Eretici in rete

pubblicato da Ticino Sette #46 - 15.11.13

E se usassimo Facebook per dire solo quello che pensiamo veramente? Senza ipocrisia e totale sincerità? Quanti "amici" perderemmo?

"Non sei mai stato felice, perché fai finta di esserlo su Facebook?". A dirlo sarebbe stato Antoine, 26enne infermiere francese di Rennes, ormai insofferente all'ipocrisia e al politicamente corretto che dilagano, ovviamente, anche nella più famosa rete sociale del mondo. Se ciò sia avvenuto o meno, trattandosi di una notizia di un portale satirico, poco importa, ma l'esperimento varrebbe la pena farlo. Si tratterebbe di iniziare ad utilizzare Facebook per "postare" e partecipare alle varie discussioni nella più totale sincerità e onestà, dicendo veramente quello che si pensa. Quanti di noi lo fanno o lo farebbero?

Guardarsi negli occhi
Prima di trattare il caso di Antoine mi aggancio ad un recente contributo della famosa scrittrice italiana Susanna Tamaro. Non la conosco, se non attraverso la televisione, e non ho mai letto un suo libro, e mai lo farò, essendo avvezzo ad altra letteratura. Tuttavia il suo pensiero, che rispetto ma non condivido totalmente, mi è parso esagerato, ridondante per il suo radicalismo critico, anche se i nostri punti di vista sul tema si sono incrociati. Infatti tempo fa, rivolgendomi ad un ipotetico giovane Facebook-dipendente, scrissi: "non sei stato capace di chiedere direttamente ad una ragazza di uscire, perché non sai più nemmeno dire 'ciao' a qualcuno guardandolo negli occhi". E la Tamaro: "incontrarsi, stare vicini, guardarsi negli occhi non ha più nessuna importanza".

La somiglianza di vedute non va molto più lontano. La scrittrice afferma: "chiacchiero, chiacchiero, chiacchiero. E chiacchierando, mi distraggo", cioè sono un "inconsapevole servitore", non penso alle cose importanti, non mi pongo faticose domande sulla vita e sull'essere soli ed infelici. La Tamaro ignora (o fa finta di non sapere) che le reti sociali permettono anche questo. Ritengo inutile condannare ciò che esiste e malgrado tutto funziona, anche se è stato inventato da un gruppetto di geniali sfigati. Sappiamo che Facebook ha cambiato in quasi dieci anni il modo di socializzare dei giovani, come lo ha fatto il computer per lavorare o l'automobile per spostarsi. Ma entrambi sono soltanto strumenti per conoscere il mondo: dipende solo da come li utilizziamo. Vero Antoine?

Onestà o cattiveria?
Il caso di Antoine smentirebbe ancora una volta la Tamaro, quando dice che "non ha nessuna rilevanza che le parole che si usano abbiano una necessità e un fondamento". Dipende da come si usa Facebook: se prevalgono sciocchezze e ipocrisia, otteniamo un risultato; un altro ancora con l'intelligenza e la sincerità, soltanto tramutando la parola in qualcosa di necessario e fondamentale, anche se virtuale (pensiamo soltanto al ruolo delle reti sociali nella "primavera araba"). Se il post di un "amico" di Antoine dicesse che sta bevendo un Mojito in vacanza in Corsica, che poi andrà a pescare grossi pesci e che la vita è bella; e Antoine gli rispondesse "non sei mai stato felice, perché fai finta di esserlo su Facebook? E poi non serve la pesca grossa, hai già la tua compagna, no?", cosa accadrebbe? Quanti "amici" perderebbe? O meglio, quale sana scrematura si opererebbe?

Se un'obesa bruttina pubblicasse una foto in cui è ritratta con due sue cuginette più carine e dicesse "non trovate che sono troppo belle?", poi delle sue "amiche" le dicessero che anche lei è bella e carina; ma Antoine scrivesse "cavolo, fermate questo delirio! Lei è brutta e le cugine sono belle, e basta!"; cosa accadrebbe? Antoine pare abbia "perso" in un solo colpo 57 "amici". Niente a confronto di un post che ne avrebbe fatto "scomparire" ben la metà. Eccolo: una giovane madre dice che il suo neonato non ama le zucchine e che gli "amici" avrebbero dovuto vedere la sua faccia, quindi pubblicherà delle foto. Antoine: "non se ne può più del tuo bambino! Credi che interessi a qualcuno se gli piacciono le zucchine? Francamente, non ce ne frega niente! Ancora ancora se postassi ogni tanto, ma ogni giorno! Racconteresti la tua intimità per strada con un megafono? Si sa che ti annoi nella tua coppia e nella tua vita, ma non è un sito internet che riempirà il tuo vuoto esistenziale, secondo me nemmeno tuo figlio! Allora per favore smettila di romperci con il tuo marmocchio. Grazie!".

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