Volontariato, si può fare meglio

pubblicato da Azione #15 - 7.4.15

Il canton Ticino rimane tra i meno propensi della Svizzera a questa attività. In settembre il progetto «Azione 72ore» vuole invertire la rotta...

La Svizzera è un paese di volontariato. Non come l'Austria o la Germania, dove il 43% e il 36% della popolazione dai 15 anni in su investe il proprio tempo in questo tipo di attività, ma comunque più della Francia (26-27%). Il tasso elvetico è infatti del 33%, dice il “Rapporto sul volontariato in Svizzera” del 2011. Uomini e donne, giovani e anziani volontari, sono figure “invisibili” perché non vengono remunerate, eppure danno una mano importante in ambito sanitario, assistenziale, educativo, ambientale, culturale o sportivo.

Secondo il rapporto federale del 2004, nel volontariato “istituzionale” (per esempio “Nez Rouge”, “Tavolino Magico”, ecc.) si mettono a disposizione soprattutto persone tra i 40 e i 54 anni, con una buona formazione, con figli, occupate o casalinghe. Il volontariato “informale” (la cura di bambini altrui, l’aiuto tra vicini, servizi di trasporto, ecc.) è invece svolto soprattutto da giovani pensionati (fino a 74 anni), casalinghe, madri di famiglia, persone con bambini in generale.

Certo è che nella società di oggi, quella disgregata ed individualista, descritta per esempio dal filosofo Fabio Merlini su “Azione” (n.6/2015), trasmettere un messaggio così etico è più difficile, specialmente verso i giovani. Se lo studio federale afferma, da un lato, che “contrariamente a un’opinione diffusa, tra i giovani esiste l’interesse a impegnarsi gratuitamente per la collettività”, dall'altro dice che “dalla metà degli anni Novanta, tuttavia, le indagini rivelano un continuo calo dei membri giovani nelle organizzazioni e associazioni tradizionali”.

Secondo lo stesso rapporto federale, ma del 2008, è una questione culturale: “la partecipazione alla vita associativa è maggiore nella Svizzera tedesca rispetto alla Svizzera francese e italiana”, si osserva, mentre “dove invece si pratica meno volontariato sono i cantoni di Ginevra, Zugo, Ticino e Vaud”. Nel 2011, anno europeo del volontariato, “la Regione del Lemano e il Ticino registrano quote di partecipazione al di sotto della media” si legge. Subiamo forse l'influenza culturale dell'Italia dove, spiega lo studio del 2011, “la percentuale di volontari è relativamente bassa” rispetto ad altri paesi?

Il relativo disinteresse è tale che, lo scorso novembre, la politica ticinese è giunta persino all'imposizione di una giornata di volontariato nelle scuole pubbliche, suscitando non poche critiche e perplessità, anche dal mondo della scuola già parecchio sollecitato dalla società. Di fatto esistono già altre iniziative come il progetto nazionale “Azione 72ore”, promosso dalla Federazione Svizzera della Associazioni Giovanili (Fsag). Sostenuto anche dalla scuola pubblica, nel 2005 vi hanno partecipato circa 20 mila giovani, nel 2010 circa 28 mila e quest'anno si punta ancora più in alto: 30 mila volontari! L'edizione 2015, presentata di recente a Lugano, inizierà giovedì 10 settembre fino a domenica 13, con inizio e fine alle ore 18 e 11 minuti.

Le attività, gratuite e di utilità pubblica, come la pulizia di un bosco, l'aiuto agli anziani, ecc., si terranno appunto nell'arco di 72 ore, ossia tre giorni. Il coordinatore del progetto per la Svizzera italiana, Rocco Brignoli, a nome della Fsag ribadisce che “il volontariato nella società odierna ricopre un ruolo sociale fondamentale. Si calcola che in Ticino 80 mila persone siano coinvolte in svariati campi d'azione. Fra tutti questi volontari vi sono anche numerosissimi giovani che purtroppo vengono sovente giudicati dal resto della popolazione più per certi loro comportamenti (vandalismi, abuso di sostanze psicoattive, ...) che per il grande impegno che, oggi come ieri, prestano per la nostra società. La Fsag cerca quindi di invertire questa tendenza, anche grazie al progetto Azione 72 ore”.

Vi possono partecipare tutte le associazioni giovanili, sportive, ecclesiastiche, extra-scolastiche, ecc. del cantone, giovani ma anche adulti. Ogni attività viene proposta e coordinata da un “capogruppo”, che deve trovare fondi, materiale e coinvolgere la popolazione locale. A sua volta è coordinato da un organo (“loclead”) composto da 4-15 persone in base alla grandezza della regione. Più facile a dirsi che a farsi.

Infatti, per conto della Fsag, Brignoli riconosce che “la complessità che riscontriamo è quella di trovare responsabili di gruppo che vogliano assumere la coordinazione dei singoli progetti. Per tale ruolo cerchiamo persone maggiorenni, poco importa l'età, l'importante è che siano giovani nello spirito. Fra gli obbiettivi vi è quello di valorizzare l'educazione non formale, ovvero l’apprendimento mirato e autogestito al di fuori delle classiche istituzioni statali. Attraverso la nostra azione cerchiamo di promuovere per esempio il congedo giovanile. Non va inoltre dimenticato che lo Stato o i datori di lavoro dovrebbero adoperarsi per informare maggiormente i propri dipendenti sulla possibilità di poter ottenere questo congedo”.

Già, perche se il Ticino ha sempre partecipato al progetto, abbiamo visto che da anni si defila un po'. Che dire? La Fsag non si dilunga: “ci sono molteplici elementi di analisi che possono spiegare tale fenomeno sociale”, ma si sottolinea che nel 2010 “Azione 72 ore” ha visto in Ticino ben 26 progetti per un totale di 970 partecipanti. Risvegliare l'attenzione sul tema soltanto ogni cinque anni è tuttavia sufficiente? “Si tratta di un progetto considerevole che necessita di molte risorse per potere coinvolgere più di 30'000 giovani per un totale di un milione di ore di volontariato” spiega Brignoli. Inoltre le persone già impegnate sul campo “devono trovare il tempo per investirsi in un'ulteriore attività che si inserisce nei già intensi programmi annuali delle loro associazioni”.

Finora, anticipa Brignoli, “già sette gruppi si sono iscritti” all'edizione 2015, la cui novità consiste nell'integrazione di contesti solitamente isolati, cioè i “foyers del Ticino che ospitano giovani in situazioni di handicap o con problemi sociali”. Per ulteriori iscrizioni e dare un segnale nuovo al paese c'è tempo fino al 30 luglio.