Se il cane è donna

pubblicato da La Regione - Ticinosette #44 - 30.10.2021

Se vi è capitato di notare sempre più donne, anche giovani, in compagnia di un cane, invece che di un uomo o di un bambino, sappiate che è sempre di più la normalità. Secondo il sito specializzato “Identitas”, finanziato da Berna, benché le donne siano la metà della popolazione, in Svizzera sono in maggioranza loro (62%) che possiedono cani, e sono sempre di più, dato che erano il 56% nel 2016. Come mai ci sono sempre più padrone che padroni di cani? E qual è il loro stato civile? Proviamo a capire.


Esercito di single


Benché “Identitas” non specifichi lo stato civile delle padrone di cani, sappiamo dalla statistica federale che più di un terzo delle economie domestiche (1,3 milioni) è composto da persone sole e che questo dato, dal 1970 a oggi, è addirittura triplicato. Ben il 45% della popolazione (3,9 milioni di abitanti) si dichiara “celibe/nubile”, cioè non sposata, ma non vuol dire che non esista un/una partner.

Secondo l'associazione “Pro Single Schweiz” in Svizzera “circa una persona su cinque di età compresa tra i 18 e i 69 anni è single”, riporta “ticinonews.ch”, un dato “costantemente in aumento”. Ciò indica un esercito di single tra noi, quindi una crescente solitudine peggiorata dalla pandemia (leggi più avanti).

Soprattutto a danno delle giovani donne fino ai 30 anni, afferma un sondaggio del 2020 della cassa malati CSS su 2'274 persone, ticinesi inclusi: una situazione “preoccupante” per cui “la metà di loro” considera il proprio stato psichico “perturbato, se non peggio”, si legge (vedi anche riquadro). Fatto sta che ci sono sempre più cani: solo una moda quella dei patuffolosi volpino Pomerania che vediamo ogni giorno? O c'è di più? La ricerca scientifica può darci qualche chiave di lettura su un fenomeno che sembra piuttosto occidentale, cioè tipico di una società sempre più anonima, individualista, poco empatica, affermano molti studiosi.


Questione di solitudine

Psicologi e sociologi studiano da tempo il nostro rapporto con gli animali domestici, anche in base al sesso. Nel 1989 sulla rivista Psychological Reports si poteva leggere che “le donne, single e senza figli hanno mostrato un attaccamento significativamente maggiore rispetto agli uomini, agli sposati e ai genitori”. Nel 1994 la psicologa statunitense R. Lee Zasloff concludeva che avere cani o gatti “può aiutare a ridurre il sentimento di solitudine, in particolare per le donne che vivono da sole”, e questo per “compensare l'assenza di compagnia umana”.

Quanto ai cani, nel 2010 il Journal of Social Psychology scriveva che “giovano alle persone single, separate, divorziate o vedove”, perché “soddisfano i bisogni causati da inadeguatezze nelle relazioni sociali umane”. Inoltre “un cane può avere effetti più positivi sulla depressione delle donne”, che sono colpite in misura doppia rispetto ai maschi. In Ticino, dice l'Indagine sulla salute (ISS 2017), l'11% degli abitanti ha “sintomi depressivi da moderati a gravi” e “le donne sembrano presentare una prevalenza maggiore”, nonché “un disagio psicologico” in una percentuale “molto superiore” alla media svizzera (15% contro 24%).

Nel 2017 in Svizzera “il 38% della popolazione dai 15 anni o più si sente solo”, afferma l'Ufficio federale di statistica. Oggi forse è ancora peggio, per cui non stupisce più di tanto che vi siano sempre più padrone sole di cani. La solitudine e le difficoltà relazionali femminili andrebbero maggiormente approfondite.


Umanizzare l'animale

Ma ci sarebbe anche la preoccupante tendenza di umanizzare cani e gatti (vedi Ticino7 n. 34/2018). I sondaggi ci danno indicazioni in tal senso. Uno statunitense del 2009, citato da “petside.com”, dice che “soprattutto le donne single (66%)” consideravano Fido o Fuffi come “un membro a pieno titolo della famiglia”, contro il 46% delle donne sposate, il 52% degli uomini single, e il 43% degli uomini sposati.

Quello tedesco del 2012 “Wohnen und Leben” su oltre 400 proprietari di cani e gatti, indica che tra i single sono le donne (64%) che permettono al loro cane di dormire nello stesso letto (44% uomini). Esiste persino un sito internet per cuori solitari padroni di cani (www.singles-mit-hund.com), nel quale si constata una maggioranza di donne iscritte. Nel 2016 la rivista L'année sociologique si è spinta oltre, chiedendosi se il cane rimpiazzi o meno un figlio? Per il sociologo Paul Yonnet è così, perché “la presenza di animali nelle case non è estranea al rallentamento della fertilità umana”.

Così anche lo statunitense Mark J. Penn con il suo libro Pet Parents (“genitori di animali domestici”). Le statistiche francesi smentiscono questa tesi, ci sono cioè più cani nelle famiglie con figli, ma è un fatto che “gli uomini single sono (...) meno proprietari di un cane rispetto alle donne single”. (frase tagliata dall'originale: Insomma, provocando un po', se il cane è fedele, puro, affettuoso, ingenuo, non parla, non mente e di solito ubbidisce, perché non preferirlo a un uomo?)



Pandemia: più soli, più cani

Da quando è scoppiata la pandemia di Covid-19 sono aumentati anche i cani in Ticino. Così il “Corriere del Ticino” lo scorso luglio in base alla banca dati “Amicus”. Per l'Ufficio del veterinario cantonale ci sono nel 2021 “oltre 32'000 cani” ma sono sempre di più (erano 25'000 circa oltre dieci anni fa). Considerando che statisticamente dal 2017 il cantone perde popolazione (meno nascite, più decessi, meno arrivi), l'aumento canino dovrebbe interrogarci.

Solo a Lugano vivono quasi 4'700 cani, ovvero gli abitanti di Barbengo e Castagnola messi insieme (dati 2018). In base alla popolazione, in Svizzera il 6% ha un cane, ma in Ticino arriviamo al 9.3%, quasi dieci abitanti su cento! Siamo forse più cinofili al sud? O più soli? Lugano, benché sia meno popolosa di Ginevra e Zurigo, è al quarto posto per numero di cani per abitante: perché? Da marzo 2020, cioè con l'inizio del confinamento, e fino alla fine del 2020, si contavano “976 esemplari” in più in soli nove mesi, un dato “significativamente superiore” agli aumenti del passato.

Dal 2021 fino a giugno se ne sono aggiunti altri “734 esemplari”. Il motivo, dichiara al “CdT” la veterinaria e comportamentalista Marta Morini Lanfranconi, sarebbe che “noi umani facciamo fatica a relazionarci tra noi”. Un rapporto federale intermedio sulla salute psichica degli svizzeri cita infatti “la solitudine” tra i motivi delle consulenze, e tra gli utenti “le donne sembrano più inclini” a ricorrervi.