementari sono state inserite nell'assicurazione di base e dunque a carico di tutti coloro che pagano i premi mensili, la possibilità di fatturare fa gola a molti: ma prima ci vuole il diploma. Oltre 200 iscritti ai corsi nel 2006, 170 nel 2008, 130 nel 2008, 120 quest’anno, sono le cifre indicative.

Spesso sono già infermieri, fisioterapisti, ma ci sono persone che provengono dalle più svariate professioni e che non hanno mai imparato prima una terapia. Bocciano più di frequente i corsi fondamentali, come anatomia, fisiologia.

Insomma, c’è chi sottovaluta il mestiere: lo conferma anche la terapista locarnese e tra i referenti cantonali per la nuova legge in materia, Annemarie Frey, per la quale “oggi c’è più competenza e serietà, ma sicuramente non sono esami facili. Spesso le persone si avvicinano a questi esami senza aver imparato una di queste terapie e sicuramente sottovalutano un po’ quello che viene richiesto. Molti di loro hanno già un’attività lavorativa e lo studio pesa anche per questo motivo”.