Uno spettacolo chiamato Verdena

pubblicato da La Regione - 27.4.15

Sbarcano a Lugano col nuovo disco “Endkadenz vol. 1”, arricchito di parecchia elettronica...

Lugano - Facilmente prevedibile il pienone di giovedì sera al Nuovo Studio Foce di Lugano per il tour 2015 dei bergamaschi “Verdena”, storico gruppo della scena alternativa italica della fine degli anni '90. Sbarcano a Lugano col nuovo disco “Endkadenz vol. 1”, arricchito di parecchia elettronica e il cui seguito è annunciato per l'estate, con un “tutto completo” che non si vedeva dai “Marlene Kuntz” del 2012. Bene, ciò dà un senso alla sala luganese, a volte troppo disertata col rock, ma poi i suoi limiti sono evidenti: difficile vedere qualcosa dal fondo, parecchia calura all'interno e provvidenziale un bar anche all'esterno.

Ma sì, la scena alternativa italiana, quella che c'è da un po', in Ticino tira ancora parecchio (accadde anche coi “Tre allegri ragazzi morti” e coi più recenti “Bachi da pietra”, ecc.). I “Verdena” non soffrono di alcun complesso rispetto al “glam” internazionale anglofono. Un album dunque virtuoso, preciso, molto ben studiato, forse fin troppo miscelato con altri stili rispetto al passato, ma comunque valido, e poi sì, generosissimi i “Verdena”, ben due ore di esecuzione dal vivo perfetta. E poi ecco le reali possibilità della sala luganese quando sono nelle mani di navigati fonici e tecnici luci.

Che dire allora del leader Alberto Ferrari (voce, chitarre, piano), del fratello Luca (batteria), dell'ex punkettara Roberta Sammarelli (basso), se non che l'attesa che suscitano è giustificata, che il loro successo è ampiamente meritato, che l'etichetta nirvanesca che si trascinano da un po' è limitante e che sono destinati soltanto a crescere?