foto: mediatree


"Stella Ciao", l'obbligo della denuncia

pubblicato da La Regione - 17.4.15

Piacevole, dovuto e ben fatto il documentario di Vito Robbiani. Insipida la breve fiction di Alessio Pizzicannella...

Lugano - Martedì sera all'Iride di Lugano, nell'ambito di “Un po' di cinema svizzero”, si è confermata la qualità della documentaristica ticinese con “Stella Ciao” di Vito Robbiani, scritto a due mani con Mario Fabio e già applaudito alle Giornate di Soletta. Una storia di ordinaria speculazione locale e globale, ma giusta e dovuta, visti i soggetti delicati, attualissimi, i profughi di guerra, i richiedenti l'asilo, la speculazione edilizia, il turismo in crisi.

Il centenario hotel di Tenero “Stella d'oro” è ancora vivo, la bella musica di Sandro Schneebeli ci aiuta a sentirlo, ma è in crisi, così il vulcanico affittuario sardo si mette ad ospitare profughi algerini, nigeriani, siriani. Sappiamo che non è l'unico albergatore che l'ha fatto, per scelta o per forza. Riuscirà anche a farli lavorare per pulire i boschi, invece di abbandonarli alla straziante attesa di rinvio o meno di Berna.

Da qui un intreccio di storie di vita di qui e di là, toccanti, divertenti, storie di pregiudizi (cosa ci fanno loro qui?) e di contraddizioni (perché i soldi dei dittatori africani sì, e noi no?). Ma l'albergo verrà abbattutto, come le speranze dei profughi, espulsi quasi tutti dal paese, per lasciare spazio a palazzine tutte uguali. Il sardo cederà tutto il mobilio in Croazia, dove nascerà un hotel con lo stesso nome, mentre lui finirà a cucinare in un take-away. Robbiani sceglie di iniziare con le ruspe e così finisce, forse avrebbe potuto raccontare di più i motivi, le odissee dei profughi africani.

Un ultimo accenno al cortometraggio di apertura della serata, “Come un morto ad Acapulco”, debutto del giovane fotografo delle star della musica, Alessio Pizzicannella. Alla scrittura anche Lorenzo Buccella che ormai si occupa di tutto. Però non convincono, malgrado una brava Ambra Angiolini (sceneggiatrice in crisi alla ricerca di ispirazione) e una rediviva Barbara Bouchet (un suo personaggio).

Non basta nemmeno la gettonata fotografia di Pietro Zürcher. Tra realtà e sogno, risultano inutili persino i volti noti, è una storia banale di clichés che, se questo era l'intento, va anche bene, ma non rimane nulla, è fredda, non emoziona. Fa eccezione la musica di Guido Zern e Cristina Scabbia. Fotografare le star della musica non è come inventare una storia. E si è visto.

Reazioni:
"Grazie per la critica del film di oggi, mi ha fatto molto piacere, anche perchè di critica si tratta e hai centrato tutti i temi di 'Stella Ciao'" (V. B., e-mail del 17.4.15).