"Prix au public"

pubblicato da La Regione - 6-10-13/8.16

Locarno - Anche nel 2016 torna la personalissima rubrica sul "dopo festival" o "festival off" della 69esima edizione...

#3 Un "dopo festival" senza idee
13 agosto 2016. Sicché i mitra sì e un po' più di tolleranza del comune e di certi cittadini (su orari e musica) no. Prevenire il terrore va bene, la ressa (e dunque il rumore) perché mancano ritrovi nuovi no? Oggi è l'ultimo giorno di quel "dopo festival" che ci delude ancora una volta. Nessuno pretende feste e ritrovi aperti fino all'alba, ma dove sono le idee? Dove sono i privati? I cittadini? Ah già, attaccati al telefono a chiamare la pola. Ma gli spazi non mancano, lontano dagli abitati, in zona lido, allora perché non c'è nulla? Si poteva fare qualcosa dentro il cantiere della “casa del cinema” in tutta sicurezza.

9 agosto. Bel party dei "Pardi di domani", ci diranno, ma alle due giù le serrande, è l'ennesima figuraccia con gli ospiti da fuori. Feste "silent party" (feste silenziose), dalle undici giù la musica, su le cuffie. Siamo ridotti a questo, ma le chiacchiere di centinaia di persone non fanno più rumore di un po' di musica di sottofondo? Ecco il telone fonoassorbente che i paraventiani hanno issato sotto la casa di un notabile.

10 agosto. Nei ritrovi sulla “Micio way” non sanno nemmeno fare rifornimento. I giovani si lamentano, non si organizzano, si rassegnano, persino il “techno party” sotto il viadotto stradale che porta ad Ascona è diventato istituzionale: la pola sa già a che ora intervenire. Le idee sono una festa “disco music” anni '70 vicino al casinò, abbigliamento a tema, banalissimo, ma non puoi perché è su invito, capito? Già c'è poco e fanno pure selezione? È un controsenso. I comuni festivalieri sono "out".

Ci diranno che sarà strapieno (per forza, col mortorio che c'è!) ma quasi tutti ticinesi, un “carnevale estivo”, brutto ambiente, snob, solo per bere e mangiare a sbafo. Ecco. La Rada farà sciopero dopo tre interventi della pola. Ma il permesso chi gliel'ha dato se non il comune? E chi li ha fatti traslocare lì? Sempre il comune.

11 agosto. Gira la voce di un party in zona liceo, due ore dopo è già annullato. Il Festival è una vecchia e rispettabile signora, va per i settanta, le vogliamo bene, ma il suo oste, il comune, è vecchio e rattrappito, sordo, irritabile, provinciale, intollerante. A Locarno sono inflessibili, sentiremo dire tante volte. Già. Si dà ragione a quattro gatti e si dà torto a centinaia di festivalieri. Dov'è il buon senso? La proporzionalità? Be', oggi ultimo giorno, festivalieri, approfittatene fino alla fine, fino alle sirene della polizia, e arrivederci al settantesimo. Probabilmente con un po' delle stesse storie.


#2 Locarno non è Detroit
Eravamo rimasti a sabato. Ci avete dato dentro? Socievoli ed ospitali come suggerito? Bene, ma speriamo non come il piromane che lanciava bottiglie alla Rotonda e appiccava il fuoco al megaschermo. Condanniamo tutto questo ma, almeno, al “Festival off” è successo qualcosa (sic!). La noia genera scompensi, già. Lo abbiamo visto ammanettato dietro alla Magnolia. E poi sopraggiungere ben altre due pattuglie per un solo uomo! Locarno non è Detroit, okay? La pola non è “Robocop”.

Sabato sera. La febbre è poca, o solo per ipocondriaci, al limite per Ferrara e Keitel al privé della Magnolia. Passa il presidentissimo, solitario, pensieroso. Che c’è? Al Castello la cover della cover dei “Muse”. Piccolo sbadiglio. Gira voce di una festa LGBT al Beach Lounge di Ascona, ma verremo a sapere che sarà poco “beach” (faceva freschino), ancora meno “lounge” (c’era il Moci scatenato). Noi eravamo al solito posto. Bravi, indovinato. Poca gente, strano. Dove sono tutti? Cominciamo a pensare che ci sia un complotto, che ci tengano all’oscuro apposta per farci scrivere questo.

