Giovani una volta sola

pubblicato da Ticino Sette # 21 - 24.5.13

"(...) ma si può essere immaturi per sempre". (Philip Roth, da "Il teatro di Sabbath").

Mi rivolgo a te, gioventù rossa e blu di belle speranze. Sarò provocatorio ma spero stimolante, quindi non ti innervosire, sono solo un vecchio deficiente. Parlo a voi, di rose e farfalle tatuate, un po' pulp e un po' burlesque, un po' tutto e quindi niente. Pensate che il carattere abbia una marca, già. Rastafari tira canne a mille chilometri dalle Antille, rockabilly di paese dove la Chevy non ci passa, rockettari teschi e fiamme che suonano cover, metallari romanticoni, skaters senza Malibu, buffi dell'hip-hop privi di veri motivi per incazzarsi, artistoidi figli di papà, secchioni e future studentesse di psicologia, metrosexual di provincia e magari nemmeno etero. Dimentico pochi altri e me ne scuso.

Codici, travestimenti, maschere, linguaggi, gerghi, e tutto questo è normale, ma la domanda è: dove accidenti siete quando c'è bisogno di voi? Lo vorremmo sapere, noi che il mondo ci ha piegati. Vi siete già spezzati? Come lo volete questo pazzo pianeta? Ci sono vecchi ma "giovani dentro" più di molti di voi, e giovani come voi ma nati già stanchi. Non so se mi spiego. E tu da che parte stai, eh? Siete consumatori e per giunta persino ingenui. Vi agghindate a squadre per sentirvi parte di qualcosa, perché là fuori, nel mondo duro e triste sul quale da poco vi siete affacciati o che, codardi, bellamente evitate, trovare qualcosa è difficile, più di un tempo. Non è tanto colpa vostra, ma è una colpa non fare niente.

Spendete più soldi di quanti non ne avessimo noi o i nostri padri, tossici dell'avere. Non capite che possedete già la vita, siete vita. Forza, energia, sfrontatezza, coraggio, possono cambiare questo mondo bello ma triste. Ah, già, dite che tanto nessuno vi ascolta, e spesso è anche vero. Forse è il metodo che sbagliate. Avete personalità, almeno? Chiedetevelo.

Steve Jobs, prima di morire, ha detto a giovani come voi: "Siate affamati, siate folli!". Forse è il miglior motto del millennio. Dovrebbe essere la vostra filosofia di vita, se l'avete capita. Siate fieri di essere europei che dagli americani c'è ben poco da imparare, se non il loro essere più socievoli. Nei reality della tv americana quelli lì non fingono, sono stupidi davvero, okay? Cosa state portando di giovane in un paese che sta morendo di vecchiaia e di noia? Rutti, borsette e bestemmie?

Sbagliate a non parlare coi vostri genitori: proprio perché questo non è più il loro mondo dovreste essere voi a spiegarglielo. E se insistono a non capire, insistete anche voi. Lui gira così in fretta che solo voi riuscite a stargli dietro. Tanto gli amici ne sanno quanto voi, internet è un mare difficile, i docenti si rispettano ma alcuni sono anche parecchio fulminati.

Ecco, forse, siete soli. Siete figli dei social, della tirannia della moda che vi annienta, della dittatura del silenzio reale, dell'obbedienza virtuale, forse codardi e sudditi. La testa non è un accessorio come la cintura dei pantaloni che portate sotto il sedere. Fame stimolante e follia creativa, ecco cosa vi rimane. Ma finché indosserete codici creati da altri, che non avete scelto ma che vi sono stati imposti dal dio mercato, c'è poco da fare. Tu giovane donna sei altro oltre il fashion? Lotterai per i tuoi diritti? E tu giovane spavaldo, con l'auto potente ma socialmente impotente? Il mondo lo volete al cotto o al crudo?

La bestemmia è facile, la poesia è difficile. Vi sbronzate più dei vostri padri perché vi annoiate, ma siete voi a generare la noia. Vi importano soltanto i soldi, a voi pecorelle ben vestite. Manichini senza un pelo fuori posto. Freddi robot pettinati da dei. Suggerisco di sognare, fare, creare, cambiare, ma da voi, siate originali e indipendenti. Non damerini effeminati o bamboline insipide uscite da un reality. Non spogliarellisti da web-cam e sputtanati a vita. Solo il reale è sensuale. Le vostre alternative per ora non si vedono, ma se non c'è speranza in voi che siete speranza, allora non resta nulla.

Reazioni:

"(...) un articolo retorico, noioso, arrabbiato (poi con chi? con cosa?), sicuramente non obiettivo. (...) credo che il lato peggiore stia proprio nella mancanza di fiducia che così si dimostra nei confronti dei diversi stili (di vita e non) dei giovani. (...) beh ringrazio davvero di conoscere ben poche persone dello spessore morale e culturale del (...) giornalista. (...) voler racchiudere i ragazzi in quattro frasi stereotipate non fa altro che aumentare la distanza tra chi oggi crede (sbagliando malamente) di avere in mano le chiavi del giusto e chi invece ancora si sta costruendo un futuro e trova così modelli distorti a cui fare riferimento. (...)
(P. C., mail alla redazione, 25.5.13).

"ancora una volta mi complimento per l'articolo che hai scritto a proposito dei giovani. Un bello scritto disincantato e privo di pregiudizi (che noi giovani tanto odiamo ma che sotto sotto come i cliché ci arrivano vicini) ma che tocca le corde giuste. Spero che in tanti si prendano il tempo di leggere Ticinosette (anche online se cartaceo é da looser) e chissà che qualche seme non germogli".
(E. G., mail ricevuto il 28.5.13).

"il tuo articolo agita i dibattiti qui sul lavoro".
(M. B., sms del 29.5.13).

"(...) bello. beh si mi sembra rispecchi abbastanza la realtà. pure azzeccato se l'articolo voleva essere "provokativ", il tono è quello.. condivido però anche il commento che si legge nella prima reazione quando dice "...arrabbiato... ma con chi? ecc..", sì alla fine c'è sempre un poco il rischio di perdere obbiettività, come se fosse facile mantenerla. e poi non so, in generale penso non sia facile essere giovani in qualsiasi tempo.. o generazione. oggi magari più di ieri".
(S. J., mail ricevuto il 10.6.13)