Libri, non detersivi

pubblicato da Ticinosette #21 - 25.5.2018
Elencare i libri “più venduti” è attendibile? E i “meno venduti” sono quindi da buttare? Se i media ticinesi in genere non pubblicano queste “top-ten”, in Italia è pratica molto comune, tanto che a fine marzo è (ri)scoppiata la polemica. L'editorialista Paolo di Stefano ha scritto: “i libri, a differenza degli spaghetti, dei detersivi e dei mobili, vengono valutati per quantità di vendita” e non per la loro qualità. Perché, si chiedeva, proprio “un prodotto dell'intelletto e della creatività” come il libro “è sottoposto alla più brutale valutazione dei numeri”?

Wlodek Goldkorn, già capo cultura a “L'Espresso”, ha titolato “aboliamo le classifiche dei libri”: perché “quando si parla dei libri è così importante informare i lettori su quali sono i volumi più venduti?”. Non solo. Secondo il critico letterario e saggista Alfonso Berardinelli “chi 'lancia' libri uccide lettori” e se la prende con la (quasi) estinta categoria dei critici letterari, quindi anche con sé stesso, ammettendo però che “non c’è critico, per quanto solerte, insonne e votato al sacrificio, che possa venire a capo di tutto ciò che si pubblica”.

A sud delle Alpi, invece...
Rossana Maspero conduce su RSI Rete Uno “Librintasca”, che include una “classifica dei libri”. Che pensa della polemica? “I più venduti non sono i più letti! Le due cose non coincidono. Chi li compera per sentito dire o per essere à la page non per forza poi li legge” ci dice. Secondo lei i titoli in classifica sono una “sottile pubblicità che utilizza il consenso e la fama” dell'autore, “su cui gli uffici marketing dei grandi gruppi editoriali hanno a priori deciso di puntare”.

Non la pensa così una libraia come Prisca Wirz Costantini, contitolare di “Il Segnalibro” a Lugano: “E’ plausibile, anche se non certo al 100%, che ci sia una corrispondenza significativa tra il numero di persone che acquistano un libro e quelle che lo leggono” afferma. Questo “non solo perché a volte i lettori tornano a dare un’opinione sul libro, ma anche perché nulla lascia credere il contrario, cioè che i libri più comprati non siano letti”.

Ma la classifica di Maspero quindi cosa fotografa? Premettendo che, ci dice, “Rete Uno mira soprattutto ad un invito alla lettura (di narrativa) con intenti divulgativi nel rispetto degli interessi, gusti e sensibilità più disparate”, la sua “top-ten” è “artigianale, quindi solo un’approssimazione dei dati effettivi” sulle singole librerie ticinesi. Il suo intento è mettere l'accento “su ciò che ci pare di maggiore qualità piuttosto che su fenomeni di costume, che pure conservano un loro rispettabile valore”. Insomma, sembriamo lontani dalle pressioni italiane di agenzie, distributori, editori e grandi magazzini. Per fortuna.



"Una mania senza eguali"

INTERVISTA - Che ne pensa Michele Fazioli, popolare ex giornalista RSI che per anni ha curato una rubrica letteraria, e oggi a capo del “Circolo dei libri”?

In Italia alcuni hanno definito le top-ten dei libri più venduti “pilotate”, "pubblicità gratuita e scorretta". E per lei?
“Le trovo ambigue, un elenco di quantità di consumi senza distinzione di qualità. Il lettore è indotto a credere che siano classifiche di merito. E’ una mania che non ha uguali nelle altre categorie culturali: musica classica, jazz o leggera più venduta, concerti e teatri più frequentati. Dare qualche tendenza di successo può essere una informazione: il polso del gusto maggioritario. Ma la verità è che ci sono libri che vendono molto e valgono, libri che vendono molto e non valgono, libri che valgono e vendono poco, libri che valgono poco e, per fortuna, vendono poco”.

Prima in TV, ora al “Circolo dei libri”: con quali criteri consiglia i titoli che sceglie?
“Il mio piacere di lettura e un giudizio soggettivo nutrito da una vita di passione per i libri”.

In Ticino non si dice mai chi è l'autore locale più venduto. Troppo imbarazzo o troppo buonismo?
“Ogni tanto la radio lo fa, completando poi con giudizi di qualità. Per i giudizi, io preferisco puntare sul positivo: essendo un divulgatore che cerca di trasmettere un contagio buono, se un romanzo non mi piace non lo stronco. Non ne parlo”.