Amici miei. Tutto è meglio, tra maschi
Mai
sentito parlare di bromance?
È l’acronimo inglese di brother (fratello) e romance (relazione,
idillio, storia), un termine nato negli Stati Uniti e diventato
popolare, tanto da farci film (da Superbad a Fratellastri
a 40 anni),
romanzi
(come la serie di Lyssa Kay Adams), canzoni e
quant’altro. Oggi Instagram conta 2,5 milioni di hashtag e
Google
fornisce 33,5 milioni di risultati correlati. In Europa però se
ne parla poco, così in Svizzera e in Ticino. Anche per
l’Associazione
Ticinese Psicologi il
termine è pressoché sconosciuto, ma Lia Wächter, psicoterapeuta
e sessuologa con studio a Lugano, ci ha fornito qualche chiave
di lettura.
Empatia maschile
Secondo
il dizionario Garzanti
bromance significa “amicizia fraterna,
legame di profonda amicizia (fra due uomini eterosessuali)”. Anche
Wikipedia
ha creato una voce: “stretto rapporto, non sessuale, tra
due o più uomini”, un “rapporto sociale non erotico tra persone
dello stesso sesso”. Niente di nuovo, direte, da sempre molti
uomini soli o meno fanno (come le donne) comunella, eppure gli
studiosi hanno notato un nuovo modo maschile di socializzare, in
particolare tra i maschi nati negli anni Settanta e soprattutto tra i
più giovani che, non a caso, sentiamo chiamarsi bro’ o fra’.
Dunque
vedere altri amici maschi, commenta Wächter, si spiega col fatto che
“solitamente siamo più inclini a confidarci con chi pensiamo possa
comprenderci e supportarci”, nel senso che tra maschi ci si intende
meglio, così come tra donne. Quindi, aggiunge, “vivere con altri
uomini un mondo di significati condivisi tutto al maschile agevola
l’espressione del proprio stato interno, poiché si ha fiducia che
l’altro possa capire, comprendere e non giudicare (un
comportamento, un pensiero, un’emozione): si pensa che forse anche
l’amico (o il gruppo di amici) provi o abbia provato in
passato le stesse cose”. Ma non è tutto.
Più affettività
Un
ruolo importante sembrano giocarlo lo sdoganamento
dell’omosessualità
e la liberazione da antichi pregiudizi. Nel bromance, sostiene
Wächter, “penso che l’omosessualità in qualche modo c’entri”:
siccome “l’omosessualità maschile socialmente non è più
stigmatizzata o lo è sempre meno, c’è da parte dei ragazzi/uomini
una minore pressione sociale sui comportamenti “omoaffettivi” che
vengono accettati ed espressi con sempre maggiore serenità”.
Gli
scambi riguardano emozioni, desideri, confidenze, delusioni ecc.,
oltre che l’eterna complicità maschile quando si tratta di
condividere esperienze e momenti. Ma nemmeno la sessualità, nelle
sue svariate forme, si può escludere, e nemmeno in Ticino.
Infatti,
in un sito di incontri erotici scopriamo un annuncio
intitolato
proprio “bromance” , dove un 26enne di Lugano cerca “amici
maschi etero (…) per parlare di ciò che ci eccita (...)”. Ciò
non vuol dire che una relazione bromance sia per forza una storia
di
sesso o d’amore omosessuale.
Tema poco studiato
Si
è scritto molto sulle dinamiche femminili e di coppia, ma poco su
quelle maschili, come se fossero meno importanti. Ciò vale sia per
la letteratura scientifica che soprattutto per i media
generalisti.
Sociologi e psicologi, che preferiscono usare il termine
“omosocialità”, stanno solo iniziando a studiare il bromance,
mentre nei media svizzeri il tema è rarissimo. Quasi sempre è
trattato da donne con curiosità e stupore. Nel 2017 il "Blick" riporta
uno studio dell’Università britannica di Winchester secondo il
quale, generalmente, c’è uno “sviluppo positivo” nel bromance,
perché ha “un effetto positivo” sulla salute fisica e mentale
dei maschi.
