Altre notizie selezionate

 

Maltrattati
per farli stare zitti

 

Il settore delle cure domiciliari agli anziani nasconde anche violenza, fisica e psicologica. In Ticino il tema è tabou...

Il Caffè, 20 aprile 2008

Legati per non farli cadere, percossi perché affetti da demenza, raggirati da badanti straniere poco formate. Diversi operatori ticinesi denunciano maltrattamenti e situazioni di disagio della Terza età tra le mura domestiche: 70 mila anziani maltrattati in Svizzera, stima il medico cantonale di Zurigo.

In Ticino  il problema esiste, eccome, ma nell’ombra, senza dati, senza denunce. Ma il campanello d’allarme è suonato. Cantone e  Pro Senectute stanno reagendo: entro fine anno sarà creata un’antenna di consulenza per denunciare i maltrattamenti, promossa dall’associazione svizzera per la prevenzione del maltrattamento verso le persone anziane “Alter Ego”. 

Tra i 45 mila ultrasettantenni residenti nel cantone, c’è chi viene legato alla sedia di casa da un suo parente affinché non cada. Oppure  chi in punto di morte subisce pressioni da badanti per l’eredità della casa. Sono alcuni degli scenari raccontati da chi lavora “al fronte”. Un realtà poco conosciuta in Ticino, sommersa e sottaciuta, quella dei maltrattamenti a domicilio, fisici e psicologici.

Stando ad alcuni studi, più del 60% degli abusi avverrebbe tra le mura domestiche ad opera di parenti stretti. Una prima soluzione è sul tavolo. Dieci giorni fa il direttore cantonale di Pro Senectute Pier Giorgio Cagnasso e il capo della Sezione sostegno a enti e attività sociali Carlo Denti hanno incontrato Anna Rivoir, la coordinatrice di“ Alter Ego”. Lo scopo: valutare la possibilità di creare un’antenna di sensibilizzazione al problema anche in Ticino, già presente in Romandia e Svizzera tedesca, per poter denunciare eventuali abusi e poterli riconoscere.

“Entro quest’anno - spiega Denti - cercheremo di dare un assetto un po’ più strutturato ad Alter Ego in Ticino. Dovremo disporre di un referente, ossia Pro Senectute, di una permanenza telefonica per dare indicazioni sulla rete di servizi nel territorio, di un servizio di informazione e formazione degli operatori. Pensiamo che il tema del maltrattamento andrebbe inserito nel discorso legato al problema emergente dell’Alzheimer”.

Le cifre a livello nazionale sono allarmanti: in gennaio, il medico cantonale zurighese Albert Wettstein ha denunciato oltre 70 mila casi all’anno in Svizzera. E la tendenza sembrerebbe in aumento. Nel 2001, uno studio del servizio sociale del canton Soletta riportava di 50mila casi l’anno. In genere, circa il 60% degli abusi sarebbe di tipo finanziario (furti, raggiri, frodi, ecc.), seguiti da quelli di tipo psicologico e la negligenza. E più l’età è avanzata, più la percentuale aumenterebbe, raggiungendo il 15% oltre i 70 anni.

In Ticino, secondo il medico cantonale Cassis,  non esistono cifre e nemmeno denunce. La prassi vuole che, qualora venga constatato un abuso da parte di un parente, si avvisano i servizi sociali comunali, oppure le commissioni tutorie le quali, di fronte a seri indizi, rimpiazzano la persona incapace di accudire l’anziano.

Ma anche qui dati certi non ve ne sono: secondo Alessia Paglia, dell’ufficio di vigilanza sulle tutele, le misure prese in tal senso non vengono classificate in base all’età degli interessati. Eppure il problema esiste come testimonia chi lavora “al fronte”. E il problema non si pone per cattiveria:?“I famigliari spesso si trovano in una situazione di sovraccarico e quindi sono a rischio di sviluppare reazioni emotive fino a depressive che possono ridurre la tolleranza e il controllo”, spiega il geriatra Tanzi.