Coi tossici in Olanda si fa così, in Ticino...

pubblicato da ticinonline - 15.8.2013

C'è un messaggio di integrazione molto più forte che non da noi, dove finiscono invece nelle comunità...

Locarno - Peccato che al Festival ci siano state soltanto due proiezioni del bel documentario olandese "De Onplaatsbaren" (gli incollocabili), nella sezione indipendente "Semaine de la critique", ieri sera a L'Altra Sala e lunedì mattina al Kursaal. Peccato perché avrebbe dato qualche spunto interessante a chi, qui da noi, tenta - con risultati non sempre evidenti - di reinserire professionalmente alcolisti, tossici, gli "outsider" in generale. Un documentario che il regista René Hazekamp in sala ha definito triste ma anche divertente, pieno di speranza, soprattutto grazie a due personaggi dalle esistenze tormentate e dai destini diversi: l'inquietante Dick, look da rockstar, e il barbuto Spijke, look da boscaiolo. Entrambi accomunati da un padre violento, che il primo uccide a 13 anni e che lo condurrà verso il tunnel della criminalità e lunghi anni di galera; ma che il secondo invece piange e lo perdona ancora, dando invece la colpa ad una madre ipocrita.

Entrambi fanno parte di un programma occupazionale per tossicodipendenti a Rotterdam: con la loro tuta arancione, fanno i netturbini, raccolgono cartacce e sporcizia, puliscono quelle strade che in precedenza contribuivano a "sporcare", soltanto con le loro esistenze sbandate da reietti. Alla fine Dick verrà espulso perché alza il gomito mentre lavora e infastidisce gli altri utenti; Spijke sembra invece dimostrare la volontà per riprendersi in mano la vita, almeno un po'. I successi, in questo campo, si sa, sono rari. Il documentario offre però lo spunto per constatare due realtà molto diverse: in Olanda a queste persone si dà un lavoro in mezzo alla gente, affinché si sentano comunque parte della società e il meno emarginate possibile. C'è un messaggio di integrazione molto più forte che non da noi, dove finiscono invece nelle comunità, a seguire atelier manuali, il più lontano possibile dagli sguardi della gente e dal mondo reale. Uno spaccato di un'Olanda da sempre progressista e liberale in materia di droghe, ma anche con la rieducazione di chi ne cade vittima. In Ticino non sembra proprio la stessa cosa...