Bellissime persone

pubblicato da Ticinosette #40 - 3.10.14

Accessori sempre più raffinati e discutibili per Fido e Fufi che molti trattano ormai come "esseri umani", dimenticando la loro reale natura...

Si stima che i nordamericani spendano 55 miliardi di dollari l'anno (!) in cibo, prodotti per la salute e discutibili oggetti e accessori per i loro amici a quattro zampe. È tanto quanto il debito che avevano i 18 paesi più poveri del mondo nel 2005 con gli otto più sviluppati (G8). Se parte di questa montagna di soldi fosse stata destinata agli umani che muoiono di fame e di sete nel sud del mondo, invece che ai viziatissimi cani e gatti del nord, forse oggi ci sarebbero meno disuguaglianze sulla Terra. Il paradosso sta tutto qui: mentre permangono profonde discrepanze tra noi umani, sembra non avere limiti la tendenza di rendere "uguali" a noi Fido e Fufi. È come mandare in fumo "millenni di convivenza inquinati dal continuo desiderio di trasformarli in quello che non sono e farli simili a noi" sostiene il popolare etologo italiano Danilo Mainardi. Un grosso "errore" a suo avviso.

"Simili ai bambini"
Mentre ci avviciniamo al 4 ottobre, giornata mondiale degli animali, pochi mesi fa si è tenuto l'evento globale dei prodotti per Fido e Fufi, l'annuale "Global Pet Expo". Non poteva non tenersi negli Stati Uniti. Non che fossi all'oscuro di tutto questo mondo, ma un articolo - forse un po' pubblicitario - ha suscitato in me dapprima una certa stupefazione, poi sgomento e infine tristezza. Per spiegarmi citerò dei passaggi dell'articolo, sarò un po' provocatorio e non me ne voglia chi detiene cani e gatti. Ammettiamo che possegga un cane e che sia uno di quelli che considera Fido una "persona". Fuori piove, faccio due passi con lui ma, sentendomi un po' affaticato, presumo che lo debba essere per forza anche Fido. Per fortuna che gli ho comprato uno di quei "passeggini con il tettuccio impermeabile, per non stancare il cucciolo ed evitare che si bagni", peraltro "molto simili a quelli per bambini". Com'era simile a quel marsupio ventrale per neonati che vidi addosso ad una signora a New York: dentro c'era il suo cagnolino. E comunque se Fido si bagna ho portato "il collare riscaldato contro i colpi di freddo"...

A lume di candela
Una volta a casa io e Fido ceniamo. Lui può scegliere tra: delle "ciotole in legno e ceramica più alte della norma per un pasto confortevole"; delle "eleganti coppette" ovviamente "munite anche di posate" (!); o tra la nuova "ciotola per mangiare lentamente" (giacché alle "persone" fa male ingozzarsi). Essendo noi due "persone" che desiderano nutrirsi bene, mentre io bevo del buon vino, lui beve "acqua minerale colorata di sorgente importata appositamente dall'Australia". Una volta terminata la cena, gli sparecchio la tavola e prendo "il bavaglino per asciugargli il muso". Andiamo in salotto e lo faccio accomodare, ma mica su "rozzi panni da tenere sul pavimento o stendere sul divano", bensì sulla sua "poltroncina con le linee ispirate alla scuola tedesca Bauhaus, in pelle artificiale", un giaciglio di trenta centimetri che m'è costato 125 euro. Se ha male alla schiena può adagiarsi su "teli morbidi, assorbenti, impermeabili", o sul suo "letto con base in bambù e materasso ortopedico" progettato dal quel genio di designer "specializzato in arredi per cuccioli" che è Corey Drew. Certo, perché "gli animali sono bellissime persone", ha detto la titolare di un'azienda toscana specializzata in accessori...

Un'app per Fido
Dato che domani sera io e Fido andremo a fare l'aperitivo, sono indeciso tra i molti "vestitini, cappottini, magliettine traspiranti, collane in miniatura e pendenti" che potrebbe mettersi. Be', decido di fare delle prove virtuali per Fido. L'applicazione "My Dog My Style" mi permette di dare una risposta alla fondamentale domanda: che look avrà con quel vestitino o con quell'accessorio? Una volta che l'avrò vestito potrò fargli qualche fotografia perfetta, magari aiutandomi con "Pose A Pet" che, mentre lui guarda la tv, "riproduce una serie di suoni per catturare l'attenzione". Sapete, io e Fido abbiamo molte cose in comune, tra cui degli amici con cui, che so, discutere ad esempio di politica o di ristoranti. Ma siccome Fido mi dice sempre che non è uno molto high-tech, l'ho iscritto a "Peterest", dove posso "pubblicare gli scatti del proprio animale oppure commentare quelli degli altri". Geniale, vero? E ora che c'è "Woof" posso "memorizzare la durata delle passeggiate", così non ci perdiamo i nostri film preferiti alla tv. Poi posso misurare "le distanze percorse" affinché anche Fido sappia quante calorie brucia e possiamo "cercare altri cani nelle vicinanze". Domani lo doto di "FitBark", un sensore da attaccare al collare che, quando sono assente, mi dice se fa movimento o dorme. Così non può ingannarmi...

