Sei società bloccate a Lugano

pubblicato da RFT - 25 novembre 2010

La piazza luganese ancora al centro di scandali finanziari. Dal 2009 ad oggi le autorità federali hanno "ripulito" il settore bloccando sei società disoneste...

Lugano e dissesti finanziari: un binomio ormai abituale per chi osserva la piazza ticinese. Dal 2009 ad oggi 6 società sono state fatte chiudere dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma), tramite fallimenti o liquidazioni forzate. Spesso erano gestite da broker italiani senza scrupoli o rappresentate, sulla carta, da noti e capaci bancari italiani. A volte dietro c'era sempre qualche fiduciaria o avvocato ticinese compiacente. E stranamante nessun media ticinese ha fatto i nomi, mentre le autorità politiche e le associazioni di categoria preferiscono tacere.

Assieme ad altre società disoneste, quelle luganesi hanno contribuito a rovinare decine di clienti per 220 milioni di franchi, ha stimato la Finma, mandando in fumo i loro risparmi. Il caso forse più scandaloso, per l'ammontare della bancarotta, è quello della Aston Bank, quando la polizia irrompe negli uffici di Via Maraini 11 e blocca tutti i computer. Si stima un buco di almeno 20 milioni di franchi con collegamenti in Russia. L'ex direttore generale Alessandro Fabiani sparisce all'estero, il suo socio Camillo Costa finisce in carcere in Ticino. Ci lavorava anche, come vice-presidente, Nicola Simoneschi Cortesi, fiduciario di 42 anni, già candidato al consiglio comunale di Collina d'Oro e figlio della deputata del Ppd Chiara, ex presidente del Consiglio nazionale. Interpellato dai media, quest'ultimo non ha mai detto nulla, se non che questa storia facesse "schifo"!

La finanziaria Union Privee Financiere (UPF), inizialmente con recapito alla Fidinam, la nota fiduciaria di Tito Tettamanti, ex Consigliere di Stato ticinese e finanziere d'assalto con residenza a Montecarlo. Poi l'UPF sposta l'indirizzo in Via Pioda 9, sotto la presidenza (e delegato) Benedetto Celsa (poi passato ai vertici di Banca San Marco e di banca del Credito Cooperativo Agrobresciano). L'UPF era diretta da Alessandro Maria Piozzi, cittadino italiano con residenza a Lugano (che, va precisato, non ha nulla a che fare con l'omonimo già direttore di Banca Sara). Ex presidente e direttore figura anche Vittorio Pugliese, esperto contabile dell'Associazione italiana degli operatori dei mercati dei capitali.

Nella lista nera, anche due succursali in via Cattori 5 a Paradiso. La Lutifin Finance LLC con sede principale in un sobborgo del Texas, e la Buliant Associates Inc. con sede principale a Panama. Praticamente non hanno mai operato. La Simis Sa di Viale Castagnola 27 a Lugano, una pseudo-banca, messa in liquidazione già nel 2006. Era diretta da Riccardo Cornacchia e dal suo ex socio Carlo Santamaria. Cornacchia era stato sequestrato nel 2008 pare per essersi intascato 2 milioni di euro di un suo cliente. Lui ha sempre negato.

La AbFin Sa di Via San Salvatore 2: nel 2008 un buco di 10 milioni di franchi per azzardate operazioni in borsa. I due ex dirigenti, Massimo Dotta e Roberto Castelli, s'erano dati alla fuga. Dotta s'era pure diplomato al Centro studi bancari di Vezia, fucina di discreti gnomi svizzeri con la valigetta. Poi cinque indagati, uno si era costituito, due arresti e una scarcerazione nel 2009. Un'80ina di clienti danneggiati attraverso un fondo, pare, di alcun valore.

Infine, una domanda: quanto sono approfonditi i controlli della Finma, se prima autorizza queste società ad operare come banca e dopo ne ordina la chiusura?