Poi la
"Luzerner
Zeitung"
in
cui l’autrice, non senza preconcetti, afferma
che “anche gli
uomini hanno bisogno di amici”, perché “non sono dei lupi
solitari come vengono idealizzati”, ma “le amicizie maschili sono
un mistero per molte donne”. Il motivo? Secondo Lisa Wagner,
docente all’Università di Zurigo, è che “le amicizie tra uomini
sono diverse da quelle tra donne”, affermava
nel 2019
su "psychologie.ch".
I primi funzionano “spalla a spalla” (scambio basato più su
attività comuni), le seconde “faccia a faccia” (scambi più
frequenti e approfonditi).
Questione di fiducia
Proprio
perché se ne parla poco, il bromance può non essere capito
dalla partner, dare adito a incomprensioni o persino a ultimatum
del tipo “o me o i tuoi amici”. Secondo Wächter, infatti, “se
la compagna nel suo ruolo di confidente e alleata viene
sostituita da
un amico/gruppo di amici, dobbiamo immaginarci l’esistenza di
una
certa sfiducia di fondo nell’altro e nella sua capacità di
comprendere e non giudicare”. Se così fosse, la presunta
sfiducia
di lui da dove arriva?
Forse
dal fatto che molti giovani maschi “non potevano parlare
pienamente
dei loro interessi, ansie, salute e desideri sessuali” con le
fidanzate, perché si sentivano “costantemente impostati e
auto-controllati” recitando il ruolo del “fidanzato adorante”
per ottenere il risultato desiderato, cioè il sesso. Queste le
ipotesi di Adam White, dell’università del Bedfordshire, in un
suo
studio
pubblicato sulla rivista scientifica Men
and Masculinities.
Secondo la tesi di White nel bromance vi sarebbe quindi più
indulgenza, meno giudizio, rancore ed imprevidibilità emotiva
rispetto al rapporto uomo/donna. Per White ciò potrebbe anche
svantaggiare le donne e la coppia.
Squilibri di coppia
A
questo proposito la psicoterapeuta di Lugano Wächter nota: “Ciò
che probabilmente non è funzionale alla relazione di coppia sono
la
qualità e la quantità: se il gruppo di amici o il ‘migliore
amico’ si sostituisce all’intimità e complicità della coppia,
questo genera uno squilibrio negli investimenti affettivi e
probabilmente è un campanello d’allarme che indica che qualcosa,
all’interno della stessa coppia o personalmente, non va”. Ciò
vale anche per le amicizie femminili (il cosiddetto womance),
ma è pur vero che è nei blog femminili che si leggono maggiori
preoccupazioni (leggi riquadro). Solo leggerezze maschili o tanto
investimento affettivo femminile?
Nel suo studio a Lugano, Wächter
“molto spesso” riscontra che uno dei due partner o entrambi
percepiscono “trascuratezza da parte di un partner che
preferirebbe
passare il proprio tempo facendo altro, piuttosto che stare in
coppia”. E magari proprio perché lui frequenta molto gli amici. In
tal senso, per White ciò potrebbe non essere necessariamente un
vantaggio per le donne che verrebbero private di fiducia,
complicità,
intimità ecc. Secondo Wächter, se così fosse, ciò “potrebbe
essere visto come la declinazione di vecchie tattiche di
evitamento
del confronto o del conflitto con la partner donna”. Un
problema non certo nuovo.
Oppressioni sociali
L’evitamento
del dialogo col sesso femminile ha radici antiche. Poiché “le
donne sono, mediamente, maggiormente competenti nell’esprimere i
propri sentimenti e stati d’animo”, spiega Wächter, “gli
uomini, soprattutto per le questioni spiacevoli, tendono ancora
molto
a cercare di fronteggiare un fattore stressogeno senza condividere
il
proprio sentire” con la partner. Lo fanno magari al bar, alla
partita, su internet, ma spesso tra maschi. Ciò si spiega col
fatto
che agli uomini, sin da bambini, si insegna poco o per niente ad
aprirsi, confidarsi, esprimere i sentimenti. Questa è una
“conquista
socialmente piuttosto recente per il genere maschile”, conferma
l’esperta.
