Amici miei. Tutto è meglio, tra maschi

pubblicato da La Regione - Ticinosette #10 - 6.3.2021
Mai sentito parlare di bromance?  È l’acronimo inglese di brother (fratello) e romance (relazione, idillio, storia), un termine nato negli Stati Uniti e diventato popolare, tanto da farci film (da Superbad a Fratellastri a 40 anni), romanzi (come la serie di Lyssa Kay Adams), canzoni e quant’altro. Oggi Instagram conta 2,5 milioni di hashtag e Google fornisce 33,5 milioni di risultati correlati. In Europa però se ne parla poco, così in Svizzera e in Ticino. Anche per l’Associazione Ticinese Psicologi il termine è pressoché sconosciuto, ma Lia Wächter, psicoterapeuta e sessuologa con studio a Lugano, ci ha fornito qualche chiave di lettura.

Empatia maschile

Secondo il dizionario Garzanti bromance significa “amicizia fraterna, legame di profonda amicizia (fra due uomini eterosessuali)”. Anche Wikipedia ha creato una voce: “stretto rapporto, non sessuale, tra due o più uomini”, un “rapporto sociale non erotico tra persone dello stesso sesso”. Niente di nuovo, direte, da sempre molti uomini soli o meno fanno (come le donne) comunella, eppure gli studiosi hanno notato un nuovo modo maschile di socializzare, in particolare tra i maschi nati negli anni Settanta e soprattutto tra i più giovani che, non a caso, sentiamo chiamarsi bro’ o fra’.

Dunque vedere altri amici maschi, commenta Wächter, si spiega col fatto che “solitamente siamo più inclini a confidarci con chi pensiamo possa comprenderci e supportarci”, nel senso che tra maschi ci si intende meglio, così come tra donne. Quindi, aggiunge, “vivere con altri uomini un mondo di significati condivisi tutto al maschile agevola l’espressione del proprio stato interno, poiché si ha fiducia che l’altro possa capire, comprendere e non giudicare (un comportamento, un pensiero, un’emozione): si pensa che forse anche l’amico (o il gruppo di amici) provi o abbia provato in passato le stesse cose”. Ma non è tutto.

Più affettività

Un ruolo importante sembrano giocarlo lo sdoganamento dell’omosessualità e la liberazione da antichi pregiudizi. Nel bromance, sostiene Wächter, “penso che l’omosessualità in qualche modo c’entri”: siccome “l’omosessualità maschile socialmente non è più stigmatizzata o lo è sempre meno, c’è da parte dei ragazzi/uomini una minore pressione sociale sui comportamenti “omoaffettivi” che vengono accettati ed espressi con sempre maggiore serenità”.

Gli scambi riguardano emozioni, desideri, confidenze, delusioni ecc., oltre che l’eterna complicità maschile quando si tratta di condividere esperienze e momenti. Ma nemmeno la sessualità, nelle sue svariate forme, si può escludere, e nemmeno in Ticino. Infatti, in un sito di incontri erotici scopriamo un annuncio intitolato proprio “bromance” , dove un 26enne di Lugano cerca “amici maschi etero (…) per parlare di ciò che ci eccita (...)”. Ciò non vuol dire che una relazione bromance sia per forza una storia di sesso o d’amore omosessuale.

Tema poco studiato

Si è scritto molto sulle dinamiche femminili e di coppia, ma poco su quelle maschili, come se fossero meno importanti. Ciò vale sia per la letteratura scientifica che soprattutto per i media generalisti. Sociologi e psicologi, che preferiscono usare il termine “omosocialità”, stanno solo iniziando a studiare il bromance, mentre nei media svizzeri il tema è rarissimo. Quasi sempre è trattato da donne con curiosità e stupore. Nel 2017 il "Blick" riporta uno studio dell’Università britannica di Winchester secondo il quale, generalmente, c’è uno “sviluppo positivo” nel bromance, perché ha “un effetto positivo” sulla salute fisica e mentale dei maschi.

