Solo sabbia

pubblicato da Ticino Sette #37 - 13.9.13

E invece no, ci sei solo te, più solo di un granello di sabbia tra miliardi...

E sono stagioni che non son più stagioni. Primavera in ritardo, maggiolini a giugno, o meglio, "giugnolini", estate forse a luglio e chissà quando si mangerà l'anguria. Ecco che la spiaggia, deserta, silenziosa, candida, pulita, ritorna soltanto sabbia, quella sabbia depredata a Madre Terra con cui ci costruiamo i muri di case ed uffici. Cambia la stagione, non è più quella dei lidi abbandonati che m'ispirarono poesia a modo mio (Ticinosette n. 40, 2011), ma è quella per la quale ci aspetteremmo caciara e folla chiassosa, alla ricerca disperata e malsana di una tintarella. E invece no, ci sei solo te, più solo di un granello di sabbia tra miliardi, magari occhio di fotografo, le onde del mare o del lago, conchiglie strapazzate e la brezza che qualcosa sembra aver portato via.

Meglio soli
Era maggio, un maggio impazzito, giù in Provenza, il cielo sì blu, però umorale, e la spiaggia soltanto spiaggia, senza il barcone del cafone, qualche peschereccio lontano e il vento, il Maestrale, a spettinare i capelli di lei, il bagnasciuga e la scogliera. Che bello, ogni tanto, sentirsi soli sulla sabbia e voler sparire sotto, vergognosamente incapaci di soltanto rispettare in silenzio quella bellezza. Era luglio, quel luglio normale di anni fa, in mutande a Cervia, tanto non c'era quasi nessuno, dopo un caotico evento musicale all'aperto, che si aspettava il momento giusto per un tuffo. Ed era agosto su una spiaggia deserta delle Cicladi sconosciute: io e lei, lei ed io, moderni Crusoe, un po' come nel film Cast Away.

Com'era giugno su un minuscolo fazzoletto di sabbia pubblica a Cannes, dopo una notte nel sacco a pelo a schivare bottiglie e lattine che degli stolti lanciavano dalla proménade. Una bottiglia vuota di pet, capace di restarci millenni in quell'acqua, ma dentro nessun messaggio di pace o d'amore, no, soltanto lei, un messaggio di solitudine. Come ci sarebbe molto spazio in quel posteggio per lucertole sub-sahariane che è Cala Turqueta a Minorca, o in quella gigante lettiera per pesci gatto, ma suvvia, ora tentiamo di farne l'apologia, per ricordarne altre che un tempo erano sabbia dorata, o scura di vulcano, e per dimenticare quelle che non lo saranno più. Finalmente le balene e gli albatros, quelli color marrone o persino arancione, lucidi, bollenti, con l'addome e il dorso fritti, se ne sono sono andati. O non sono ancora arrivati, così come non spunteranno sirene e poseidoni.

Quello che non c'è
Il bagno 55 di Rimini o la playa sol di Ibiza sono ben lontane e noi, che a quel Mediterraneo non apparteniamo ma lo sognamo soltanto, ne siamo ben felici. Non c'è la calca di gente e di camper che trovi persino in fondo alla Camarga, tra quel mare e il delta del Rodano. Non ci sono chilometri di ombrelloni e di lettini, ordinati come sardine portoghesi in scatola. Le serrande dei bar di piadine e granatine, quelle dei chiringuitos, sono abbassate. Puoi solo aver fame di silenzio e sete di brezza marina o lacustre. Ora, per scelta o per errore, ci sei soltanto te, il mare e la sabbia e da solo te la dovrai vedere con loro. Andarsene o rimanere? Bagnarsi o sotterrarsi? Non ci sono radioline e cellulari ad alto volume. Non ci sono i bagnini bruciati dal sole, né i moderni vitelloni felliniani, gli uomini delle sdraio, le signore alla cassa, i tedeschi che si fan fregare, "cocco bello" e "vu cumprà" a romperti l'anima.

Niente castelletto di sabbia del bimbo, niente paletta e secchiello, né tappetini gonfiabili e plasticume vario, niente mamme isteriche che si sedano di gossip, niente padri ammansiti sotterrati dai figli o nascosti dietro al foglio rosa. Lassù, nessun monomotore e nessuno striscione a dirci che "questa sera al molo 17 c'è la festa danzante da Nicola". Tutto questo non c'è, non ancora. Oh, questo lido fa semplicemente paura, inquieta, stordisce, ma affascina. Tutta la salsedine del mondo sembra inutile, sprecata, se non c'è pelle da incrostare. Ma i raggi del sole, di una stagione che ha perso la trebisonda, se non scaldano epidermidi secche, grasse o disidratate, almeno fan la vita del mondo di mezzo, tra l'onda e lo scoglio, tra l'acqua e il fondale, tra la sabbia e la battigia....

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