I modelli sociali impongono loro di farcela da soli,
mostrarsi forti, indipendenti, infatti questi “retaggi maschilisti
dei secoli scorsi sono ancora attivi, anche se sempre meno” ,
spiega Wächter: “Tendenzialmente prevedono che la bambina non
venga scoraggiata quando esprime le sue emozioni e ricerca
conforto o affetto, mentre il bambino in parte sì”. Ecco perché
ci sono “maschi adulti a volte molto poco a loro agio con le
proprie emozioni e l’espressione di esse”, afferma, e ovviamente
“questa difficoltà non può che aumentare se l’interlocutore è
una donna, poiché in questo caso è più probabile che si tema di
non essere capiti”. Dello stesso avviso
è uno dei pochi studiosi
svizzeri dell’amicizia, il docente alla SUP di San Gallo Steve
Stiehler: “Mostrare sentimenti è ancora un tabù per gli uomini”
perché “i ragazzi non imparano a parlarne”, ha detto
alla "Schweizer
Illustrierte".
Meno analfabeti
emotivi?
Tuttavia
qualcosa sta cambiando e il bromance è l’indizio di una nuova
omosocialità. Per il sociologo Nils Hammarèn dell’Università di
Gothenburg, “le ultime generazioni di uomini cresciuti da madri e
padri femministi negli anni Settanta sono più aperte emotivamente e
più espressive”, afferma un suo studio
accademico pubblicato da
"Sage Open". Come Wächter, anche Hammarèn conferma che i giovani
uomini non temono più di essere identificati come gay perché amano
stare tra di loro, quindi “sono più a loro agio nell’esplorare
amicizie più profonde con altri uomini”.
Ma a scapito
delle
compagne e della coppia? Studi e sondaggi sui “Millennials” e gli
“Z”, le nuove generazioni di 18-30enni, indicano che fanno fatica
a coinvolgersi, a impegnarsi, a mettersi in gioco, stanno meno in
coppia e fanno meno sesso dei loro nonni. Persino l’inglese
"Guardian" si è chiesto
nel 2018 se ci troviamo in una “recessione
sessuale”. Chissà. Il bromance ha dunque varie ragioni e
implicazioni, personali e di società, di famiglia e di scuola, ma
forse potrebbe aprire la strada a un confronto emotivo uomo/donna
più
sincero e paritario.
Se
lei si sente trascurata
A
testimonianza che il bromance
è un fenomeno diffuso che può diventare un problema di
coppia, ecco
una breve carrellata di sfoghi e dubbi in vari siti e forum
femminili.
“A
volte mi sento messa da parte”
scrive una ragazza, perché appena lui ha la casa libera “già
si è organizzato per stare con i suoi amici, anziché con me”,
poi
“le
sere
va sempre a casa di un suo amico”
mentre “a
volte vorrei che prima venissi io”.
Le
fa eco un'altra per cui “anche
il mio ex, uguale, (…) se aveva un momento libero lo
dedicava molto
più piacevolmente agli amici”
(fonte: “al
femminile”).
“Se
preferisce
la compagnia degli amichetti vuol dire che c'è qualcosa
che non va” scrive un'utente, mentre per un'altra “se
l'uscita con gli amici si limita a qualcosa di sporadico, la
accetto,
ma se poi io devo diventare 'l'alternativa' agli amici o peggio
'la
riserva', già mi infastidisco” (fonte: “parliamodamore”).
“Lui
e
i suoi amici: una relazione indissolubile”,
perché “gli amici sono la sua vita, li
chiama ogni giorno, trascorre il suo tempo libero con loro”,
finché
l'allarme: “forse
siete capitate su un uomo pericoloso:
il tipo che non riesce a mollare gli amici”
(fonte: “dilei”).
“Lui
vuole uscire tutte le sere con gli amici... Mi
ama lo stesso secondo voi? Anche
se vuole i suoi spazi? Lui dice che vuole fiducia e che se
anche
torna tardi non significa che fa qualcosa di male (...)”
(fonte: “pianetadonna”).
“Un'altra
cosa che non sopporto è il suo mettere gli amici prima di
me! (...)
le uscite la sera sono rare, figuriamoci gli appuntamenti
per noi due
da soli, senza i suoi amici (...)”
(fonte: “sfoghiamoci”).
Finché
si capita su consigli e spiegazioni personali, come “le
20 mosse da fare se lui ti trascura per stare con gli amici”
(da “signoresidiventa”)
o “Preferisce
stare
con gli amici: 7 motivi per spiegarlo”
(fonte: “donna.nanopress”).