Troppi morti all'ospedale

pubblicato da L'Inchiesta #3 maggio 2013

In Ticino 18 decessi per ictus in più della norma. La qualità di alcune cure ospedaliere è messa in dubbio dalle autorità federali

La qualità delle cure mediche varia da un ospedale all'altro. Ma non è facile misurarla. Per ora gli unici dati pubblici sono divulgati dall'Ufficio federale della sanità (Ufsp) che ha confrontato 40 tipi di intervento in 158 ospedali acuti svizzeri.

Per l'Ufsp il dato più significativo è il "Rapporto standardizzato di mortalità" (Rsm), un indicatore che mette a confronto per ogni trattamento la mortalità attesa con quella effettivamente avvenuta nel 2009 e nel 2010, in base all'età e al sesso dei pazienti.

"È un indicatore corretto per i rischi" scrive l'Ufsp, tuttavia "per trarne delle conclusioni definitive è necessaria un'analisi approfondita".

L'Inchiesta ha considerato quindi solo l'indice Rsm per le patologie con molte operazioni. Per un confronto con altri ospedali svizzeri è stata considerata la stessa patologia con quasi lo stesso numero di operazioni.

Per tipo di cure e utenza l'Ente ospedaliero cantonale (Eoc) è paragonabile ad altri nosocomi svizzeri. La mortalità da ictus è invece molto superiore.

Per esempio nel 2010 i pazienti tra i 65 e gli 84 anni curati per ictus sono stati 316 nelle strutture Eoc, 317 all'Ospedale cantonale di Lucerna e 285 al Chuv di Losanna.

Nonostante le dimensioni paragonabili, i pazienti deceduti per ictus negli ospedali ticinesi nel 2010 sono stati il 50% in più rispetto a Lucerna e Losanna. Gli ospedali di Losanna e Lucerna hanno ottenuto un indice di 1.0. Mentre l'Eoc 1.5.

Sui 316 pazienti curati per ictus all'Eoc, 51 sono morti. I decessi avrebbero dovuto essere solo 33. Ci sono quindi stati 18 morti di troppo.

Secondo l'indice Rsm, la qualità delle cure è giudicata buona a Lucerna e Losanna, mentre per gli ospedali dell'Eoc c'è il sospetto che gli errori medici siano troppi e che questi sbagli abbiano causato 18 decessi in più del normale.

I decessi per polmonite (età 45-64 anni) sono stati per due anni di fila superiori alle attese, ciò che dovrebbe spingere i responsabili a ulteriori controlli sulla qualità delle cure. Nel 2009 i morti sono stati il 30% di troppo. Nel 2010 il 20%.

Eoc: "Il quadro clinico influenza la cura"
"Anche il quadro clinico del paziente influisce sull'esito della cura" commenta Adriana Degiorgi, responsabile Servizio qualità e sicurezza dei pazienti dell'Eoc. "Con l'indicatore Rsm vengono considerati unicamente i dati relativi al sesso e all'età del paziente, ma non la gravità e la complessità del caso al momento dell'ammissione".

Secondo Degiorgi, i pazienti deceduti avevano allo stesso tempo 6-8 diagnosi per altre patologie e spesso hanno subito "un peggioramento dello stato di salute durante il ricovero in altre strutture ospedaliere".

Per l'Eoc "il numero di casi considerati è troppo limitato" e "il decesso non può essere utilizzato come unico criterio per valutare la qualità e la sicurezza delle cure".

Alla clinica Ars Medica di Gravesano, nella "prima applicazione dell'endoprotesi totale dell'anca" il tasso di mortalità nel 2010 era del 140% superiore alla norma.

A titolo di confronto al Chuv di Losanna su 274 pazienti non c'è stato alcun decesso (indice 0.0). Interpellata da L'Inchiesta, la clinica Ars Medica non ha voluto commentare i dati.

Cardiocentro: "Dati di qualità dal 2012"
Al Cardiocentro sono deceduti di infarto miocardico più pazienti tra 45 e 64 anni del previsto. Idem per l'infarto transmurale.

"Siamo alquanto scettici" commenta Moreno Bernasconi, vicedirettore del Cardiocentro. "I dati in questione possono essere considerati di buona qualità solo a partire dal 2012, con l'introduzione del nuovo finanziamento ospedaliero".

Motivo: i dati confondono le giornate di cura "con e senza il giorno della dimissione", mentre nel 2009 "risultano differenti per la stessa causa". Inoltre, dice Bernasconi, il Cardiocentro, è stato inserito tra le cure generali e di base, ma è un centro specialistico.

Moncucco: "Difficile trarre conclusioni"
Alla clinica Luganese Moncucco l'unico dato significativo riguarda i casi di insufficienza cardiaca.

"È difficile trarre conclusioni" dice il direttore Christian Camponovo. "Le statistiche su campioni limitati di dati sono problematiche. I dati andrebbero incrociati ad esempio col tasso di infezioni e analizzati su almeno cinque anni".


Nota: articolo redatto con Matteo Cheda.

Altro sul tema: "Quel farmaco per poco non mi ammazza"