Luna Park. Fiere di luce

pubblicato da Ticinosette #15 - 10.4.15

Tradizione ludica o preistoria dello svago, anche nel nostro cantone ogni anno, grazie alla passione del Pellerani di Caslano,...

Montagne russe, ruote panoramiche, autoscontro, tiri al bersaglio, la nave volante, il tunnel dell'orrore, zucchero filato e "punching ball", fanno di questo luogo del divertimento, e non solo, ciò che sono oggi i moderni parchi di divertimento. Il Luna Park, un'idea americana nata alla fine dell'Ottocento, così come tutti noi lo abbiamo conosciuto sin da piccini, resiste ancora oggi a forme di divertimento più moderne e molto più discutibili, come i supermercati. Tradizione ludica o preistoria dello svago, anche nel nostro cantone ogni anno, grazie alla passione del Pellerani di Caslano, discendente di una famiglia di giostrai itineranti, leggiamo, piazze e sterrati di paese si riempiono di carrozzoni colorati e strutture lampeggianti.

Fauna che gira
In poche ore si ergono fin sopra i palazzi quelle strutture che poi vediamo scintillare la notte come navi spaziali, che poi sentiamo vivere tra grida di divertimento e di panico, tra note di musica tradizionale o commerciale. Chi scrive da parecchi anni non ci mette più piede, ma i ricordi sono ancora vivi, indice che questo luogo ha segnato non una ma molte gioventù. Quando a Bellinzona, all'ex campo militare, da metà aprile ai primi di maggio, ci recavamo tra amici alle giostre, era ahi me la pioggia che indicava il loro arrivo, o viceversa. Il pomeriggio si perlustrava, per adocchiare le ragazze del paese che, la sera, come noi, poi si sarebbero ripresentate tutte infiocchettate. C'era chi cuccava e chi no, chi andava oltre la timidezza, le vertigini e la nausea. C'erano i "tamarri" all'autoscontro e c'erano i "sognatori" della barca dei pirati, oscillando fino alla verticale, e gli "spensierati" sulle seggiole a centrifugarsi, agganciati a qualche amico o amica (il famoso "calci'n'c..."). C'erano i bulli del "punching ball" lì a mostrare i bicipiti e a spezzarsi i polsi contro una massiccia sfera di cuoio. Quante risate quando uno mancava il colpo e ruzzolava a terra!

Le attrazioni
Un tempo c'eravamo noi, non timidi ma discreti, a bordo rampa per decidere sul da farsi. Ci andiamo o no? Quanti gettoni prendiamo? E per quanti giri? La prima volta sulle montagne russe, binari bianchi e carrozza rossa, bastò e avanzò. Nella sala degli specchi ridemmo della nostra immagine deformata, finché qualcuno il muso non lo sbatteva davvero contro uno specchio. Il tunnel degli orrori era più tunnel che orrore. Ma era la barca dei pirati il grande spasso, adrenalina pura. Si prendeva posto a una delle due estremità, ovviamente, così che, una volta in verticale a trenta metri d'altezza, il senso di vuoto ti invadeva lo stomaco. Si narrava di persone dal ventre debole che sbiancavano, svenivano o, peggio, vomitavano da lassù, e che qualche sfortunato avventore si facesse poi la doccia. Un giorno cominciammo a sentir parlare di incidenti in alcuni Luna Park. Tra guasti elettrici, bulloni mal fissati, pezzi di metallo che venivano sparati in aria col rischio di colpire qualcuno, e la gente letteralmente volava, rovinando al suolo. Casi rarissimi per fortuna, a quanto pare, poiché i controlli sono severissimi e ci mancherebbe!

Un luogo per film
L'immagine del Luna Park è poi legata a diversi film di successo. Quello che più mi ha segnato, per ridere, era quello con le gesta di Bud Spencer che sfidava un gradasso nel lancio di un pesante oggetto, lungo un binario circolare che saliva e scendeva. Il lancio di Bud, dopo la sua caratteristica smorfia, sembrava debole ma risultò senza fine: tutta la genialità stava in questo. In molti altri film americani il Luna Park è teatro di lotte amorose, di storie dell'orrore, di mostri veri nascosti tra le finte attrazioni, di veggenti che la sanno lunga, di enormi orsacchiotti e tigrotti vinti coi fucili ad aria compressa, di bizzarri personaggi dietro al banco del tiro a segno, di buffoni che cascano in piscina, di funamboli e di fenomeni da baraccone. La realtà però, si sa, a volte supera la finzione. Poche settimane fa, in provincia di Cuneo, i giostrai hanno dovuto spiegare che, nel furto aggravato di corrente elettrica pubblica, non c'entravano niente. Questione di dignità e di rispetto, anche per chi del divertimento altrui ne fa un lavoro. Il colpevole pare fosse un misterioso signore allacciatosi abusivamente col suo camper.