Hip-hop a prezzi... poco pop!

pubblicato da L'Inchiesta #6 novembre 2012

Quanto costa imparare a ballare l'Hip-hop? Dipende dalla scuola. L'Inchiesta ha confrontato le tariffe. Ma la qualità...

60 minuti di Hip-hop alla settimana nella Svizzera italiana possono costare da 400.- a 887.- franchi (tabella). Quasi tutte le scuole danno corsi da settembre a giugno, eccetto "Gimnasium" (12 mesi), "Arte Danza" e "Centro studi danza" (9 mesi). In alcuni casi le tariffe e la frequenza settimanale variano in base all'età degli allievi. Sui prezzi la trasparenza non è sempre scontata. Una decina di scuole non pubblica le tariffe in internet, nemmeno quando esiste un sito. "Gimnasium" a Castione ha rifiutato di comunicare i suoi prezzi a L'Inchiesta: i dati sono stati raccolti con una mascherata.

Centinaia di franchi di differenza
Il corso meno caro si tiene alla scuola "Dance Bazar" a Losone. «È una scuola per amatori e insegno a tempo perso», spiega la responsabile Isabel Lunkembisa. I corsi sono a buon mercato anche alla "Hip-hop School Fit & Gym" di Roveredo e alla "Freebeat Dance Studio" a Lugano, ma solo fino ai 14 anni di età. «Ad un corso non possono partecipare più di 8 persone», spiegano i responsabili. «Per questo i costi sono leggermente più bassi rispetto agli altri». Un'ora di ballo alla settimana costa poco anche presso il "Centro Sportivo Minusio", ma solo per i bambini fino ai 6 anni.

Le scuole più care, tra cui un paio riconosciute per la qualità dei docenti (vedi riquadro), hanno tariffe a partire da fr. 800.-. «Si pagano solo le lezioni alle quali si partecipa», precisa Katerina Fritz di "7Art Studio" a Grancia, la scuola più cara del confronto. Inoltre, dice, «abbiamo insegnanti altamente qualificati». «Abbiamo insegnanti professionisti diplomati», replica Halina Caneva del "Centro Studi Danza" a Mendrisio. «La loro non è un'occupazione accessoria. Vogliamo attirare allievi per la qualità e non perché costa poco». Prezzi sopra la media anche presso "Le Matrioscki" di Massagno. «A noi non interessa guadagnare, ma la felicità e il benessere dei ragazzi», ribatte la titolare Jennifer Sartori. «Per fr. 85.- al mese ci sono giovanissimi che alternano sia classica sia hip-hop ogni settimana».

«Reputo molto semplicistico dire che siamo cari», afferma Sabrina Cantoni di "Paso Adelante". Se paragonate ad altre scuole, dice, le tariffe «risultano addirittura sotto costo». «Siamo un'associazione che promuove la danza, non un esercizio commerciale a scopo di lucro», replica Francesca Sproccati di "Motoperpetuo" di Lugano. «Agevoliamo chi decide d'investirsi nella danza», aggiunge, con sconti il secondo e terzo anno. «Offrendo un servizio di qualità e competenza, un minimo di retribuzione è giustificato», risponde Ilaria Viviani Ferrario di "Danza e Vita". Alla mascherata la palestra "Gimnasium" non ha reagito. Interpellata sulle tariffe fornite, la scuola "New style dance" non ha preso posizione.

Tra sconti, tasse e competizioni
L'alta concorrenza sul territorio spinge molte scuole ad attirare il maggior numero di allievi a suon di sconti, promozioni, competizioni nazionali e spettacoli pubblici di hip-hop. «Sono offerte usate da molte scuole come strumento didattico, mentre da noi l'ambiente non è competitivo», commenta ad esempio Verena Sommer di "Happy Dancing". Di solito le scuole offrono una prima lezione gratuita e sconti tra il 10 e il 30% per i membri della stessa famiglia. Poche scuole non chiedono delle tasse di iscrizione per il primo anno, la maggior parte sì.

