Se
vi è capitato di notare sempre più donne, anche giovani, in
compagnia di un cane, invece che di un uomo o di un bambino,
sappiate
che è sempre di più la normalità. Secondo il sito specializzato
“Identitas”,
finanziato da Berna, benché le donne siano la metà
della popolazione, in Svizzera sono in maggioranza loro (62%) che
possiedono cani, e sono sempre di più, dato che erano il 56% nel
2016. Come mai ci sono sempre più padrone che padroni di cani? E
qual è il loro stato civile? Proviamo a capire.
Esercito di single
Benché
“Identitas” non specifichi lo stato civile delle padrone di cani,
sappiamo dalla statistica
federale che più di un terzo delle
economie domestiche (1,3 milioni) è composto da persone sole e che
questo dato, dal 1970 a oggi, è addirittura triplicato. Ben il 45%
della popolazione (3,9 milioni di abitanti) si dichiara
“celibe/nubile”, cioè non sposata, ma non vuol dire che non
esista un/una partner.
Secondo
l'associazione
“Pro Single Schweiz” in Svizzera “circa
una persona su cinque di età compresa tra i 18 e i 69 anni è
single”,
riporta
“ticinonews.ch”,
un dato “costantemente
in aumento”. Ciò
indica
un
esercito
di single tra noi, quindi una crescente solitudine
peggiorata dalla pandemia (leggi più avanti).
Soprattutto
a
danno delle giovani donne fino ai 30 anni, afferma un sondaggio
del
2020 della cassa malati CSS su 2'274 persone, ticinesi
inclusi: una
situazione “preoccupante”
per cui “la
metà di loro”
considera il proprio stato psichico “perturbato,
se
non peggio”,
si
legge (vedi anche riquadro). Fatto sta che ci sono sempre
più
cani: solo una moda quella dei patuffolosi volpino Pomerania
che vediamo ogni
giorno? O c'è di più? La ricerca scientifica può darci
qualche
chiave di lettura su un fenomeno che sembra piuttosto
occidentale,
cioè tipico di una società sempre più anonima,
individualista,
poco empatica, affermano molti studiosi.
Questione di solitudine
Psicologi
e sociologi studiano da tempo il nostro rapporto con gli animali
domestici, anche in base al sesso. Nel 1989 sulla rivista
Psychological Reports
si poteva leggere
che “le donne,
single e senza figli hanno mostrato un attaccamento
significativamente maggiore rispetto agli uomini, agli sposati
e ai
genitori”. Nel 1994 la psicologa
statunitense R. Lee Zasloff concludeva
che avere cani o gatti “può
aiutare a ridurre il sentimento di solitudine, in particolare
per le
donne che vivono da sole”,
e questo per “compensare
l'assenza di compagnia umana”.
Quanto
ai cani, nel 2010 il Journal of
Social
Psychology scriveva
che “giovano
alle persone single, separate, divorziate o vedove”,
perché “soddisfano i bisogni
causati
da inadeguatezze nelle relazioni
sociali
umane”. Inoltre “un
cane
può avere effetti più positivi sulla depressione delle donne”,
che sono colpite in misura
doppia
rispetto ai maschi. In
Ticino, dice
l'Indagine sulla
salute (ISS 2017), l'11% degli abitanti ha “sintomi
depressivi
da moderati a gravi” e “le
donne sembrano presentare una
prevalenza maggiore”, nonché “un
disagio psicologico” in una
percentuale “molto superiore”
alla media svizzera (15% contro 24%).
Nel 2017 in Svizzera “il 38% della popolazione dai 15 anni o più si sente solo”, afferma l'Ufficio federale di statistica. Oggi forse è ancora peggio, per cui non stupisce più di tanto che vi siano sempre più padrone sole di cani. La solitudine e le difficoltà relazionali femminili andrebbero maggiormente approfondite.
Umanizzare l'animale
Ma
ci sarebbe anche la preoccupante tendenza di umanizzare cani e
gatti
(vedi
Ticino7
n. 34/2018). I sondaggi ci danno indicazioni in tal senso. Uno
statunitense del 2009, citato
da “petside.com”, dice che
“soprattutto
le donne single (66%)”
consideravano Fido o Fuffi come “un
membro a pieno titolo della famiglia”,
contro il 46% delle donne sposate, il 52% degli uomini single, e
il
43% degli uomini sposati.
Quello tedesco del 2012 “Wohnen
und
Leben” su oltre 400 proprietari di cani e gatti, indica
che tra
i single sono le donne (64%) che permettono al loro cane di
dormire
nello stesso letto (44% uomini). Esiste persino un sito
internet per
cuori solitari padroni di cani (www.singles-mit-hund.com),
nel quale si constata una maggioranza di donne iscritte. Nel
2016 la
rivista L'année
sociologique si
è spinta oltre, chiedendosi
se il cane rimpiazzi o meno un figlio?
Per il sociologo
Paul Yonnet è così, perché “la
presenza di animali nelle case non è estranea al rallentamento
della
fertilità umana”.
Così anche lo statunitense Mark J. Penn con il suo libro Pet Parents (“genitori di animali domestici”). Le statistiche francesi smentiscono questa tesi, ci sono cioè più cani nelle famiglie con figli, ma è un fatto che “gli uomini single sono (...) meno proprietari di un cane rispetto alle donne single”. (frase tagliata dall'originale: Insomma, provocando un po', se il cane è fedele, puro, affettuoso, ingenuo, non parla, non mente e di solito ubbidisce, perché non preferirlo a un uomo?)
Da
quando è scoppiata la pandemia di Covid-19 sono aumentati
anche i
cani in Ticino. Così il “Corriere
del Ticino” lo scorso luglio
in base alla banca dati “Amicus”. Per l'Ufficio del
veterinario
cantonale ci sono
nel 2021 “oltre
32'000 cani” ma sono sempre di
più
(erano 25'000 circa oltre dieci anni fa). Considerando che
statisticamente dal 2017 il cantone perde popolazione (meno
nascite,
più decessi, meno arrivi), l'aumento canino dovrebbe
interrogarci.
Solo a Lugano vivono quasi 4'700 cani, ovvero gli
abitanti di
Barbengo e Castagnola messi insieme (dati 2018). In base alla
popolazione, in Svizzera il 6% ha un cane, ma in Ticino
arriviamo al
9.3%, quasi dieci abitanti su cento! Siamo forse più cinofili
al
sud? O più soli? Lugano, benché sia meno popolosa di Ginevra e
Zurigo, è al quarto posto per numero di cani per abitante:
perché?
Da marzo 2020, cioè con l'inizio del confinamento, e fino alla
fine
del 2020, si contavano “976
esemplari”
in più in soli nove mesi, un dato “significativamente
superiore”
agli
aumenti del passato.
Dal 2021 fino a giugno se ne sono aggiunti altri “734 esemplari”. Il motivo, dichiara al “CdT” la veterinaria e comportamentalista Marta Morini Lanfranconi, sarebbe che “noi umani facciamo fatica a relazionarci tra noi”. Un rapporto federale intermedio sulla salute psichica degli svizzeri cita infatti “la solitudine” tra i motivi delle consulenze, e tra gli utenti “le donne sembrano più inclini” a ricorrervi.