Poi la
"Luzerner Zeitung" in cui l’autrice, non senza preconcetti, afferma che “anche gli uomini hanno bisogno di amici”, perché “non sono dei lupi solitari come vengono idealizzati”, ma “le amicizie maschili sono un mistero per molte donne”. Il motivo? Secondo Lisa Wagner, docente all’Università di Zurigo, è che “le amicizie tra uomini sono diverse da quelle tra donne”, affermava nel 2019 su "psychologie.ch". I primi funzionano “spalla a spalla” (scambio basato più su attività comuni), le seconde “faccia a faccia” (scambi più frequenti e approfonditi).

Questione di fiducia

Proprio perché se ne parla poco, il bromance può non essere capito dalla partner, dare adito a incomprensioni o persino a ultimatum del tipo “o me o i tuoi amici”. Secondo Wächter, infatti, “se la compagna nel suo ruolo di confidente e alleata viene sostituita da un amico/gruppo di amici, dobbiamo immaginarci l’esistenza di una certa sfiducia di fondo nell’altro e nella sua capacità di comprendere e non giudicare”. Se così fosse, la presunta sfiducia di lui da dove arriva?

Forse dal fatto che molti giovani maschi “non potevano parlare pienamente dei loro interessi, ansie, salute e desideri sessuali” con le fidanzate, perché si sentivano “costantemente impostati e auto-controllati” recitando il ruolo del “fidanzato adorante” per ottenere il risultato desiderato, cioè il sesso. Queste le ipotesi di Adam White, dell’università del Bedfordshire, in un suo studio pubblicato sulla rivista scientifica Men and Masculinities. Secondo la tesi di White nel bromance vi sarebbe quindi più indulgenza, meno giudizio, rancore ed imprevidibilità emotiva rispetto al rapporto uomo/donna. Per White ciò potrebbe anche svantaggiare le donne e la coppia.

Squilibri di coppia

A questo proposito la psicoterapeuta di Lugano Wächter nota: “Ciò che probabilmente non è funzionale alla relazione di coppia sono la qualità e la quantità: se il gruppo di amici o il ‘migliore amico’ si sostituisce all’intimità e complicità della coppia, questo genera uno squilibrio negli investimenti affettivi e probabilmente è un campanello d’allarme che indica che qualcosa, all’interno della stessa coppia o personalmente, non va”. Ciò vale anche per le amicizie femminili (il cosiddetto womance), ma è pur vero che è nei blog femminili che si leggono maggiori preoccupazioni (leggi riquadro). Solo leggerezze maschili o tanto investimento affettivo femminile?

Nel suo studio a Lugano, Wächter “molto spesso” riscontra che uno dei due partner o entrambi percepiscono “trascuratezza da parte di un partner che preferirebbe passare il proprio tempo facendo altro, piuttosto che stare in coppia”. E magari proprio perché lui frequenta molto gli amici. In tal senso, per White ciò potrebbe non essere necessariamente un vantaggio per le donne che verrebbero private di fiducia, complicità, intimità ecc. Secondo Wächter, se così fosse, ciò “potrebbe essere visto come la declinazione di vecchie tattiche di evitamento del confronto o del conflitto con la partner donna”. Un problema non certo nuovo.

Oppressioni sociali

L’evitamento del dialogo col sesso femminile ha radici antiche. Poiché “le donne sono, mediamente, maggiormente competenti nell’esprimere i propri sentimenti e stati d’animo”, spiega Wächter, “gli uomini, soprattutto per le questioni spiacevoli, tendono ancora molto a cercare di fronteggiare un fattore stressogeno senza condividere il proprio sentire” con la partner. Lo fanno magari al bar, alla partita, su internet, ma spesso tra maschi. Ciò si spiega col fatto che agli uomini, sin da bambini, si insegna poco o per niente ad aprirsi, confidarsi, esprimere i sentimenti. Questa è una “conquista socialmente piuttosto recente per il genere maschile”, conferma l’esperta.