Alle due e mezza annuncio per farti uscire, in cinque lingue, tanto per evitare malintesi. Un paraventiano ci rivelerà succulenti dettagli. Pare che il terreno sia comunale e che al comune tutto quel sasso ingrigito provochi l’orticaria: dovrebbero tinteggiare tutto di bianco! “Per togliere i funghi dovuti all’umidità” ci spiegano. Grasse risate. Il comune pare abbia chiesto loro di “fare di più”, ma se poi fai di più non va bene (rumore, multe, ecc.). Ci narrano dell’intolleranza di un’anziana per cui questi dieci giorni sono peggio di un terremoto. La sua reazione? Gettare la cacca del suo cane ogni giorno nel loro giardino, capito?

E pare volessero installare nuove strutture, provvisorie, si badi bene, ma il provvisorio va bene solo dove piace al comune. Tre e mezza, ora sì che Locarno è Detroit durante la crisi. Si vocifera di una “festa afgana” al lido, ma sembra uno scherzo di qualche buontempone. C’è l’after a La Rada. Pienissimo! Caldissimo! Trashissimo! Mix variato e appiccicoso di gente di qui e di là. Un camper confederato verrà zittito dai “robocop” di Detroit. Domenica 7 agosto il regista Abel Ferrara canta come una cornacchia e suona ancora peggio. Nessuno capisce qualcosa eppure tutti applaudono. Poi si defila tra la folla con moglie e prole, dopo aver preso un cocktail al Grand Hotel, anzi no, scusate, … quelli erano altri tempi: un’acqua liscia allo Swisscom coso. Finché viva quell’Iran che si ribella anche con la techno minimal.


#1 Lungo la “Micio Way”
6 agosto 2016. Non sapete più cosa avete fatto mercoledì sera 3 agosto, giorno d'apertura? Allora vi siete divertiti al “festival off”. Noi così così. Troppe aspettative, ovvio. Alle diciotto è la moribonda “Pardo Way” (o “Micio Way”?), gli “hot spots” sono sempre meno, sempre gli stessi, mai un nuovo ritrovo, anche alla buona, effimero, con tutti gli spazi inutilizzati della città (ma non il solito italo-fashion-style del menga!).

Signori esercenti, gestori e privati cittadini: idee! Basterebbe copiare quello che c'è a Zurigo. Al comune, al sindaco rock, se il festival è sperimentale, alternativo, perché la città no? Vaglielo a spiegare al giovane turista straniero non per forza cinefilo. Vogliamo una lista, non quella degli ospiti o degli arrivi, ma di chi al festival non ci torna più.

Tappa dalla Rachele, dai, per la vista sulla gente splendida che passa e ripassa. Il presidentissimo citava la novità, la Rotonda, gestita dal Festival e dal gruppo Enjoy che di animazione dovrebbe capirne. C'è più ordine, un nuovo pavimento, ma togli uno spaccio qua, sposta un tendone là, è sempre lo stesso Suk (le attenuanti sono la tempistica e un cratere d'asfalto inospitale).

No comment sulle proposte musicali: va bene il made in Ticino, ma almeno un paio di nomi svizzeri o esteri di richiamo? Lo Swisscom Hotel, a parte certi lampadari, ricorda tutto fuorché un albergo; “TicinoWine” ti offre sette franchi il bicchiere di plastica più cinque di deposito; con tutti i birrifici artigianali che ci sono manco una birra decente. Suona il Bignasca, poi ecco l'altro giovane Bignasca e poi l'accoppiata “Bazzückert”.

Il cortile del Pardo bar pare una sala d'attesa dal medico. Forse è presto, abbi fiducia, la macchina deve ingranare. Dove si va? Mmmh, che domande, ma al Paravento! E dove sennò? Da anni è sempre lo stesso pellegrinaggio. Non si capisce quali siano le “diverse novità”: i nuovi camerieri? Le sculture di vimini? O il menu che è sempre bio? Mah. Fatti una lasagna da sedici franchi, così digerisci anche il penoso intrattenimento dei Girumeta.

Di sopra il ministro Berset se la beve e se la chiacchiera, come solo in Svizzera si può fare. Poi silenzio tombale, niente musica, manco di sottofondo, pare un ritrovo yoga. Perché? È l'una e mezza, quattro gatti in giro, è solo mercoledì, i festivalieri stranieri dormono già, il ticinese medio arriva solo di sabato, cioè oggi. Dateci dentro, ma siate socievoli ed ospitali!