La tassa varia da un minimo di 10.- ad un massimo di 50.- franchi, come presso "Vivere ballando" (Chiasso), "Arte danza Ticino" (Mendrisio), "Sweetdance" (Lugano). La scuola "On Stage" di Locarno richiede addirittura fr. 60.-. «La tassa permette di frequentare tutto l'anno gratuitamente il corso del coro Smile di Minusio», precisa il titolare Sergio La Cava. Allo stesso modo "Bdy Dance School" a Coldrerio attira clienti comprendendo nel prezzo annuo 40 ore di "breakdance". Consiglio: in genere, prima di iscriversi alla cieca, vale la pena visitare i luoghi, provare una lezione gratuita e, soprattutto, chiedere le qualifiche dei docenti, in particolare se partecipano dei bambini piccoli.

"In Ticino l'insegnamento professionale della danza è scarso"
Su una trentina di scuole di ballo in Ticino, solo cinque sono al momento riconosciute a livello nazionale per la qualità e le competenze dei docenti. «In Ticino l'insegnamento della danza impartita professionalmente è scarso», denuncia a L'Inchiesta Manuela Rigo, a capo dell'Associazione formazione professione danza (Afpd), "antenna" ticinese dell'Associazione svizzera dei professionisti della danza (Danse Suisse). «C'è la paura di perdere allievi», dice Rigo. «Per questi insegnanti esiste solo la preparazione dei saggi a scapito della formazione vera e propria».

Su una trentina di scuole presenti, per ora sono solo 5 quelle riconosciute: "Centro Studi Danza" (Mendrisio) di Halina Caneva, "Moving Factory" (Locarno) di Danielle Brunner Bolen, "Danza e Vita" (Bedano) di Ilaria Viviani Ferrario, "Area Danza" (Bellinzona) di Mi Jung Manfrini e la stessa Rigo. «Presto le scuole saranno otto o di più», anticipa l'Afpd. «Quelle non ancora nella lista sono in via di valutazione e di riconoscimento». L'appartenenza all'Afpd non è tuttavia obbligatoria.

Il motivo? In Svizzera «il mestiere di pedagogo della danza non è ancora protetto», si legge nel sito di DanseSuisse. Conseguenza: «chiunque, senza competenza pedagogica specifica, può insegnare», quando invece servono «conoscenze specifiche di anatomia, pedagogia e didattica». «Bastano alcuni stages e rispettivi attestati di frequenza per aprire una scuola», denuncia l'Afpd. Dalle informazioni raccolte da L'Inchiesta, ex allievi/allieve di alcune scuole si sarebbero messi a capo di nuovi istituti di ballo, dopo solo qualche anno di corsi o di formazione. Per il consumatore è dunque difficile districarsi.

Tutto questo vale anche per l'hip-hop? «È consigliabile agli adolescenti solo se hanno le basi e i rudimenti della danza classica, dalla quale si acquisiscono la consapevolezza del corpo e la struttura posturale per la danza», afferma Rigo. Perché «un cattivo insegnamento potrebbe provocare danni fisici, soprattutto nella fase della crescita». Sulle tariffe vige il libero mercato, anche se DanseSuisse raccomanda, per i corsi di gruppo di 50 o 60 minuti, un minimo orario di fr. 17.- ed un massimo di fr. 25.-. Per i docenti fr. 60.- e fr. 100.-.

Ma, denuncia l'Afpd, «se l'obiettivo è il numero di allievi, a scapito della qualità di apprendimento e d'insegnamento, allora fr. 400.- sono giustificati». Esiste anche la Federazione svizzera delle scuole di danza (Fssd) con precisi criteri di adesione che, dice a L'Inchiesta la presidente Danièle Zaborowski-Shild, «sono validi anche per l'hip-hop». Tra questi, almeno 3 anni comprovati di danza professionale per chi dirige la scuola, la danza come attività principale, almeno 15 ore di corsi a settimana, e sale aerate di almeno 60 metri quadrati. Per ora la Fssd riconosce in Ticino solo la scuola "Area Danza" a Bellinzona.