I modelli sociali impongono loro di farcela da soli, mostrarsi forti, indipendenti, infatti questi “retaggi maschilisti dei secoli scorsi sono ancora attivi, anche se sempre meno” , spiega Wächter: “Tendenzialmente prevedono che la bambina non venga scoraggiata quando esprime le sue emozioni e ricerca conforto o affetto, mentre il bambino in parte sì”. Ecco perché ci sono “maschi adulti a volte molto poco a loro agio con le proprie emozioni e l’espressione di esse”, afferma, e ovviamente “questa difficoltà non può che aumentare se l’interlocutore è una donna, poiché in questo caso è più probabile che si tema di non essere capiti”. Dello stesso avviso è uno dei pochi studiosi svizzeri dell’amicizia, il docente alla SUP di San Gallo Steve Stiehler: “Mostrare sentimenti è ancora un tabù per gli uomini” perché “i ragazzi non imparano a parlarne”, ha detto alla "
Schweizer Illustrierte".

Meno analfabeti emotivi?

Tuttavia qualcosa sta cambiando e il bromance è l’indizio di una nuova omosocialità. Per il sociologo Nils Hammarèn dell’Università di Gothenburg, “le ultime generazioni di uomini cresciuti da madri e padri femministi negli anni Settanta sono più aperte emotivamente e più espressive”, afferma un suo studio accademico pubblicato da "Sage Open". Come Wächter, anche Hammarèn conferma che i giovani uomini non temono più di essere identificati come gay perché amano stare tra di loro, quindi “sono più a loro agio nell’esplorare amicizie più profonde con altri uomini”.

Ma a scapito delle compagne e della coppia? Studi e sondaggi sui “Millennials” e gli “Z”, le nuove generazioni di 18-30enni, indicano che fanno fatica a coinvolgersi, a impegnarsi, a mettersi in gioco, stanno meno in coppia e fanno meno sesso dei loro nonni. Persino l’inglese "Guardian" si è chiesto nel 2018 se ci troviamo in una “recessione sessuale”. Chissà. Il bromance ha dunque varie ragioni e implicazioni, personali e di società, di famiglia e di scuola, ma forse potrebbe aprire la strada a un confronto emotivo uomo/donna più sincero e paritario.


Se lei si sente trascurata

A testimonianza che il bromance è un fenomeno diffuso che può diventare un problema di coppia, ecco una breve carrellata di sfoghi e dubbi in vari siti e forum femminili.

A volte mi sento messa da parte” scrive una ragazza, perché appena lui ha la casa libera “già si è organizzato per stare con i suoi amici, anziché con me”, poi “le sere va sempre a casa di un suo amico” mentre “a volte vorrei che prima venissi io”. Le fa eco un'altra per cui “anche il mio ex, uguale, (…) se aveva un momento libero lo dedicava molto più piacevolmente agli amici” (fonte: al femminile”).

Se preferisce la compagnia degli amichetti vuol dire che c'è qualcosa che non va” scrive un'utente, mentre per un'altra “se l'uscita con gli amici si limita a qualcosa di sporadico, la accetto, ma se poi io devo diventare 'l'alternativa' agli amici o peggio 'la riserva', già mi infastidisco” (fonte: “parliamodamore”).

Lui e i suoi amici: una relazione indissolubile”, perché “gli amici sono la sua vita, li chiama ogni giorno, trascorre il suo tempo libero con loro”, finché l'allarme: “forse siete capitate su un uomo pericoloso: il tipo che non riesce a mollare gli amici” (fonte: “dilei”).

Lui vuole uscire tutte le sere con gli amici... Mi ama lo stesso secondo voi? Anche se vuole i suoi spazi? Lui dice che vuole fiducia e che se anche torna tardi non significa che fa qualcosa di male (...)” (fonte: “pianetadonna”).

Un'altra cosa che non sopporto è il suo mettere gli amici prima di me! (...) le uscite la sera sono rare, figuriamoci gli appuntamenti per noi due da soli, senza i suoi amici (...)” (fonte: “sfoghiamoci”).

Finché si capita su consigli e spiegazioni personali, come “le 20 mosse da fare se lui ti trascura per stare con gli amici” (da “signoresidiventa”) o “Preferisce stare con gli amici: 7 motivi per spiegarlo” (fonte: “donna.nanopress”).