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Un rapinatore sul cantiere Alptransit

 

Sulla carta, ha la fedina penale pulita, ma si scopre che ha rapinato in Ticino e lavorato nel "cantiere del secolo". Imbarazzo per Alptransit...

RFT, 9 gennaio 2009

Fatte le debite proporzioni, il caso del 42enne italiano, pregiudicato e tossicodipendente, condannato ieri a Lugano a due anni di carcere per tre rapine commesse l’estate scorsa nel cantone, ricorda quello di Antonio Barbieri, l’omicida di Losone.

Come Barbieri, anche il rapinatore di Locarno, Minusio e Biasca, viveva tranquillamente in Ticino, con una fedina penale pulita e aveva persino trovato lavoro, in questo caso nei cantieri di Alptransit (di proprietà delle Ferrovie federali svizzere, Ffs), prima di commettere i fatti.

Era infatti stato assunto da una ditta del Locarnese, appaltatrice in un cantiere ticinese del traforo ferroviario. Il titolare della ditta ha solo precisato che quando ha commesso le rapine nel cantone, il 42enne non era più alle dipendenze della società e che al momento dell’assunzione la sua fedina penale era “pulita”.

Un altro caso imbarazzante, che stavolta non riguarda una ditta privata come nel caso di Barbieri, ma il cosiddetto “cantiere del secolo”, un progetto miliardario pagato coi soldi dei contribuenti. Un problema che lo stesso ministro ticinese Luigi Pedrazzini aveva riconosciuto e contro il quale, a seguito degli accordi di libera circolazione con l’Unione europea, non è di facile soluzione. Evidente l’imbarazzo da parte di Alptransit che non commenta il fatto, perché l’uomo non era direttamente impiegato dalla società delle Ffs, ma dalla ditta locarnese.