Cinema storici. L'ultima sala

pubblicato da Ticinosette #31 - 29.7.2016

Eppure a volte resistono, perdurano, con tenacia e grande idealismo. Magari è la parrocchia che tiene duro, oppure dei gestori simpaticamente fanatici...

I vecchi cinematografi, di periferia o di città, di cui è ancora ricco il Ticino, hanno caratteristiche impareggiabili. Dapprima c'è la loro storia (quanti capolavori vi hanno proiettato?), una certa intimità (permettono visioni per pochi), una programmazione più “coraggiosa” (più film d'autore e meno film commerciali). In un paio di queste sale ci eravamo intrufolati e avevamo raccontato la loro incredibile storia alcuni anni fa: il Cinema Blenio di Acquarossa e il Cinema Leventina (ex cinema Tremola) di Airolo. Ma ce ne sono, per fortuna, molte altre...

Chi molla e chi resiste
Nella capitale chi scrive ricorda ancora l'ampio ed elegante Cinema Ariston, chiuso alla fine degli anni Ottanta. Sarà l'inizio di una storica emorragia, qui non cronologica. Per carenza di pubblico nel 2014 chiude i battenti anche il Cinema Ideal di Giubiasco. La Leventina vantava il suo mitico Cinema Fax di Bodio, Lugano i suoi Cinema Super, Cinema Astra e Odeon, ma la città perderà altri pezzi: il Kursaal e ora, non ce ne voglia Tornatore, non ci sarà nessun “Nuovo Cinema Paradiso”, perché l'omonima sala del comune, dopo cinquant'anni di storia e chiusa nel 2006, diventa cumulo di macerie. E toccherà anche al Cittadella...

Eppure a volte resistono, perdurano, con tenacia e grande idealismo. Magari è la parrocchia che tiene duro, oppure dei gestori simpaticamente fanatici, ma succede che siano gli stessi cittadini a rivoltarsi, perché sono troppi i ricordi, troppe le emozioni. Già la loro architettura non può non colpirti, entri, l'ambiente è più mesto, meno neon accecanti e distributori di pop-corn, poi scosti il telo e ti si apre un mondo, l'odore ti rapisce, il colore del velluto, la moquette...

A Locarno ecco l'ex Rex, con le poltrone più comode del cantone, “salvato” di recente dal festival dalla definitiva chiusura. L'Arlecchino a Brissago, aperto nel 1958, dichiarato “inagibile” nel 2002, a rischio demolizione, è ora in aria di salvataggio grazie ai cittadini. E poi sopravvivono il Plaza di Mendrisio, l'Iride di Lugano, il Corso (opera protetta di Rino Tami) e il Lux di Massagno, il Cinema Teatro di Chiasso e quello di Locarno, il Rialto a Muralto e l'Otello di Ascona.

Repliche continuate
Poiché c'è aria di festival, ne è passata di celluloide dentro certi proiettori! Sfogliamo la stampa del tempo che fu. Nel lontano 1927 a Locarno Muralto c'era il Cine Teatro Pax che proiettava “Michele Strogoff – Il corriere degli Czars”, il primo adattamento dell'omonimo romanzo di Jules Verne. Pensate, coi biglietti “a prezzo normale” c'era addirittura “l'accompagnamento d'orchestra”! A Paradiso nel 1973 si passava la “settimana del film ungherese” per il circolo dei cinefili. Negli anni '80 Lugano era ancora senza multisala, così il Corso figurava tra le sale di punta cantonali, col Forum di Bellinzona e il Rex di Locarno.

Il Corso era il cinema di riferimento per i grandi eventi: il 28 marzo 1980 la prima visione svizzera di “Star Trek” in cui “l'avventura dell'uomo sta cambiando”, già, non solo quella dell'homo cinemensis; il 23 ottobre 1989 toccherà al primo “Batman”, definito “l'avvenimento cinematografico dell'anno”.

Nel Locarnese il 12 febbraio del 1959 è giovedì grasso ambrosiano: a Brissago s'inaugura il Cinema Arlecchino con l'applaudito, a Venezia, “I sogni nel cassetto” di Renato Castellani. Ci sembra di poter immaginare le grasse risate dei brissaghesi l'11 ottobre 1968 con la “Pantera rosa”. Ad Ascona nel 1984 l'Otello stupisce con “Silver Dream Racer”: gli asconesi ci saranno andati più per i motori dei bolidi da corsa o per la bellissima Nastassia Kinski? Il film non spaccherà mai il botteghino, ma che importa.

Nel 1974 davanti al “Cinema Paradiso” c'è un incredibile andirivieni di spettatori: come mai? Morbosi, lascivi e curiosoni luganesi fanno la fila per vedere la giovane Antonelli in “Malizia” alla sua “quarta settimana di repliche”! Cambia il costume del tempo e lo stesso accadrà per “La fiancée du pirate” della Kaplan, indetto dal Movimento femminista ticinese: il recensore scriverà di una sala “come al solito gremitissima”. Esattamente come ci auguriamo che rimangano tutte queste storiche e bellissime sale...