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Carì, dopo il flop le magagne

pubblicato da L'Inchiesta #5 settembre 2011

Milioni di franchi di soldi pubblici sono stati inghiottiti nel fallimento della stazione sciistica di Carì. I nodi stanno venendo al pettine ma i politici si defilano...

Il crac della stazione invernale leventinese è costato ai contribuenti quasi 10 milioni di franchi. Meno noti invece i conti delle tre stagioni gestite dai comuni di Anzonico, Calpiogna, Campello, Faido, Mairengo ed Osco, sotto il cappello della Nuova Carì Sagl. L'unico dato noto della stagione 2008-2009: un utile "superiore ai 100 mila franchi" si legge nei pochi documenti pubblici. Poca trasparenza per una società pubblica, gestita dal sindaco di Faido del Ppd Roland David, alto funzionario statale e convinto sostenitore del sussidiamento allo sci. Per la stazione, taglia corto David, "intendiamo impegnarci in futuro, ma non sappiamo ancora in che forma". (1)

I comuni a parole volevano diventare proprietari degli impianti, ma all'asta pubblica di metà luglio, non hanno rilanciato l'offerta di Garaventa (2 milioni di franchi), nuovo proprietario della prima seggiovia e dei due ristoranti. Dopo l'asta, il patron di Garaventa Werner Inderbitzin aveva tuonato che ora i comuni "non possono più fare quello che vogliono". Come nel 2001, quando il comune di Calpiogna del sindaco Maurice Del Pietro concesse a Giovanni Frapolli, suo socio nella Carì 2000 Sa, di eseguire manutenzioni senza permesso. O nel 2008, quando la società dei comuni prende forma senza che i consigli comunali ne approvassero gli statuti. Oppure nelle ultime stagioni, con la manutenzione tardiva e rischiosa avvenuta sotto la neve.

Roberto Bosia della Pro Carì, critica commercianti ed esercenti e si domanda come mai non si siano uniti per gli impianti? Il prossimo 25 settembre si voterà per la "grande Faido": se bocciata, scriveva Bosia nel suo blog, la stazione "difficilmente rientrerà nei piani di investimento dei comuni". Chi rema contro allora? "Alcuni personaggi noti". (2)

La banca Raiffeisen Leventina, creditrice di Carì 2000, dovrebbe, come dice, fare gli interessi locali, ma con chi sta remando? Aveva ricorso contro la gestione comunale della stazione, mentre da tre anni rivendica diritti sulla seconda seggiovia, fornita da Garaventa. Questa afferma di esserne ancora proprietaria, non essendo l'impianto pagato. A decidere sarà un giudice. Carlo Barbieri della direzione Raiffeisen Leventina, non commenta.

Secondo il sito "Ticinolibero.ch", sarebbero creditrici altre due filiali Raiffeisen: l'amministratore del fallimento, Gianni Gnesa, si rifiuta tuttavia di rivelarne il nome. Gnesa presiede anche la filiale Raiffeisen Gordola, ma questo, spiega, "non tocca in alcun modo la mia piena e totale indipendenza quale amministratore del fallimento". Ogni istituto è indipendente e quello di Gordola, fa sapere Romano Massera di Raiffeisen Svizzera, non ha crediti verso la stazione invernale.

Note:
1) Secondo il quotidiano "La Regione" del 16.9.11 (scarica qui l'articolo), i comuni hanno deciso di diventare proprietari di tutti gli impianti per una somma di 3 milioni di franchi...
(2) Dopo l'indagine, Bosia ha smentito quanto aveva in precedenza scritto sul suo blog, cancellando la pagina, ma di cui sono in possesso di una copia.