Statali, fannulloni ancora tutelati

pubblicato da RFT - 17 luglio 2009

Un funzionario statale si assenta dal lavoro per quasi tre mesi senza giustificazione e non viene licenziato. Peggio: in Ticino i cittadini non possono sapere se è stato sanzionato. Intanto i funzionari onesti si sono sobbarcati il suo lavoro...

Non accadeva dal 2002, quando uno o più funzionari del Dipartimento del territorio di Marco Borradori non sono andati a lavorare per cinque giorni senza un motivo valido. L’anno scorso c’è stata un’impennata, come si legge nel rendiconto del Consiglio di Stato: il record è nel Dipartimento sanità e socialità (Dss) di Patrizia Pesenti: 70 giorni di “assenza arbitraria” per un dipendente, che in giorni lavorativi equivalgono a quasi 3 mesi e mezzo di assenteismo.

Il caso è stato confermato dalla Sezione delle risorse umane. E altri cinque giorni anche per uno o più funzionari nel Dipartimento finanze ed economia di Laura Sadis (l’esatto numero non è dato di sapere). In teoria, si tratta di assenze “non a carico dello Stato” (le ore mancate vengono dedotte dallo stipendio del mese seguente), ma in pratica vanno a scapito dei contribuenti, del servizio pubblico e degli altri funzionari.

Scarsa la trasparenza dell’amministrazione cantonale: Verena Vizzardi, nuovo capo del personale statale, non ha voluto spiegare a quale sanzione (ammonimento, multa o licenziamento) il funzionario del Dss sia andato incontro, adducendo imprecisati motivi di “segreto d’ufficio”.

Nemmeno un'interrogazione parlamentare del deputato della Lega dei ticinesi Lorenzo Quadri, a seguito di questa notizia, è servita a qualcosa. Il Consiglio di Stato non ha fornito risposte.


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