Reazioni:

"Sono Sabina Ferreri Martucci, direttrice della Stardancestudio sagl , World Trade Center, Agno. Circa un mese fa vengo contattata da un giornalista de L’Inchiesta che stava effettuando un’indagine sulle scuole di danza in Ticino. Mi ha chiesto se nella mia scuola si tiene un corso hip hop e il relativo costo. 15 giorni dopo è stato pubblicato un articolo, il quale vuole essere un'indagine esaustiva, che in maniera dettagliata e approfondita sancisce quali sono le scuole “VERE” e quelle che invece non dovrebbero esserlo, in base a un giudizio insidacabile e incontrovertibile dato dalla proprietaria di un'altra scuola di danza Manuela Rigo, quindi in palese conflitto d’interesse, la quale a sua volta ha costituito un’associazione privata per sancire tale giudizio di merito. Ma sono state sufficienti le due domande poste al telefono, al fine di valutare in maniera compita ed esaustiva l’oggetto della vostra indagine e sentenziare, lapidario il giudizio sulla mia scuola come “NON CLASSIFICATA”: avete un corso di hip hop? Risposta Sì. Quanto costa? 80.- franchi al mese con sconti a dipendenza del metodo di pagamento (annuale o semestrale) e ulteriori sconti per lo stesso nucleo famigliare. Non vi sembrava forse sensato chiedere un curriculum, approfondire il percorso di formazione, gli attestati conseguiti, le esperienze vissute, le conquiste fatte in un mondo come quello artistico in cui nulla viene dal nulla e solo la passione, la preparazione, lo sforzo continuo di anni portano ad un percorso senza fine per l’affinamento di un'Arte, perché di questo parliamo, ARTE. E oltre a questo “Scuola di danza” bella parola, ma cos’è? Dove si trova? Gli spazi sono adeguati? Il pavimento è tecnicamente corretto? Le luci, gli specchi, l’attrezzatura, gli impianti audio, i servizi per la clientela, i parcheggi, i bagni, le docce, quanti metri quadrati per allievo, il sistema di areazione climatizzazione e aspirazione? Insomma mi sento OFFESA in primo luogo come lettrice; credo da sempre in una stampa libera come strumento di divulgazione dell’informazione, finalizzata ad elevare il grado di consapevolezza delle persone in un rapporto dialettico in cui tra chi scrive e chi legge ci sia un fiduciario assenso la cui base è una rappresentazione della realtà che dia gli strumenti necessari al formarsi di un'opinione in merito alle cose che accadono. Nel vostro articolo fatico a ritrovare quanto sopra descritto. Mi sento offesa come ballerina professionista nella mia persona e in nome del corpo docente della scuola che rappresento. Ognuno di noi ha studiato e ha dedicato tutta la vita a questa attività e si vede giudicare senza possibilità di replica come “non classificata”. Da chi poi? Da una sua collega, o meglio concorrente, a mezzo stampa. Troppo facile! Io mi auguro che voi, in qualità di rivista che si rivolge al pubblico, troviate opportuno dare spazio a questa mia replica in rispetto a quello che la carta stampata debba essere: un mezzo d’informazione, sì con una sua prospettiva, ma non un megafono monodirezionale, insindacabile, che utilizzi come fonte unica d’informazione soggetti evidentemente di parte rispetto agli attori in gioco. Io sono una ballerina professionista. Io ho una scuola di danza tecnicamente di primo livello, non meno di tante altre colleghe e colleghi qui in Ticino. Tutti abbiamo subito passivamente questa diffida da parte di chi non ne ha né titolo né ruolo istituzionale per giudicare. Mi auguro che questa riflessione sia da stimolo per tutti, per aprire un dialogo coerente, corretto tra i professionisti del settore. Chi come me vive solo di danza sa cosa significa e cosa vuol dire in termini di impegno, sacrificio personale, passione e costante abnegazione. Trovo quindi fuori luogo e tremendamente miope offrire il fianco a diatribe interne che hanno come unico effetto quello di arrecare ulteriori fardelli a una professione che non trova sponda o supporto in nulla, istituzioni comprese, se non nella passione di chi la sogna da sempre, la pratica, l’ama". Sabina Ferreri Martucci (Stardancestudio sagl), 18.11.2012.