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Nodi luganesi sul caso della Bpl

 

Porta a Lugano un filone che sarebbe legato
al crack della Bpl in Italia per cui è indagato Fiorani. In mezzo, il solito giro di affari alle isole Cayman

RFT, 22 ottobre 2008

Il fallimento di una discussa società di Lugano (riporta il Registro di commercio) forse correlato ai presunti falsi in bilancio della Banca Popolare di Lodi, un’inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’ex direttore di Banca Italia Antonio Fazio.

Si trova infatti in fase di scioglimento la "Money Bonds Investments" (Mbi) di Lugano, la società di gestione di fondi di investimento citata nello scandalo legato ai presunti falsi in bilancio della Banca popolare di Lodi (Bpl), reati per cui l’ex numero uno della banca, Giampiero Fiorani, comparirà a giudizio a metà novembre.

Nella lista degli ex dirigenti della MBI figura anche l’ex dirigente dell’Hockey Club Lugano, Fabio Gaggini, di recente condannato per frode fiscale, presidente della MBI dal 2001 al 2002, a cui è poi subentrato l’attuale direttore generale, l’italiano Luigi Enrico Colnago.

Il legame tra la MBI e lo scandalo italiano della finanza, è una decisione del luglio 2005 della Commissione italiana per la società e la borsa (la Consob), l’ente che opera per la trasparenza nel mercato immobiliare. Questa aveva stabilito che la MBI gestiva due fondi, depositati alle isole Cayman e diretti da Colnago. Fondi che secondo la Consob erano stati utilizzati “nell’acquisto di titoli Antonveneta per conto della Banca popolare italiana”, questo grazie al denaro della ex Bpl (ora Banca popolare italiana).

Il motivo dello scioglimento non è chiaro. Ma questo filone non è l’unico a scomparire in modo misterioso: all’inizio di settembre, sempre a Lugano, era comparsa sulla scena la società "Bi Elle F & Am", presieduta dall’italiano Alberto Statti, pure lui coinvolto nella vicenda e già interrogato dalla Procura di Milano per un’ipotesi di truffa aggravata, poi caduta nel nulla.

La società è stata messa in liquidazione dopo due sole settimane di attività. Una società, quella di Statti, dal nome curiosamente molto simile a quello della "Bipielle Bank Suisse", filiale controllata dalla BPL italiana, il perno, come riporta il “Corriere della Sera”, di operazioni controverse tra la Svizzera e le isole Cayman.