Svizzeri i più generosi
Per fortuna ha, per ora, ragione la collega Carolina Cenni: "tutto sommato, in Ticino, grandi eccessi non se ne vedono. Qualche pellicciotto di troppo addosso al Fido di turno e alcuni gadget francamente inutili sì". Non siamo negli Stati Uniti, dove ci sono psicologi, sfilate e parrucchieri per cani ad ogni angolo, ma ciò non toglie che gli svizzeri e i ticinesi non coccolino i loro beniamini, anzi. Le cifre divergono, anche perché le stime sono ufficiose. Se si contano 1,8 milioni tra gatti e cani, sette svizzeri su dieci ne possiede uno (la metà circa un gatto, un terzo un cane). Secondo uno studio del 2009 "tra tutti gli europei, sono (gli svizzeri) i più spendaccioni": quasi 670 milioni di franchi e una media di 240 franchi circa all'anno per animale. Un sondaggio afferma che sei svizzeri su dieci spendono "dai 50 ai 150 franchi al mese", uno su dieci "addirittura più di 150 franchi", quasi la metà "oltre che per il cibo, per giocattoli regalati al proprio animale" e un 15% spende in "altro". Conclusione: questo "mostra come in materia di spese per gli animali domestici i più generosi siano proprio gli svizzeri". Se consideriamo una media di cento franchi al mese per ogni proprietario e che - molto meno della Francia che detiene il record di cani e gatti dopo gli Stati Uniti - arriviamo comunque a oltre 2 miliardi di franchi di spese all'anno, ben davanti a francesi, tedeschi e inglesi. Visto da fuori, dall'Italia ad esempio, c'è chi commenta che sia semplicemente "pazzesco".

Amore e compagnia, ma...
Il nostro alto potere di acquisto può spiegare in parte questo fatto, ma non del tutto. Se abbiamo un numero di cani comparabile ad esempio alla Norvegia, secondo le stime dei produttori di cibo, paese il cui potere di acquisto però è persino superiore al nostro, ma spendiamo più di tutti, alla base di questa maggiore generosità c'è un comportamento sociale e/o psicologico diverso. Prendendo per vere le motivazioni per cui si possiede un cane, stando al sondaggio già citato, avremmo un 70% che dice "perché amo gli animali" e il 17% "per la compagnia". Ma come si amano gli animali? In quanto tali oppure viziandoli come fossero "persone"? Se fanno compagnia, allora quanto soffriamo di solitudine? D'altra parte sono ampiamente riconosciuti, ad esempio, i benefici di un animale nei casi di solitudine, isolamento, insicurezza, deficit affettivi, ecc. Allora, significa forse che noi svizzeri, che di certo non brilliamo per socievolezza, espansività e felicità sprigionata da ogni poro, siamo più inclini a comportamenti di tipo depressivo e asociale?

Lontani dalla natura
Il problema principale, scrive l'etologo Mainardi, si porrebbe così: "saremo capaci, noi uomini moderni sempre più distaccati dalla natura vera, di comprendere che questi esseri cui vogliamo riconoscere la dignità (...) sono diversi da noi?". Ma siamo vittime di "quel fenomeno imponente che ha inquinato, e ancora inquina, ogni comprensione del comportamento degli animali: la tendenza a umanizzarli"? Be', sappiate che Mainardi se lo chiese quasi venti anni fa. E non è azzardato affermare che oggi siamo ancora più lontani dalla natura, sempre più urbanizzati per cui, diceva un altro celebre etologo, il compianto Giorgio Celli, "succede spesso che le persone di città tendano ad antropomorfizzare gli animali, cioè li considerano come dei bambini". Smettendo di cacciare (se non per sfizio e non per vera necessità) e raggrupandoci nelle città, allontanandoci così dall'animale di fattoria, l'essere umano avrebbe sviluppato un rapporto, suo malgrado, che potremmo definire "egoistico" (imporsi una compagnia) e "malsano" (imporre all'animale sè stessi), con cani e gatti in particolare. Gli stessi veterinari affermano che "l'eccessiva umanizzazione dell'animale e l'urbanizzazione galoppante sono spesso causa di disagio e sofferenze per gli animali". Che sia un problema, fondamentalmente, legato alla crescente solitudine e al senso di smarrimento che proviamo?