foto: Azienda cantonale rifiuti


“Niente va mai via”

pubblicato da Ticinosette #47 - 20.11.2015

Reportage - Sono oggi sei anni che il cuore di questo cubo da 330 milioni di franchi, contenente tecnologia all'avanguardia, batte quasi ininterrottamente...

Giubiasco - Il sole di luglio rendeva più bianca l’imponente struttura grigiastra nei pressi di Giubiasco. Come a dire che là dentro, dietro quella fortezza, si tratti tutt'altra cosa che non l'immondizia prodotta da ticinesi, moesani e campionesi. Ancora oggi l’Impianto Cantonale di Termovalorizzazione dei Rifiuti (Ictr) è volgarmente definito “inceneritore”, ma non fa solo questo, ci spiegheranno. Con Paolo Selldorf, caposettore comunicazione e sensibilizzazione, e un suo collega, da una minuscola porta di vetro entriamo nella pancia di questo enorme stomaco di acciaio.

L'interesse dei cittadini
“È chiaramente un impianto di ultima generazione, rispetta tutte le prescrizioni legali ed è il terzultimo in Svizzera. L'ultimo è appena stato inaugurato vicino a Lucerna” mi dice Selldorf. Dal punto di vista architettonico i progettisti dello studio Vacchini scrivono che “si inserisce nel paesaggio, seguendo le linee direttrici dei campi coltivati della pianura e delle strade esistenti”1. Non sembra di stare dentro 260mila metri cubi di beton e acciaio. Selldorf scioglie subito il dubbio di molti: se c'è pattume estero è soltanto quello dell'enclave italiana in territorio cantonale. Da quando è in funzione la sua “prima linea di combustione” nel 2009, informa l'esperto, “possiamo contare circa 2'600 visite all'anno”, segno di un grande interesse da parte dei ticinesi. E non si nasconde un certo orgoglio: “l'anno scorso è stato un po' particolare, perché abbiamo fatto la giornata delle porte aperte per i 5 anni dall'accensione del primo fuoco e dei 10 anni della costituzione dell'Azienda Cantonale dei Rifiuti”.

Perché separare i rifiuti
“Il cittadino che separa i rifiuti li consegna ai centri di raccolta dei comuni, ma questi rifiuti non arrivano a Giubiasco, vanno nelle filiere di riciclaggio del Pet, del vetro, ecc. Chi getta rifiuti riciclabili nel sacco deve sapere che questi arrivano al termovalorizzatore. Se lei dimentica la bottiglia di Pet nel sacco noi non possiamo toglierla, bisogna considerare che ogni giorno arrivano all’incirca 500 tonnellate di rifiuti. La cifra è una media perché dipende dai periodi, dal turismo, ecc.”. Insomma, non basta essere virtuosi solo nel riciclaggio dei rifiuti, più li si separa più ne va dell'ambiente e del nostro portafoglio. “Sì, è un messaggio importantissimo!” osserva Selldorf. Inoltre, si potrebbe ridurre il numero di viaggi giornalieri dalle stazioni di trasbordo in Valle della Motta e a Bioggio (ca. una 15ina di camion al giorno con in media 20 tonnellate) coi rifiuti solidi urbani compattati, riducendo l’inquinamento dell’aria.

Nel cuore dell'impianto
Sono oggi sei anni che il cuore di questo cubo da 330 milioni di franchi, contenente tecnologia all'avanguardia, batte quasi ininterrottamente. L'anno scorso al 94%, tolte le ore di manutenzione e di interruzioni impreviste. Quasi 160mila tonnellate di spazzatura è stata bruciata, valorizzata ed eliminata da 34 addetti ai lavori, 72 in tutta l'Azienda cantonale. “I camion vengono dapprima pesati, si avvicinano poi alla fossa dei rifiuti, scaricano e vengono nuovamente pesati in uscita. Questo per determinare il peso netto (sia per la fatturazione che per una statistica degli apporti). In fossa vengono miscelati, prelevati dal 'ragno' (la benna a polipo, ndr.), messi nel forno e bruciati. Il fumo viene trattato da diversi filtri e poi espulso dal camino.

Le scorie del forno, ossia le componenti che resistono alla combustione, vengono trasferite nella discarica reattore di Lostallo (GR). Le ceneri volanti intercettate dalle caldaie e dall’elettrofiltro subiscono un trattamento di lavaggio e poi sono trasferite in discarica insieme alle scorie. Le acque di lavaggio delle ceneri devono essere dapprima depurate e controllate; vengono in seguito scaricate nel fiume Ticino”. Il forno è impressionante ma indispensabile per ridare energia, elettrica (98mila Megawattora) sufficiente per circa 22mila famiglie, e termica (oltre 19mila Megawattora) a tutta una serie di immobili pubblici e privati nei comuni di Bellinzona, Camorino, Giubiasco, Sant'Antonino (stabili industriali, edifici residenziali, serre). Inconfondibile dall'esterno, la corazza di prismi metallici su alcune delle pareti alte 36 metri serve per abbellire, ridurre l'impatto fonico e visivo della struttura.

Emissioni a norma di legge
I fumi dei due camini sono “molto al di sotto dei limiti di legge”, ma non esistono impianti che non inquinano: “alcuni picchi di inquinanti non possono essere esclusi”, dice l'Azienda (pag. 13), soprattutto ossidi di azoto e monossido di carbonio. La qualità dell'acqua che finisce nel Ticino è però “garantita”, i residui chimici “abbondantemente inferiori ai limiti”, ecc. Il cubo produce a sua volta decine di migliaia di tonnellate di rifiuti solidi, scorie e ceneri smaltite a Lostallo, dove si recuperano metalli. La quantità di “fanghi idrossidi” da cui si estraggono zinco e piombo, “con significativi benefici ambientali”, è di quasi una tonnellata e mezza. Impressionati da queste cifre e lasciando l'inconfondibile sagoma grigia, ci rendiamo conto di quanto il trattamento dei rifiuti sia importante e complesso, ma anche persistente: il pattume urbano smaltito dal 2010 al 2014 non è infatti diminuito, ma salito di 10mila tonnellate (pag. 55). Ma se nel 2010 alcune frazioni di provenienza industriale venivano ancora trasportate oltralpe, oggi dipende da altri fattori. Soprattutto da noi.