L'App in carrozza

pubblicato da Ticinosette #13 - 25.3.2016

L'applicazione ticinese "tChat" ti fa conoscere altri utenti del treno tramite il cellulare. Ma ci serve davvero?

Secondo la società di analisi statunitense “App Annie” il settore delle “App” (applicazioni) per cellulari potrebbe generare quest'anno 50 miliardi di dollari e raddoppiare entro il 2020. Ma poi? Il mercato è enorme ma anch'esso rischia la saturazione, secondo vari commentatori. Ci starebbe aspettando una nuova “bolla” speculativa come quella delle “dot.com” nel 2005?

Milioni di “App”
Già nel 2012 il “Wall Street Journal” riportava che “circa il 60% delle start-up sopravvive dopo tre anni e grosso modo il 35% supera i dieci anni”. Molte altre nemmeno riescono a decollare. I motivi? Spesso si sbaglia semplicemente l'idea, oppure il lancio sul mercato, il marketing, la redditività, la scelta dei collaboratori.

Sul gigantesco mercato delle “App” per cellulari, sempre il WSJ l'anno seguente scriveva che “mentre ci sono più di 800mila applicazioni mobili disponibili nell'App Store, solo 80 di loro ha generato più di un milione di dollari di fatturato nel corso del quarto trimestre”.

La rivista digitale specializzata “The Verge” afferma che oggi siamo già a 1,5 milioni di “App” (nell'Apple Store) ma che “i soldi facili sono spariti”, “lo stesso App Store ormai assomiglia a una lotteria” e, soprattutto, “una stanchezza si sta diffondendo tra i clienti”, tanto che nel 2014 la maggioranza degli statunitensi “non ha scaricato nemmeno un'App al mese”.

Lo stesso anno su “Time” il cronista esperto Harry McCracken ha scritto che “le guerre per le App dei cellulari sono finite, e ha vinto Apple”. Insomma, senza il gigante di Cupertino, Apple, col suo “iPhone”, non ci sarebbe più trippa per gatti.

Un viaggio migliore?
Veniamo in Ticino. “tChat” è stata creata a Lugano da Giuseppe Casalotto e Abdul Wahed Mehran. Chi la scarica può sapere chi è seduto nello stesso treno o vagone, così puoi “conversare con tutti gli altri passeggeri e condividere con loro le tue passioni”. Nel suo sito l'azienda auspica che “(...) ogni viaggio possa essere il più piacevole possibile per ogni passeggero. Non sarebbe bello ridurre lo stress da viaggio? E se potessimo creare legami forti e significativi con gli altri passeggeri?”.

Da questi argomenti di vendita legittimi ci siamo posti alcune domande di fondo, avendone già scritto. Siccome il viaggio in treno è un'esperienza soggettiva e personale, fatta anche per pensare, leggere, ascoltare musica o sonnecchiare, perché bisognerebbe per forza fare conoscenza? Perché il viaggio sarebbe “più piacevole” con una chat? Perché il treno sarebbe fonte di “stress da viaggio”? È col cellulare che si crea un “legame forte e significativo”?

“Abbiamo effettuato qualche ricerca di mercato che ha confermato che molti passeggeri aspirano ad avere dei viaggi più coinvolgenti ed appaganti a livello emotivo, ma tutta una serie di fattori (timidezza, diffidenza, ecc.) li blocca” ci dice il responsabile marketing di “Tchat” Giorgio Pedraglio. L'azienda riconosce che l'App permette solo di “conoscere superficialmente gli altri passeggeri prima di iniziare un'interazione faccia a faccia”, ma l'idea “è stata ben recepita dalla gran parte dei passeggeri che abbiamo intervistato”.

Esistono però già “App” simili in vari paesi e per lo stesso scopo, facciamo notare (“Lokin” su Itunes, “Mister Train” in Francia, “Junction” in Australia, “OMitra” India, ecc.). “E' vero, ma 'tChat' si distingue per quanto riguarda la 'user experience', provando a combinare il meglio delle 'App' di 'instant messaging', quelle di 'dating' e quelle per i mezzi pubblici” conclude Pedraglio. Per ora si contano circa 2mila utenti in Ticino e l'azienda da questa primavera intende allargarsi in tutta la Svizzera.